Votare a Roma, il dubbio. - di VDB -

 

Per chi votare? Per chi voterà questo popolo di rabdomanti?

 

Metropolitana, pigiati come sardine in una felice (e non sempre ben odorante) promiscuità, osservo il mondo che mi circonda: lettori di libri (rari), lettori di quotidiani (nessuno, anche perché sarebbe impossibile sfogliare le pagine), utilizzatori di smartphone (quasi tutti, a volte me compreso). Osservo e mi domando: per chi voterà questa moltitudine?

 

Con lo smartphone in mano

sembriamo tanti rabdomanti (un po’ inebetiti!) alla ricerca di qualcosa: informazioni, notizie, relazioni e, voglio pensare, ispirazione per le prossime elezioni amministrative, prima, e politiche.

 

Attratti dal riflesso degli schermi: “specchio, specchio delle mie brame chi è il miglior candidato del reame?….. C’era una volta …… e vissero felici e contenti!!!”. No, non credo sia questa la strada migliore per decidere; dubbi e perplessità verso chi indirizzare il proprio voto possono essere fugati ascoltando, valutando e riflettendo su quanto esprimono i candidati (per me, quelli di sinistra).

 

Nel popolo di sinistra c’è oggi chi con ragionevole certezza può dire per chi voterà alle prossime elezioni?

 

A occhio, mi permetto di dire che regna una qualche confusione e, ovviamente, io non ne sono immune, in particolare se penso alle prossime scadenze: amministrative in primavera a Roma, politiche a inizio 2018 (??).

 

A Roma per le prossime amministrative, a sinistra, non si capisce una mazza; o meglio c’è (forse!) un candidato del PD e un candidato ex PD: Giachetti il primo, Fassina il secondo e per dirla tutta il secondo si è candidato per primo!

 

Il primo parla di primarie, il secondo dice di no ma potrebbe accettarle “a condizione che…..”.

 

Non ho mai amato le primarie (e continuo a non apprezzarne la positività), penso siano per lo più uno strumento del “potere” e penso che una organizzazione, un partito non in grado di far crescere al suo interno una dirigenza, degna di questo nome, e presentarla agli elettori sia una organizzazione, un partito destinata/o a morire. Per non parlare poi alle convulsioni che mi vengono quando la “politica” dice: “coinvolgiamo la società civile”! ma che cazzo significa?

 

Perché una società è “civile” quando per quasi tutta la vita si è fatta i cazzi suoi e poi, improvvisamente, da un dato momento diventa salvatrice di tutto? Mentre invece chi si è sempre esposto, ha assunto posizioni e decisioni in buona fede, anche sbagliando, non fa parte della “società civile”?

 

Demagogia, populismo e qualunquismo! Sono la spiegazione a questa necessità e alla perdita dei valori caratterizzanti della sinistra e, mi permetto, anche della destra, nell’uno e nell’altro caso intese come “portatrici sane” di valori.

 

La Sinistra! A Roma, dicevo, si fa fatica a capire chi la rappresenta o chi la dovrebbe/potrebbe rappresentare.

 

Giachetti no! non è di sinistra e non mi pare il candidato ideale (poi se del caso vincerà pure le elezioni!) ed ha pure l’aggravante di essere promanazione di Renzi.

 

Fassina, non è il nuovo in senso assoluto, si pone come “nuovo soggetto” e si propone l’obiettivo, ambizioso, di aggregare intorno a se i tanti satelliti della “fu” sinistra oltre che di raccogliere i tanti delusi del PD e i nostalgici dell’ex PCI. Un compito arduo, riuscire a smontare i tanti orticelli e nel contempo catalizzare l’attenzione e il consenso di quanti, tantissimi e soprattutto a sinistra, si sono disamorati e si sono allontanati dalla politica e dei tantissimi giovani che vorrebbero una “politica” con la P maiuscola. È questo il vero obiettivo, un soggetto nazionale e non solo Roma?

 

Esclusa la destra e scontato che non voterò i pentastellati, per chi voterò?

 

Premesso che il mio unico voto non riveste alcuna importanza, vorrei, possibilmente, non tradurlo in un puro voto di testimonianza; vorrei si tramuti in una “delega a governare” nelle mani di persone oneste, sincere, capaci, desiderose e lungimiranti, sicuramente più di me, a migliorare quanto ci circonda: dall’ambiente alle relazioni socio-economiche; che pensi sia necessaria una politica attenta a chi, per brevi o lunghi periodi, è in difficoltà senza sfociare però nel puro assistenzialismo; persone che attribuiscano alla crescita culturale e civica un ruolo preminente e preponderante e che, infine, siano degli amministratori attenti e oculati delle risorse pubbliche, capaci di vedere e leggere che anche negli estremismi è rappresentato un disagio.

 

Insomma persone che abbiano la capacità di gestire l’oggi e pensare contemporaneamente al domani; persone, inoltre, che date delle regole siano loro per primi a rispettarle.

 

Torno al punto, per chi voterò alle prossime amministrative di Roma e alle successive elezioni politiche?

 

Al momento so, con ragionevole certezza, per chi non voterò.

 

Non voterò per il PD, nella sua essenza mi appare amorfo senza alcuna caratterizzazione (di sinistra!), gestito da un quadro dirigente acritico e accondiscendente, con il culto della personalità e restio a qualsiasi confronto, che utilizza stilemi autoritari di vecchio stampo declinando le opinioni diverse ad una ghettizzazione in “gufi” o “contrari alla modernità”.

 

Non voterò per il PD perché non condivido le sue politiche economiche e ancor meno le scelte nella distribuzione delle risorse finanziarie.

