Ingroia dal Guatemala ci dice che il diritto e' stato sacrificato sull'altare della politica. Oggi infatti la Corte Costituzionale ha dato torto alla Procura di Palermo e ragione al presidente Giorgio Napolitano, sulla vicenda delle telefonate intercettate con Nicola Mancino, nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato – mafia. Il magistrato ora all'estero, ha poi aggiunto che se si fosse trovato in Italia, sarebbe espatriato.
Non manca niente.
Sembrano le dichiarazioni di un qualunque avvocato Ghedini a margine di una qualunque udienza del suo cliente più famoso. –I giudici violentano il diritto per motivi politici, si sa i giudici sono comunisti.
Più volte i supporters del presidente mandrillo hanno dichiarato la loro volontà di espatriare.
In genere, alle sparate berlusconiane i più obiettavano, con un argomento ugualmente apodittico: le sentenze si rispettano non si discutono.
Siamo vissuti in un mondo pro magistrati o contro magistrati, ora la maionese sta impazzendo, stiamo in un mondo nel quale siamo a favore di chi ci da ragione e nella misura in cui ci da ragione, e contro chi ci da torto e nella misura in cui ci da torto. Ora e' un magistrato, contro altri magistrati, ad utilizzare gli argomenti che i suoi nemici hanno utilizzato contro di lui. E' una girandola da far girar la testa e, appunto, semina più o meno volontariamente, disperazione più che voglia di cambiamento.
Io la vedo cosi: il Presidente della Repubblica che sbaglia come tutti e come tutti deve essere criticato, ha prerogative speciali e queste prerogative sono giuste per il nostro sistema costituzionale. La Corte Costituzionale sbaglia come sbagliano altre corti. Le sentenze di ogni ordine e grado, devono essere discusse e criticate con motivazioni giuridiche, ma senza introdurre argomenti estranei alla legge e alla sua interpretazione. Qualche volta, anche chi si colloca dalla parte del bene contro il male, sbaglia nell'applicazione del diritto, però non si deve sbagliare mandandola in rissa, facendo capire, senza dirlo che c'e' un ennesimo complotto con due istituzioni di garanzia coinvolte.
Al dio del male Berlusconi e alla mafia si aggiunge con una facilità impressionante la Corte Costituzionale e il Presidente della Repubblica, se qualcuno vuol preparare il terreno ad un altro uomo della provvidenza sta sulla strada giusta.