Si sono aperte finalmente le urne della competizione elettorale che ha interessato i lavoratori pubblici contrattualizzati. Il risultato di dettaglio non si conosce ancora ma si sa come è andata
a finire: le liste della fpcgil hanno vinto, le liste dei sindacati che hanno appoggiato il governo Berlusconi,Brunetta, Sacconi, Tremonti, hanno perso. Questa verità ci perviene da tre
fatti convergenti: i dati raccolti dalo'unica organizzazione degna di questo nome: la Cgil ; la triste semantica dei comunicati degli altri sindacati..." abbiamo tenuto....ci confermiamo primi
nel comune di Vattelappesca...."; il silenzio della stampa.
Concentriamoci un momento proprio su questo, sul fatto che se si svolge un referendum, che coinvolge qualche migliaio di operai, per decidere della seguente domanda: vuoi essere licenziato o
accetti di pisciare a comando ? Si mandano le troupe televisive, si fanno gli speciali sui giornali in televisione e alla radio, si intervistano i protagonisti e,soprattutto, quelli pronti a
spiegare che con un po'di buona volontà le funzioni fisiologiche si possono controllare benissimo.
Se invece il referendum o le elezioni non si svolgono sotto un ricatto infame, ma rappresentano la verifica di ciò che è successo nel lavoro pubblico e ai lavoratori pubblici, allora neanche due
colonne in cronaca.
Brunetta non ha più niente da dire e tutti gli altri hanno perso la favella?
Non sarebbe interessante un viaggio fra i lavoratori pubblici? Sulla proletarizzazione del lavoro impiegatizio, sul ruolo del pubblico nella riforma dello stato e rispetto al rilancio economico?
No, evidentemente, non è interessante perché queste elezioni sono state vinte dai cattivi, quelli che hanno anche proposte, solo che queste proposte non coincidono con la vulgata comune.
Grande lezione queste elezioni, il lavoro da fare per restituire l'onore al lavoro pubblico e ai lavoratori pubblici è ancora molto, il fatto positivo è però rappresentato proprio dal risultato,
qualcuno è stato premiato, altri sono stati puniti. Le persone che lavorano, garantendo i diritti di cittadinanza, si sono stufate, in maggioranza, di essere insultate e si sono messe in marcia
per invertire la tendenza. L' otto marzo 2012 è stata quindi una bella giornata per i pubblici, sarebbe molto bello, ora, se i vincitori esplicitassero la loro condizione e, dichiarandolo
pubblicamente, si assumessero l'onere e l'onore di formulare una proposta complessiva di riforma del settore pubblico che, abolendo la normativa di questi ultimi tre anni, restituisca efficienza
ai servizi e dignità a chi lavora.
Questo passaggio è indispensabile per segnare un punto di discontinuità con tutto quanto si è verificato fino a questo momento. I sindacati che hanno perso, solo se coinvolti pubblicamente
potranno utilmente trarre giovamento dalla sconfitta delle attività che hanno svolto con il passato governo, altrimenti si finirà nel solito tran tran che favorisce la conservazione. Il paese ha
bisogno che si ricominci a discutere, per il settore pubblico, delle cose che bisogna fare e di quelle che si possono fare con quali tempi e strumenti. Il tentativo del governo Berlusconi
appoggiato un po'da tutti e' fallito, questa verità deve emergere e l'espressione fannullone deve tornare ad essere la qualificazione di uno che si comporta male,non l'etichetta da appoggiare su
ogni persona che serve la comunità. In questo modo l'otto marzo 2012 assumerebbe un valore buono per tutti, in primo luogo per chi ne ha più bisogno, quelli che hanno meno.