Le trattative sono una cosa dura, ognuna delle parti cerca di ottenere il meglio dal negoziato. In fabbrica si discute dei decimali, dopo che hai fatto l'accordo sulle unità. Non c'è
nessuno che dica all'altro che gli spiccioli sono, veramente, spiccioli. Sia i padroni che i sindacati si rendono conto di parlare del prezzo di una prestazione da un lato, e di un costo di
produzione dall'altro. È una lotta, spesso questa lotta rappresenta i rapporti di forza fra le classi nella società.
Tutto questo per dire che la ministra Fornero, purtroppo, si dimostra una persona inelegante. Come le viene di dire che se i sindacalisti vogliono discutere, allora lei non mette una paccata di
miliardi?
In fabbrica, nelle piccole e medie imprese i soldi sono degli imprenditori, io a quelli che discutono di roba loro porto rispetto, a uno che dice investo a certe condizioni, lo capisco e,
naturalmente, capisco quelli che contrastano queste posizioni e cercano di fare accordi a condizioni più favorevoli, cioè cercando di contenere lo sfruttamento di chi lavora.
La Fornero non la capisco e per il modo in cui si pone, non la rispetto. Intanto perché l'espressione paccata di miliardi è di rara volgarità, poi perché la discussione non si svolge in una
fabbrica ma dentro un ministero, la trattativa riguarda la sorte delle persone colpite dalla crisi, quella dei giovani precari, non i dipendenti della ministra Fornero, non i soldi della ministra
Fornero. Riguarda persone che non hanno causato la crisi, cittadini che vorrebbero dare una mano, se non fossero trattati come capitale umano.
L'interesse generale del paese e soprattutto quello delle persone che per vivere devono lavorare e di quelle che per cominciare a vivere cercano lavoro e di quelle che per non morire dopo essere
state spremute per tanti anni, oggi devono essere sostenute, non meritano la perversione che si impadronisce di questi professori.
In tutto questo, in questo valzer di miliardi, in questa fiera della sofferenza il governo dei milionari ci deve mettere la possibilità di licenziare più facilmente. A naso le cose non prendono
la piega giusta. Poi dici che l'Università è in crisi, con questi fenomeni che insegnano, potrebbe essere diverso?