Le parlamentarie di Grillo e il diritto di sbagliare - di Nonpercaso -

Sono uno dei tre milioni di morti che sono andati a votare alle primarie, che si sono appassionati al dibattito tra alcuni zombies che si litigavano la premiership. Per questo il mio giudizio è dichiaratamente di parte anche se evidentemente un pò muffito. Ma io resto decisamente inorridito sempre più dai meccanismi di selezione

della nostra classe dirigente. Si, anche quella che dovrà sostituire la vecchia, quella mandata in soffitta da un quindicennio berlusconiano durante il quale ha dovuto subire l'onta delle sconfitte da parte di un jocker nostrano e quella, persino peggiore, della perdita delle proprie identità affogate nel decadimento morale che contrassegna di solito il superamento di fasi storiche. E ho scoperto che basta saper maneggiare internet, costruire un video decente o meno su you tube, sparare quattro cazzate senza contraddittorio per aspirare ad un seggio al Parlamento.

E c'è la scelta democratica del candidato. Gli elettori si registrano, ricevono la loro brava password, ed accedono alla scelta. Nulla di male. Procedure di verifica rigorose, una selva di limitazioni e divieti garantirle.

Io ho dovuto cercare affannosamente la mia tessera elettorale dopo essermi registrato on line, gli ho mollato tre euri, perché sono rincoglionito, ho fatto la fila coscienziosamente e ho votato. Il tutto preceduto da una serie infinita di dibattiti sui media, di confronti all'americana, triturate le budella, incazzature non necessarie.

E, cazzo, potrei persino sbagliare. La mia scelta.

You Tube. Un bel filmatino sulla rete, una serie di buoni propositi, l'aspetto pulitino della normalità. Sia chiaro, io non sottovaluto: l'irruzione di un movimento reticolare basato sulla necessità del cambiamento, il fatto che siano in gran parte bravissime persone, lo schifo del decadimento morale, della deriva della

classe dirigente.

Ma se non sapessi smanettare internet? E cancello la mia pass, la perdo, resetto inconsapevolmente? Se fossi analfabeta, non avessi i soldi per connettermi, nemmeno per il p.c., se mi facesse schifo la tecnologia?

Beh, io non ci sto, non mi piace questa democrazia virtuale, sostituire uno strumento ad un altro e ammantarlo di catarsi. Così non scelgo.

E io voto con entusiasmo persino alle assemblee di condominio.

E spesso sbaglio. Pure là.

Ma nessuno, nemmeno internet, potrà sottrarmi il diritto di sbagliare.

 

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