Pomigliano: la rappresaglia

" L'impegno dell'azienda è quello di individuare la soluzione che consenta di eseguire l'ordinanza creando il minor disagio possibile a tutti quei dipendenti che hanno condiviso il progetto e , con grande entusiasmo e spirito di collaborazione, sono stati protagonisti del lancio della Nuova Panda." Queste righe del comunicato stampa col quale la società automobilistica ha annunciato il licenziamento di 19 operai per far posto a quelli discriminati in sede di assunzione. La prima parola che mi è venuta in mente quando ho ascoltato la notizia è stata: rappresaglia. Quelle cose che si fanno in guerra. Anche i commentatori si sono esercitati, chi più, chi meno, sullo stesso registro: ritorsione, oppure vergogna per i dirigenti FIAT che hanno preso questa decisione. Ebbene, tornate sulle righe iniziali, c'è tutto quello che bisogna sapere.

Prima cosa:  - l'azienda farà di tutto per evitare disagi ai dipendenti che hanno condiviso il progetto -. I giudici allora avevano ragione,  la FIAT ha assunto sulla base della condivisione del progetto, non sulla base di criteri e parametri obiettivi, se fosse stata necessaria una prova ulteriore della discriminazione commessa contro gli iscritti FIOM CGIL, Marchionne fornisce la confessione. Non basta più lavorare, arrivare puntuali, rispettare le procedure produttive e il contratto di lavoro, bisogna pure condividere il progetto. L'industria del manager col maglioncino vuole più del tuo tempo di vita e della tua professionalità, vuole la tua adesione. Devi pensarla come loro. 

Seconda cosa: "l'azienda farà di tutto...," però, pure se condividi il progetto, ti licenzia. Va bene la colpa è dei giudici e di quelli che non ci stanno a farsi discriminare, però, il lavoratore che ha condiviso il progetto, adesso deve andare a casa. Se ha condiviso il progetto magari se ne farà una ragione.

Per questo, la categoria della vergogna mal si adatta alle relazioni industriali, i padroni, i manager non la contemplano, ci sono i grafici, gli obiettivi, le risorse umane. Per essere un padrone o un manager, tranne rare eccezioni, devi avere i freni inibitori che non funzionano. La soglia del pudore deve stare in basso.

Terza cosa che si ricava, questa volta dalla vicenda e non dal comunicato: quando vengono lesi dei diritti, anche se non sono i tuoi, individuali, ad essere colpiti, la situazione non è mai pulita. Come hanno discriminato quelli della FIOM CGIL possono discriminare chiunque, puoi essere tu quel chiunque.

Quarta cosa: i sindacati che hanno firmato per il nuovo Eldorado dov'erano quando si perpetravano le discriminazioni?  Ora ognuno dei diciannove che la FIAT sacrifica sull'altare della rappresaglia, non può prendersela con chi ha esercitato il proprio diritto a non essere sopraffatto, non può prendersela con un sindacato che ha esercitato il proprio diritto costituzionale ad esistere. Deve prendersela con l'azienda, che ha fatto confezionare il  proprio piano industriale ad una cooperativa di cartomanti, e con i sindacati,  firmatari di accordi, costruiti con la stessa precisione dell'interrogazione dei fondi di caffè. Infine, ognuno degli operai che oggi lavora a Pomigliano, ognuno di quelli che è stato assunto perchè non iscritto FIOM CGIL, deve riflettere su un dato incontestabile: non puoi aderire al progetto di chi guadagna sul tuo sfruttamento. Quando devono aumentare la produttività, loro dicono: " saturare la risorsa". Che ti puoi aspettare da chi parla così?

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