La Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha licenziato il parere, obbligatorio ma non vincolante, sulla bozza di schema di riordino della Croce Rossa italiana.
Si tratta di una mediazione, fra tanti diversi interessi, come è testimoniato dal fatto che il relatore ha scritto, in pochi giorni, più di una proposta di parere. Il punto che più interessa a noi è la sorte di chi, fino ad oggi, ha portato avanti i servizi. Innegabilmente rispetto alle prime proposte del governo, ci sono stati passi avanti. Cominciamo dall'inizio : secondo la commissione la Croce Rossa si è avvalsa fino a questo momento, a parte i volontari di cui non parliamo in questo contesto, dell'apporto appassionato di 4000 dipendenti. Chi ha fatto l'attività sindacale può essere fiero, i parlamentari certificano, nel loro parere, che non vi è differenza, nell'impegno e nello status, fra chi è a tempo indeterminato, chi è a tempo determinato e i militari. 4000 è il numero dei posti di lavoro a rischio che i sindacati hanno sempre indicato nei loro comunicati.
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Palla al centro.
Il governo diceva che la nuova associazione dovesse stabilire il proprio fabbisogno di personale sia dal punto di quantitativo sia da quello quantitativo, scegliendo nel bacino del personale a tempo indeterminato. Sarebbe successo che i lavoratori a tempo indeterminato avrebbero partecipato ad una lotteria per essere scelti ed avere un contratto con meno diritti e meno retribuzione. La commissione invece dice che il fabbisogno della nuova associazione, deve corrispondere a tutti i lavoratori presenti in servizio,a tempo determinato o indeterminato. La lotteria non c'è più.
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Palla al centro
Il governo aveva previsto che i contratti dei lavoratori a tempo determinato scadessero allo scadere delle convenzioni e comunque non oltre il 31 dicembre 2013, il parere della commissione dice che i contratti devono durare fino al 31 dicembre, cioè siano sganciati dalle convenzioni in scadenza.
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Palla al centro
Il governo aveva scritto un sacco di righe sulla possibile mobilità del personale a tempo indeterminato verso le pubbliche amministrazioni, possibilità tutta teorica e cervellotica nel meccanismo. La commissione ha previsto la possibilità che le Regioni internalizzino il servizio, oggi svolto in convenzione, con assorbimento del personale a qualunque titolo impiegato e trasferimento delle relative risorse economiche e strumentali alle Regioni stesse. Non è proprio il meccanismo previsto dall'articolo 70 della 833/78, però ci si avvicina molto.
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Questa è la traduzione in lingua italiana delle quattro pagine che compongono il parere della commissione, gentilmente la nostra solita amica, ci ha aiutato nell'opera di decifrazione.
Non è stato facile ci dice e non è neanche finita. Manca ancora il parere della commissione del Senato e poi di capire come il governo reagirà, entro il 30 settembre deve decidersi tutto. Il 25 ci sarà il pronunciamento del Senato, il 28 il Consiglio dei Ministri, il 30 la firma di Napolitano.
Vediamo i possibili scenari:
1) abbiamo ragione di ritenere che la mediazione raggiunta alla Camera dei Deputati, per fare due esempi, sulla possibile costituzione di una Fondazione pubblica a sostegno della nuova associazione e sul corpo militare, non abbia visto il ministro in posizione ostile. Se ciò fosse vero, la mediazione raggiunta alla Camera sarebbe probabilmente replicata al Senato. A questo punto Balduzzi si presenta al Consiglio dei Ministri il 28 settembre col testo emendato dalle condizioni espresse nei pareri parlamentari e il nuovo testo viene approvato e trasmesso al Presidente della Repubblica. Siamo abbastanza soddisfatti, non è tutto quello che volevamo ma certo è molto di più di quanto era previsto.
2) la mediazione raggiunta alla Camera riguarda le forze politiche ma non il ministro. Il Senato replica il parere della Camera ma Balduzzi non ne tiene conto e si presenta il 28 col testo che il Parlamento - le due commissioni competenti - considerano insufficiente. Lo fa approvare dal governo e lo manda alla firma di Napolitano. Siamo totalmente insoddisfatti, direi molto incazzati.
Il primo scenario è credibile? Si.
Il secondo scenario è possibile? Si ma con tante incognite.
A) si apre un problema politico gigantesco fra il governo e il Parlamento, va bene che è un governo di persone non elette ma fra essere non eletti ed essere totalmente sganciati dalle forze politiche che ti fanno governare, c'è differenza.
B) i lavoratori ricominciano il conflitto ma da una posizione molto diversa da quella iniziale, il Parlamento ha messo nero su bianco che ci sono 4000 famiglie che non hanno alcuna garanzia in ordine al mantenimento del posto di lavoro, ha indicato soluzioni per la riforma, necessaria, e per non disperdere posti di lavoro e servizi.
I lavoratori in lotta andrebbero dalle forze politiche a sostenere la dignità del Parlamento, le forze politiche dovrebbero riconoscere ciò che hanno scritto in un atto solenne e agire di conseguenza. I lavoratori in lotta non sarebbero isolati, il problema che solleverebbero sarebbe prima che sindacale, politico.
Insomma, la nostra amica è un po' stanca. Questi giorni sono stati lunghi, ha tenuto rapporti con i parlamentari, con i radicali e con i democratici sopratutto, si è letta ogni pezzo di carta che usciva. E' qui davanti a me, in un bar tipo quello di Villanova è soddisfatta delle relazioni intrecciate, di aver fatto comprendere la posta in palio: i posti di lavoro e il servizio ai cittadini, ora un po' si gode il momento e la famiglia. Certo continua a telefonare, a parlare coi suoi colleghi in giro per l'Italia, sopratutto quelli della CGIL, ma non solo quelli, i sindacati, chi in un modo, chi in un altro, hanno fatto la loro parte. Alla faccia di tutti quelli che criticano, criticano ma non ci sono mai quando serve.
"Scusa, - le chiedo - ma del commissario non mi dici niente?"
"Guarda, - mi risponde - la commissione ha previsto che alle prossime elezioni non possa essere eletto o votare chi prima di essere commissario non avesse il requisito di socio della Croce Rossa. Magari ti faccio sapere se quello attuale ci rientra oppure no, al momento non mi sembra la cosa decisiva, rispetto a quelle scritte dalla commissione. Non sono appassionata ai destini individuali, non mi faccio prendere dalla collera, il mio obiettivo, quello del mio sindacato era quello dei posti di lavoro e dei servizi che noi vogliamo dare a chi ne ha bisogno. Lo dice anche la commissione, siamo 4000, appassionati, non rancorosi."
La nostra amica, in un sussurro mi dice che non vuole dare un idea trionfalistica.
"Va, bene,vuoi rileggere il pezzo? - le dico -
"No, - fa lei - poi mi pento e ti faccio scrivere cose pessimistiche. Non voglio dare un'idea pessimistica.Oggi è stato un giorno positivo, mettici quello che ho detto."
Andando via mi ricorda lo sciopero del 28 settembre, "ci vediamo in piazza - mi fa,- non mi piace perdere le buone abitudini."
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