Croce Rossa, il lungo giorno prima del decreto

Stamattina convocazione al ministero, domani sarà il gran giorno del consiglio dei ministri, la Camera e il Senato hanno dato il loro parere, tutto il percorso istituzionale si è concluso, bisogna aspettare. A piazza Montecitorio sono passate le 16, è un bel pomeriggio romano la nostra amica, insieme a colleghi sindacalisti di altre organizzazioni, è uscita dall'incontro col ministro Balduzzi. Ho seguito i dispacci d 'agenzia e l'ho raggiunta. Raccontami le dico. Beve un sorso d'acqua e comincia: quando stamattina non abbiamo visto il ministro ma solo due alti dirigenti, prima di ogni cosa, abbiamo cercato di capire le intenzioni dell'amministrazione rispetto ai pareri del Parlamento. Abbiamo capito subito e d'altra parte l'hanno anche detto, che non avrebbero detto niente a parte generiche intenzioni. Allora abbiamo deciso che non poteva finire senza tentarle proprio tutte, – noi restiamo qui, finché non ci dite le cose come stanno –. Un momento di smarrimento poi i dirigenti del ministero se ne sono andati. Sono cominciate a uscire le agenzie, sono stati interessati parlamentari e partiti, si sentiva nell'aria un certo movimento. Dopo un'oretta si ripresenta il dirigente che si occupa delle leggi e porta una bozza, si cerca di approfondire, hanno recepito qualche cosa del parere della Camera, non si capisce fino a che punto. Siamo soddisfatti di averli stanati almeno un po', non siamo soddisfatti delle spiegazioni, noi dalla sala della biblioteca non ce ne andiamo. Si infittiscono i contatti con la stampa, i parlamentari cominciano a produrre dichiarazioni, beviamo acqua, qualcuno di preoccupa perché scade il bigliettino della macchina in sosta. I lavoratori della Croce Rossa hanno un senso del dovere esagerato, anche fuori dal servizio.
Alle 13 e 45 rientra sempre lo stesso alto dirigente con un altro foglietto in mano, ormai gli vogliamo bene, lo facciamo sedere, gli spieghiamo ancora che i lavoratori CRI sono tutti quelli che portano avanti i servizi. Precari o di ruolo, per noi è uguale. Entra una signora, scopriremo essere della segreteria del ministro, porta una notizia: Balduzzi non può venire, vi propone di incontrarlo a Montecitorio.
Certo, facciamo noi, l'appuntamento è alle 14 e 45 davanti la commissione che ha emesso il parere che ci piace, magari è un bel segno. Prendiamo un taxi, anzi due taxi, arriviamo puntuali. Il ministro è impegnato, aspettiamo. Escono due comunicati del PD, li firmano Miotto capogruppo commissione XII della Camera e Fontanelli responsabile sanità. Sono comunicati che vanno nella nostra direzione. Arriva il ministro è trafelato, si scusa, dice che ci sono stati passi avanti, però il testo non c'è, lo stanno facendo i tecnici di diverse amministrazioni, noi la facciamo semplice, loro devono mettere insieme un sacco di cose. Se il decreto non passa, la croce rossa chiude. Ribattia

Stamattina convocazione al ministero, domani sarà il gran giorno del consiglio dei ministri, la Camera e il Senato hanno dato il loro parere, tutto il percorso istituzionale si è concluso, bisogna aspettare. A piazza Montecitorio sono passate le 16, è un bel pomeriggio romano la nostra amica, insieme a colleghi sindacalisti di altre organizzazioni, è uscita dall'incontro col ministro Balduzzi. Ho seguito i dispacci d 'agenzia e l'ho raggiunta. Raccontami le dico. Beve un sorso d'acqua e comincia: quando stamattina non abbiamo visto il ministro ma solo due alti dirigenti, prima di ogni cosa, abbiamo cercato di capire le intenzioni dell'amministrazione rispetto ai pareri del Parlamento. Abbiamo capito subito e d'altra parte l'hanno anche detto, che non avrebbero detto niente a parte generiche intenzioni. Allora abbiamo deciso che non poteva finire senza tentarle proprio tutte, – noi restiamo qui, finché non ci dite le cose come stanno –. Un momento di smarrimento poi i dirigenti del ministero se ne sono andati. Sono cominciate a uscire le agenzie, sono stati interessati parlamentari e partiti, si sentiva nell'aria un certo movimento. Dopo un'oretta si ripresenta il dirigente che si occupa delle leggi e porta una bozza, si cerca di approfondire, hanno recepito qualche cosa del parere della Camera, non si capisce fino a che punto. Siamo soddisfatti di averli stanati almeno un po', non siamo soddisfatti delle spiegazioni, noi dalla sala della biblioteca non ce ne andiamo. Si infittiscono i contatti con la stampa, i parlamentari cominciano a produrre dichiarazioni, beviamo acqua, qualcuno di preoccupa perché scade il bigliettino della macchina in sosta. I lavoratori della Croce Rossa hanno un senso del dovere esagerato, anche fuori dal servizio.
Alle 13 e 45 rientra sempre lo stesso alto dirigente con un altro foglietto in mano, ormai gli vogliamo bene, lo facciamo sedere, gli spieghiamo ancora che i lavoratori CRI sono tutti quelli che portano avanti i servizi. Precari o di ruolo, per noi è uguale. Entra una signora, scopriremo essere della segreteria del ministro, porta una notizia: Balduzzi non può venire, vi propone di incontrarlo a Montecitorio.
Certo, facciamo noi, l'appuntamento è alle 14 e 45 davanti la commissione che ha emesso il parere che ci piace, magari è un bel segno. Prendiamo un taxi, anzi due taxi, arriviamo puntuali. Il ministro è impegnato, aspettiamo. Escono due comunicati del PD, li firmano Miotto capogruppo commissione XII della Camera e Fontanelli responsabile sanità. Sono comunicati che vanno nella nostra direzione. Arriva il ministro è trafelato, si scusa, dice che ci sono stati passi avanti, però il testo non c'è, lo stanno facendo i tecnici di diverse amministrazioni, noi la facciamo semplice, loro devono mettere insieme un sacco di cose. Se il decreto non passa, la croce rossa chiude. Ribattiamo in quei pochi minuti colpo su colpo, sentiamo di avere cento ragioni con noi. Il ministro deve andare via, ci si lascia con la sensazione che il governo sia abbastanza indifferente al Parlamento, non è un bel sentire.
Domani 28 settembre il consiglio dei ministri approderà il decreto di riordino della croce rossa italiana, vediamo cosa esce fuori, noi staremo allo sciopero generale di tutti i lavoratori pubblici. Qualche giorno fa un senatore ci disse: le leggi sbagliate possono essere cambiate. Ecco, mi ripeto io, abbiamo fatto tutto quello che dovevano e potevamo. Se fanno una legge sbagliata, ricominciamo.

mo in quei pochi minuti colpo su colpo, sentiamo di avere cento ragioni con noi. Il ministro deve andare via, ci si lascia con la sensazione che il governo sia abbastanza indifferente al Parlamento, non è un bel sentire.
Domani 28 settembre il consiglio dei ministri approderà il decreto di riordino della croce rossa italiana, vediamo cosa esce fuori, noi staremo allo sciopero generale di tutti i lavoratori pubblici. Qualche giorno fa un senatore ci disse: le leggi sbagliate possono essere cambiate. Ecco, mi ripeto io, abbiamo fatto tutto quello che dovevano e potevamo. Se fanno una legge sbagliata, ricominciamo.

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