L'agenda Monti, un programma ostile

Mi sono preparato con cura, ho visto e sentito la conferenza stampa del 23, poi il 24 ho ricevuto l'agenda Monti poi, mi sono sentito pronto per scrivere. Non senza cautele, prima due bicchieri di un rosso toscano a stomaco vuoto, poi ho messo i CCCP nel 


   

lettore CD. Così, senza ragione, come deve essere l'amore.

Si tratta di 25 pagine, molte parole, molti capitoletti, un programma di governo per la prossima legislatura, il disegno di una società.

Io la chiamerei così: del cinismo e del perbenismo. Il cinismo e' quello tipico di chi dice che le condizioni esterne sono contrattabili ma non modificabili, il perbenismo e' quello che ha tanto successo in questi tempi: si mangia con le posate, si rispetta la legge, si fa beneficenza.

Monti ci dice che i vincoli europei vanno mantenuti perché fanno bene alla salute, lo stesso per il pareggio di bilancio in Costituzione . Il punto di partenza e' il debito pubblico, il grande male, tutti gli sforzi vanno fatti per abbatterlo. Giusto, se si riuscisse a non abbattere anche i cittadini dei paesi debitori, magari sarebbe meglio, ma questa e' una piccola notazione polemica, il vino comincia a salire. Io sono europeista e sono contro le politiche delle istituzioni europee, l'agenda Monti pensa al 2014, alle prossime elezioni continentali, però in un quadro generale non modificato nella sostanza, che non risponde cioè alla domanda fondamentale: per chi?

Il soggetto fondamentale per il professore e per chi accoglierà le sue ricette e' il consumatore, non il cittadino. Bisogna rendere più efficiente il rapporto fra i soggetti economici, semplificandone le relazioni, anche quelle istituzionali. La riduzione del debito pubblico e' questa cosa, non la virtù al posto del vizio, piuttosto la rassicurazione del creditore. Cioè il più forte che impone le sue condizioni, dove si trovi l'europeismo in tutto questo non si capisce. Siamo collocati in una comunità che funziona nel solito vecchio modo, tutti quelli che comandano la pensano più o meno alla stessa maniera perché sono, al fondo, l'espressione degli stessi interessi. La cosa grave e' rappresentata dal fatto che gli interessi delle classi dominanti appaiono come il destino di tutta la società. Infatti non mancano i passaggi largamente condivisibili a proposito della lotta all'evasione fiscale oppure del falso in bilancio o del rafforzamento delle norme anticorruzione, se ci si fa caso e' la richiesta di un ripristino della concorrenza, senza malaffare. Tutto utile, tutto illusorio. Certo, chi vuol fare facile polemica antiberlusconiana può trovare argomenti utili, ma, anche qui, in nome di chi, per sostenere quali interessi?

Pensiamo al capitolo sul lavoro, tutto coerente per carità e tutto solitamente già sentito, la competitivita perseguita attraverso la riduzione del costo del lavoro e, o, la flessibilità in uscita. Sul lavoro si raggiunge pure un effetto comico, il documento dice che col governo Monti la disoccupazione ha continuato a salire, ma non viene tratta la conseguenza logica, cioè che le politiche seguite siano state inefficaci allo scopo. Altro effetto ridicolo del ponderoso documento e' il disappunto quando si legge della contrapposizione fra garantiti e non garantiti. Bisogna colmare il divario dice Monti, come? Rendendo tutti non garantiti. Questo governo che, anche recentemente, ha sbandierato esuberi fra i pubblici con la loro conseguente, possibile, messa in mobilità, questo governo che vede gli operai delle grandi imprese superare ogni giorno il record della cassa integrazione, risponde con la liberalizzazione degli orari dei negozi o la liberalizzazione dell'accesso alle professioni. Direbbe Begnigni: da cappottarsi per le risate. Niente sul rinnovo dei contratti e, invece, l'esaltazione degli accordi che hanno visto la divisione sindacale.

C'e' anche l'esaltazione della spending review, dicono che non si tratta di tagli ma di spendere meglio. Quando lo scrivono ci si crede, quando lo hanno fatto non si erano letti. O meglio hanno tagliato, stanno tagliando i posti letto, così, un tanto al chilometro. Solo per fare un esempio, senza cattiveria. Scrivono da un posto diverso da quello che hanno governato.

Nell'agenda Monti viene nominata due volte l'ICE, Agenzia per l'internazionalizzazione, la prima per il sostegno alla attività estera  delle imprese, la seconda su questioni agricole, tutto giusto se non fosse che il ministro Passerà in tutto il tempo che ha avuto a disposizione non e' riuscito a farla partire e non è riuscito neanche a garantire i finanziamenti per farla funzionare. Tecnici e ipocriti, oppure incapaci seppur con grande credito.

Nell'agenda Monti non c'e' la prima parte della Costituzione, non c'e' neanche un grammo di quello che ha raccontato Benigni in televisione, non ci sono i diritti, se non le affermazioni buone per ogni stagione. E' un documento di lavoro per un governo ostile, sbaglierebbe chi lo intendesse come base di una discussione produttiva di equilibri più avanzati rispetto a quelli attuali.

Bisogna diglielo chiaro.

vuoi condividere?

Scrivi commento

Commenti: 0