Ballottaggio: l'infanzia di Matteo - di Ricciolidoro -

 "No, no e no. Secondo no, io voglio vincere." Disse il piccolo Matteo tra urla e strepiti mentre si agitava sul pavimento scalciando in aria verso un nemico invisibile. 

  La mamma alzò gli occhi al cielo e gli disse paziente " Matteo, tesoro, zio Pierluigi in fondo è stato generoso, ha cambiato le regole del monopoli per permetterti di giocare, hai fatto un bel risultato nella prima partita, abbiamo comprato delle figurine pubblicitarie per favorirti, e abbiamo fatto arrabbiare lo zio, e adesso ancora strepiti? Ormai i giochi sono fatti, non puoi avere sempre tutto..."."Io non ci sto! Posso ancora vincere, possono venire a giocare con Antongiulio e Antonpaolo, quelli che stavano nella squadra avversa  in parrocchia, sono dei figli di papà e hanno un sacco di soldi, e pur di non far vincere zio Pierluigi farebbero di tutto. Loro lo sanno che lo zio ha ancora delle idee antiche, e che se vince lui  al monopoli va a finire che mi tassa gli immobili di lusso come il parco della rimembranza. Loro farebbero di tutto per evitarlo e così io posso vincere e fare come dico io! La mia idea di monopoli è innovativa, zio Pierluigi è un vecchio! Basta giocare con i vecchi come a natale, va finire che poi vincete sempre voi come lo scorso anno a trivial pursuit che non mi ricordavo quello della palestina, lì, abu zaben...o abu manez, insomma quello......"  

  Il piccolo Matteo continuava a urlare e strepitare, la mamma non ne poteva veramente più e chiamò al telefono lo zio Pierluigi. Dopo aver riattaccato si avvicinò al piccolo Matteo e provò a calmarlo. Dopo alcuni tentativi vani gli assestò un sonoro schiaffone che gli lasciò una manata rossa sulla faccia.  

  "mamma ma che ffai? Mi picchi? Guarda che chiamo il telefono azzurro!" disse il piccolo Matteo.  

  "ma non tesoro, non sono stata io, è stato lo zio Pierluigi. Dice che si tratta di un nuovo metodo innovativo di risveglio muscolare. Da grande capirai". 

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