Pubblici Dipendenti, verso il 23 giugno, la tesi dell'avvocatura e le domande di un lavoratore. - di Centesimopasso -


Di recente si leggono su molte testate nazionali degli allarmi lanciati dall’Avvocatura dello Stato riguardo al ricorso pendente dinanzi alla Corte Costituzionale.


In particolare, sindacati del pubblico impiego hanno depositato il ricorso sul blocco dei contratti nella pubblica amministrazione presso il Tribunale di Roma affinché la questione di legittimità sia sollevata di fronte alla Corte Costituzionale la cui udienza è fissata per il prossimo 23 giugno.


Il segretario generale Fp-Cgil, Rossana Dettori, ha affermato che "la discriminazione e l'umiliazione a cui il Governo Renzi sta continuando a sottoporre il lavoro pubblico lo connota come un cattivo padrone". Soprattutto, fa notare che "la Consulta in passato si è pronunciata dichiarando l'ammissibilità di misure simili solo in chiave

emergenziale e in modo circoscritto nel tempo. Ci sembra che queste misure si stiano dilatando, diventando strutturali" infatti si tratta di una misura rinnovata per sei anni di seguito.


Quindi si è scoperta una cosa clamorosa: “L’Italia pare che sia costantemente in emergenza” per cui continuiamo pure all’infinito con provvedimenti emergenziali.


Chiarito questo, senza che si fosse data molta diffusione alla notizia succede un evento alquanto strano, proprio pochissimo tempo dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco delle pensioni deciso nel 2012 dal governo Monti (con la regia dell'ex-ministro del welfare Elsa Fornero), oggi ci sono milioni di italiani con i capelli bianchi che vantano un credito nei confronti dell'Inps.


Allora cosa succede, l’Avvocatura dello Stato alza l’ingegno e deposita una memoria presso la Corte Costituzionale, memoria che quasi per caso ribalza su tutti i giornali nazionali.


L’Avvocatura dello Stato afferma che "l'onere" della "contrattazione di livello nazionale, per il periodo 2010-2015, relativo a tutto il personale pubblico, non potrebbe essere inferiore a 35 miliardi", con "effetto strutturale di circa 13 miliardi" annui dal 2016.


Cioè, in soldoni: “Cara Corte Costituzionale, attenta che siamo già andati “sotto” con i pensionati. Qualora dichiarerai l’incostituzionalità del blocco dei contratti lo Stato dovrà sborsare 35 miliardi per gli arretrati e 16 miliardi per ogni anno a partire dal 2016”.


Ora io, da pubblico dipendente, mi faccio alcune domande:




  1. Forse si sta cercando di diffondere una minaccia per “costringere” la Corte Costituzionale a considerare bene la propria decisione?

  2. Non è che noi “fannulloni”, per utilizzare un termine caro al nostro caro Brunetta, abbiamo praticamente risanato i bilanci pubblici con i nostri 35 miliardi non percepiti dallo Stato?

  3. Ma se siamo ancora in crisi ed in emergenza, com’è che non abbiamo risolto dopo un risparmio di ben 35 miliardi di euro?

  4. A quanto dobbiamo ancora rinunciare, e di quanto dobbiamo vedere ridursi il potere di acquisto dei nostri stipendi per avvantaggiare un sistema economico che non ci dà niente e si è pure inventato la validità dei licenziamenti illegittimi ed il caporalato?


Prego tutti i ministri dell’Economia, Welfare, Pubblica Amministrazione e del Lavoro degli ultimi 6 anni: “Per favore…spiegatemi cosa sta succedendo, perché io…proprio non riesco ad arrivare, non alla 4^ settimana … ma neanche al 2 del mese!!!



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Commenti: 2
  • #1

    Elisa (giovedì, 18 giugno 2015 18:04)

    ...così facciamo il gioco delle banche con i conti perennemente in rosso e i prestiti che non ci fanno più vivere!!.. Alè...
    Cornetto Algida - 2.00 euro cioè 4 mila lire!!! ... io faccio ancora il cambio eppoi mi chiedo perchè sono perennemente incazzata

  • #2

    Renato (domenica, 30 agosto 2015 16:01)

    Proprio cosi ecco l'Europa delle banche. E Squinzi con d'ultramoderna Confindustria e dopo l'abolizione dell'arcaica cgil rimodernerà l'Italia finalmente

    nessuno a chiedere diritti.