Piazza CGIL: Renzi ce senti da 'sta recchia?

Ce senti da 'sta recchia, verrebbe da dire alla romana, dalla manifestazione della CGIL il messaggio è arrivato forte e chiaro, sia al presidente del consiglio sia ai coriferi per convinzione e circostanza. Certo anche la Leopolda sarà un gran successo, il nostro paese è pieno di gente predisposta a correre in soccorso al vincitore di turno. E' una condizione del gioco, basta saperlo.

Ce senti da sta recchia, viene forte il segnale da tutti quei pulman che sono partiti nella notte per arrivare puntuali, dalle persone che definiscono col loro lavoro e la loro condizione materiale, il quadrato rosso del sindacato di corso Italia.

Tanta gente, a prescindere dal balletto dei numeri che ogni volta si svolge fra la questura e gli osservatori interessati di ogni parte, la rappresentazione di una parte del paese che non si è arricchita quando le cose andavano bene. Oggi erosi i


risparmi, lavoro incerto, contratti non rinnovati, ha cominciato ad impoverirsi. Sgombriamo il campo dalla retorica e dalle falsificazioni, se tanta gente ha risposto all'appello della CGIL vuol dire che la manifestazione risponde ad un bisogno profondo. Si capisce all'Ostiense dove arrivano quelli del sud e si capisce meglio perchè ad un certo punto, se non parlassero questi maledetti manifestanti che sono come le cavallette, non riusciresti a distinguere un terrone da un polenta. Certo il sindacato della Camusso si è mobilitato con grande forza, le divisioni interne sopratutto con la FIOM, sono state messe in secondo piano vista la posta in palio. Le parole d'ordine, il richiamo al lavoro alla dignità e all'uguaglianza, hanno evidentemente colpito. Rimane ineguagliato il TUSITUNO del 23 marzo 2002 ma, come in tanti hanno sostenuto, erano anche altri tempi e l'attacco all'articolo 18 svolto con argomentazioni ancora più trucide. Oggi al governo c'è un giovanotto spregiudicato che ha giocato le sue carte, anche la lingua inglese pronunciata in maniera originale, per far vedere che tutto il vecchio mondo, i padroni e le bandiere rosse ormai potevano andare in soffitta. Ci dicono anche dalla Leopolda: il conflitto è roba da sfigati. Operai e capitalisti figure sociali incapaci di rappresentare la complessità della società e del mondo del lavoro, ora ce lo dicono anche dalla Leopolda: sei rock oppure sei lento, sei figo o sfigato, fortunato o sfortunato. Il mondo nuovo non ti accoglie se porti la bandiera rossa se chiedi uguaglianza lavoro e dignità. Lo dico senza alcun problema il giovane presidente del consiglio ha avuto forza ed è apparso figo, la camicia aiuta, l'informalità aiuta, il fatto che soccorriamo i vincitori aiuta. Eppoi lo dico senza alcun problema non è che le cose prima del Renzi andassero bene per gli operai, quello che si vede oggi, c'era anche prima. Non c'è stata la svolta giusta ma non è che siamo in questo stato per colpa di Renzi. Dunque, nell'opera di demolizione di tutto il vecchio l'ex sindaco patron della Leopolda, insieme ai rottamati bolliti ha incontrato anche il sindacato e insieme ai sindacati bolliti, buoni per ogni condimento, il sindacato del quadrato rosso non bollito ma tramortito. Due, tre colpi ben assestati e tutto sembrava volgere al bello per il bello delle reti mediaset e al brutto per Susanna Camusso e la sua ciurma. Lo dico senza alcun problema, non c'è un diritto di veto per i sindacati rispetto ai provvedimenti che il governo intende assumere, non c'è la lesa maestà se il governo decide una cosa e la mette in pratica senza prima convocare i sindacati. Tu governi tu ti assumi le responsabilità che ne derivano. Quello che non devi fare e mettere in mezzo i sindacati se le cose non vanno come dici, non devi dire che la colpa è dei sindacati se si oppongono ai licenziamenti a capriccio al demansionamento o al controllo a distanza. Non devi dire che se il pubblico non funziona la colpa è dei sindacalisti distaccati, ora sono stati tagliati del 50% i famosi distacchi, di quanto è aumentata la produttività negli uffici pubblici? Puoi essere rock e contro il lento ma se dici che l'esistenza del precariato è colpa del sindacato, sei semplicemente un lestofante. Detto questo veniamo a noi, ancora una volta. Non c'è il diritto del sindacato ad essere interlocutore di quelli che decidono ma se parli di questioni di lavoro, se parli di piani industriali, se parli di come uscire dalla crisi a volte aiuta. Non aiuta dire che il sindacato rappresenta solo i vecchi e i parassiti, dalla piazza della CGIL si vede che non è così, hai voglia di girarci intorno, la gente si fa il viaggio perché te lo vuole dire di persona che il verso giusto non è quello che hai deciso di imboccare.

Questa giornata ci dice una cosa: non c'è un diritto, per grazia divina, del sindacato ad essere convocato dal governo, ma una organizzazione che porta così tanti lavoratori, pensionati, precari e disoccupati a riempire Roma, il diritto se lo è conquistato e deve essere ascoltata. Sarebbe veramente stupido passarci sopra con un cinguettio. Sarebbe veramente stupido da parte del governo, andare alla prova di forza dello sciopero generale, un sindacato tramortito, non è un sindacato morto, la manifestazione di oggi questo ha detto: il sindacato non è morto.

 

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