Pubblici, il cambio di paradigma. - cosimo arnone -

Da qualunque parte si osservi, l’accordo raggiunto fra il governo e cgil, cisl e uil è un cambio di paradigma relativamente al lavoro pubblico. Pensiamo a come inizia il documento: “ i lavoratori sono il motore del buon funzionamento della pubblica amministrazione….”
Il rinnovo dei contratti è una conseguenza del primo brevissimo periodo.
Poi c’è il terzo comma chiamiamolo così, tanto per non farci mancare nulla, “… le parti convengono per segnare una  discontinuità col passato.”
Io cito a memoria non mi metto a fare l’esegeta di nessuno e neanche mi sembra necessario spiegare ciò che è chiaro: il mondo ha cambiato verso.
Si faranno i contratti non solo perché è giusto

moralmente, ma anche perché il motore del buon funzionamento sono i lavoratori. No contratto, no funzionamento.
Si faranno i contratti e le parti sono d’accordo sulla discontinuità col passato.
Lo ricordate qual’è il passato?
Il passato è l’eguaglianza fra dipendente pubblico e criminale.
Il protocollo firmato il 30 novembre aggredisce e demolisce tutta l’impalcatura ideologica della controriforma voluta da Brunetta e inverte, da un consesso autorevole, il sottostrato ideologico che ne era fondamento.
Per me potrebbe bastare così per dire che i sindacati e principalmente chi per primo aveva capito cosa significasse la legge Brunetta, hanno fatto un lavoro egregio.
Lo stesso Renzi è dovuto passare dalla fase del menefreghismo per le organizzazioni sindacali al dedicare un capitolo apposito sull’importanza delle relazioni sindacali.
Nel testo comunque è disegnato un percorso normativo verificabile e addirittura preventivamente sottoposto ad un confronto coi sindacati, vale a dire che ogni passaggio potrà essere controllato, da quelli che sono il motore. Che gli vuoi dire, è cambiato tutto.
Sulla parte economica obiettivamente la situazione non è così chiara, io di fronte alla gigantesca operazione di smontaggio della controriforma del lavoro pubblico e della cultura che ci stava sotto, sarei portato addirittura a trascurarla. Mi rendo conto che il mio atteggiamento può essere equivocato e quindi non mi sottraggo: non si capisce come si sia arrivati ad aumenti non inferiori a 85 euro medi, non si capisce quindi se ognuno prenderà almeno 85 euro oppure se prenderà una media fra 80 e 90; non si capisce se ci saranno arretrati a partire da gennaio 2016 oppure se ci sarà una una tantum a coprire il periodo fra la sentenza della Corte Costituzionale e la firma definitiva del contratto. Poteva essere specificato? No. Non era quella la sede, il protocollo sul lavoro pubblico ha una valenza che non può essere ridotta ad una questione ragionieristica. Intendiamoci i soldi sono importanti, basti pensare che gli aumenti proposti precedentemente dal governo Renzi erano più o meno un cappuccino e un cornetto. Diciamo che sarebbe stato meglio evidenziare lo scambio che si è realizzato, magari la prossima volta.
Ultima questione lo scambio, appunto.
Il referendum ha influenzato la trattativa? Si, come ogni ciclo elettorale.
Ciò ha determinato un comportamento del governo più incline alla ragionevolezza? Si.
I sindacati potevano agire in modo diverso? No.
Renzi ha cambiato verso, non c’è dubbio, anche queste sono soddisfazioni,va.
Qualche giornale della destra, in prossimità della scadenza referendaria, si è sentito in obbligo di titolare su un regalo di Renzi agli statali. Bel cavolo di regalo verrebbe da dire, c’è voluta la Corte Costituzionale e a dirla tutta non è che il protocollo potrà sanare l’ingiustizia di un mancato rinnovo contrattuale durato sette anni. Non è una mancia pre elettorale o pre referendaria, la mancia non avrebbe messo in movimento tutta la questione normativa, non avrebbe dichiarato che i contratti, nel rapporto di lavoro, hanno la supremazia sulle leggi, non avrebbe dichiarato che le relazioni sindacali sono importanti, non avrebbe detto che i lavoratori sono il motore del funzionamento e del miglioramento dei servizi. Ognun dal cor suo altrui misura, diceva quello, chi pensa che ogni cosa sia una truffa, un trucco, un imbroglio, un mercimonio, è perché ha queste categorie nel proprio comportamento, se qualcuno deve criticare si attrezzi e si ponga al livello giusto, le scorciatoie su queste cose non portano in bei posti.
Ultima cosa, cgil, cisl e uil hanno raggiunto l’accordo, onore a loro. Fra i pubblici sono maggioranza schiacciante, comprensibile che il governo abbia voluto raggiungere un accordo quadro anzitutto con loro . Non è uno scandalo, ma bisogna fare attenzione affinché non diventi un delirio di onnipotenza, quando si parla di regole, di relazioni sindacali è bene essere rigorosi. La cgil, imperante Brunetta, proprio nei pubblici, ha subito più di un accordo separato da cisl e uil, quella lezione non deve essere dimenticata anche se oggi volge al bello. Se i lavoratori pubblici danno fiducia anche ad altri sindacati e se questi sindacati raggiungono la soglia stabilita dalla legge per la rappresentatività, devono essere rispettati. Senza se e senza ma.
No, non era l’ultima cosa. Questo protocollo è una opportunità per tutti, il lavoro pubblico è stato sotto attacco anche a ragione, i prossimi contratti devono avere una impronta innovativa, si devono legare al miglioramento della vita delle persone cui i dipendenti pubblici garantiscono i diritti sanciti dalla Costituzione. La coesione sociale è a rischio, i dipendenti pubblici possono fare molto per tenere insieme questo paese.

vedi un po' che vuoi fare

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Commenti: 3
  • #1

    fiorella puglia (venerdì, 02 dicembre 2016 12:10)

    Caro Cosimo
    hai scritto delle cose massimamente condivisibili hai sintetizzato in poche righe anni di storia e di esperienza, di battaglie e di mortificazioni quali sono stati gli effetti della Norma Brunetta.
    Condivido pienamente la tua analisi e questa volta con questa intesa abbiamo per ora riconquistato un po di terreno sottratto ai lavoratori. Ora ci aspetta la sfida del confronto sui tavoli per il rinnovo . Un abbraccio
    Fiorella

  • #2

    Renato La Manna (sabato, 03 dicembre 2016 19:05)

    Caro Cosimo, concordo con te, ma preferisco aspettare i fatti. E non dimentichiamoci della Brunetta!

  • #3

    povereparole (domenica, 04 dicembre 2016 10:22)

    Intanto io per oggi vado a votare NO. E' un buon giorno per dire NO alle banche e per tentare di assicurare un futuro alla gente. La stabilità di governo non significa nulla, anche Hitler, Stalin e Franco avevano un governo stabile. Ma noi lo abbiamo dimenticato troppo in fretta. Hannah Harendt ci aveva messi in guardia contro la "Banalità del male", il male è costituito da tante cose talmente banali che noi, spesso, trascuriamo i particolari per poi vederci sommersi da una realtà molto più dura di quella che sognavamo. E di cose banali e fatte quasi per caso negli ultimi anni ne sono capitate a bizzeffe. Cerchiamo di non trascurare mai più i particolari, per evitare che questi tanti piccoli particolari ci sommergano e ci ipediscano anche di respirare! Buona domenica e BUON NO CARI RAGAZZI DI TUTTE LE ETA'!