 

Non ho mai apprezzato i “bonus” e nella specie includo il bonus degli 80 euro; uno strumento diabolico, politicamente e strategicamente, che si è rivelato un pessimo modo di utilizzare 10 miliardi di euro.

 

Non apprezzo le “marchette” renziane della legge di stabilità 2016; il premier ha detto che non ci sono marchette? vi invito a cercare, fra le tante, il milione di euro regalato immotivatamente all’Eurispes!

 

Per tornare ai bonus, visto l’andamento del PIL italiano non mi pare che i famosi 80 euro abbiano dato chissà quale impulso alla ripresa economica, a dispetto delle tante chiacchiere roboanti del Presidente del Consiglio, del Ministro dell’economia e dei tanti ruffiani di corte.

 

Inoltre, se non è già avvenuto, si rivelerà un tappo alla crescita dei redditi; di sicuro per quelle fasce di reddito che si vedrebbero decurtato il “bonus” al crescere del reddito: ha anestetizzato milioni di persone!

 

Un utilizzo più appropriato, ad esempio in investimenti, avrebbe potuto favorire la crescita economica e generare, anche attraverso nuova occupazione, un circolo virtuoso dell’economia. Invece si è favorito il “clientelismo elettorale”, cosa che si ripete con il bonus di 80 euro mensili, dal 2016, per le forze di polizia e le forze armate, con l’aggravante in questo caso che il limite di 24.000 euro e la proporzionalità fino a 26.000 euro non valgono: beneficiari del bonus di 80 euro mensili saranno soggetti con redditi fino a 70.000 euro annui.

 

Di motivi per non condividere le politiche dell’attuale Governo, e quindi del PD, ne ho tanti e quelli indicati prima sono solo alcuni, ma un motivo particolare e specifico mi “costringe” a non pensare al PD come destinatario del mio voto è, per quanto smaccatamente di parte e non mi vergogno a dirlo, il rifiuto di Renzi, del suo governo, del PD a rinnovare i contratti di lavoro dei dipendenti pubblici.

 

Per amor di patria non mi riferite quello che dice la Madia sui cinque euro previsti dalla legge di stabilità! ma quando cresce? Si rende conto che i rinnovi contrattuali sono una cosa seria e non un giochetto tardo-adolescenziale?

 

Sei anni di blocco contrattuale che potrebbero protrarsi fino al 2018, il dileggio costante, la delegittimazione delle rappresentanze, l’insofferenza e la negazione di una sentenza della Corte costituzionale sulla illegittimità del blocco contrattuale, mi portano a dichiarare il mio non voto al PD, amministrative o politiche che siano, e ad invitare TUTTI i dipendenti pubblici a fare altrettanto.

 

Razionalmente, i lavoratori pubblici possono consegnare il loro voto all’attuale PD? La mia convinzione è NO!

 

La domanda successiva è, a sinistra a chi allora? Non mi so dare una risposta e ne al momento, per i temi prima rilevati, riesco a tracciare un identikit. Mi aiuterò anche io con lo smartphone-rabdomante!

 

A proposito di informazioni e notizie, ultimamente ho avuto modo di ascoltare Fassina, candidato alla carica di sindaco a Roma. Ho apprezzato alcune sue affermazioni e condivido alcune sue tesi, mi lasciano però perplesso le sue posizioni su due questioni: lo stadio della Roma calcio e la candidatura di Roma per le olimpiadi.

 

Nel primo caso mi sembra di cogliere la solita eccezione: “si, ma da un'altra parte”; assumendo la posizione, minoritaria, dei residenti della zona che per il “cemento delle loro abitazioni” tutto andava bene diventando immediatamente dopo dei ferventi ambientalisti, e tralasciando, fra l’altro, un piccolo particolare che la Roma calcio è un soggetto economico con tutti gli annessi e connessi.

 

Nel secondo caso, non mi convince l’idea del referendum fra i “cittadini romani” se a favore o meno della candidatura di Roma alle olimpiadi; penso che l’evento olimpiade non possa essere confinato alla sola Roma come una qualsiasi festa di paese, nel caso dovrebbero esprimersi tutti i cittadini italiani in grado di intendere e di volere.

 

Pur condividendo la necessità di forti investimenti su viabilità e quant’altro possa necessitare alla città Roma e alla città capitale del nostro Paese, mi sembra improponibile che nel caso di rinuncia alle olimpiadi si possano richiedere le equivalenti risorse finanziarie; in tal senso sarebbe interessante sapere cosa ne pensano il resto dei cittadini italiani.

 

Sulle olimpiadi, utile l’analisi storica di Fassina sui costi (triplicati rispetto alle previsioni in ogni Paese che le ha ospitate), è mia opinione che sarebbe preferibile una posizione netta: SI o NO.

 

Sono in genere portato a pensare che eventi così importanti rappresentino grandi occasioni, grandi opportunità per lo sport, la cultura, gli investimenti, l’economia, l’occupazione, ecc., ma, non avendo una “sconsiderata fiducia” nelle capacità del nostro quadro politico e dirigenziale, credo che la scelta migliore sia un No netto alla candidatura di Roma alle olimpiadi; e questo vale per qualsiasi altra città italiana.

 

Mosse queste due osservazioni non significa aver alienato la curiosità elettorale su Fassina uomo-politico e sulla sua iniziativa politica, sicuramente altre occasioni e altre tesi mi aiuteranno a capire meglio il contesto politico e a indirizzare con piena consapevolezza il mio voto.

 

Non dovendo votare domattina, nel frattempo continuo a salire in metropolitana, a osservare tutti i rabdomanti-smartphone per cogliere nei loro occhi un eventuale lampo illuminante anche per me, sperando che il lampo non sia dovuto alla conclusione del “candy crush”.

 

 

vuoi condividere?

Scrivi commento

Commenti: 0