Privilegiati e privilegi

Ormai quotidianamente, la televisione ci propone interviste a privilegiati, li vedi sono uomini e donne, in genere sulla cinquantina, come sfondo c'è frequentemente uno striscione rosso o, a volte, le sbarre grige della cancellata di una fabbrica.
Questi sfruttatori si presentano con l'inganno e sembrano soffrire, dopo venti o trenta anni di lavoro, magari su tre turni, eccoli  a lamentarsi del posto di lavoro perso. Privilegiati e distratti. Imperdonabile.
Lacrime di coccodrillo: per anni e anni questi privilegiati vissuti nella bambagia, hanno tramato contro i loro figli e nipoti, si sono goduti la vita come pascià alzandosi la mattina prima delle sei, tornando a casa quando era già buio, a mettere insieme i soldi per il mutuo e magari, anzi senza magari, per le vacanze:  Rimini pensione due stelle " Zia Teresa".
Gente cattiva che, incurante dei giovani,se l'è spassata al riparo dell'articolo 18 e della cassa integrazione e che ora mentre si asciuga le lacrime, non di rado pronuncia le fatidiche parole: dovrò dire a mia figlia che non potrà continuare a studiare, perchè i soldi non bastano più neanche per mangiare.
Immaginateli questi criminali sociali, e comprenderete come l' esistenza dei loro diritti, pardon privilegi, regalie, abbia scatenato un odio che assume i contorni di una ribellione contro l'ingiustizia .
L'odio è il sentimento giusto per definire la lettera comparsa oggi a pagina nove del Corriere della Sera con richiamo in prima.
Diciannove ragazzi, studenti ventenni hanno scritto al Presidente Monti e alla ministra Fornero e, appunto, il Corriere, giornale dell'antagonismo generazionale, ha dato loro il giusto risalto.
Io credo che di questa lettera si parlerà, questi giovani chiedono di partecipare come gruppo d'interesse alla trattativa sul mondo del lavoro, non vogliono subire, come dicono, l'apartheid.
Questi i passi salienti del nuovo manifesto contro l'ingiustizia generazionale:

 Quella che auspichiamo è anche una riforma culturale i nostri padri vivono nella bambagia delle tutele grazie ad un "dispetto generazionale."...
.... siamo costretti tutti noi a soccombere rispetto alle mille tutele che le generazioni che ci hanno preceduto si sono arbitrariamente assegnate

....L'egoismo dei protetti,l'ingordigia dei privilegiati sono malattie che rischiano di ammorbare il nostro avvenire.

Una prosa appassionata,non c'è che dire e che profondità culturale!che stile!
Si vede che hanno studiato,mentre i bastardi privilegiati si alzavano prima delle sei e tornavano col buio.
La lettera di cui riportiamo i passi salienti esiste davvero, anche se sembra uno scherzo per la quantità di idiozie che contiene.  E' la spremuta di tutte le posizioni più retrive presenti nel dibattito sul nuovo mercato del lavoro.
La ricchezza non deve essere toccata, perchè come scrivono questi piccoli fenomeni il conflitto è fra padri e figli, non fra la ricchezza prodotta e la sua appropriazione privata. Come è noto sono i lavoratori a volere il precariato, non le imprese.
Colpisce il cinismo di queste persone,  colpisce questo reclamare una corsia preferenziale in virtù dei meriti anagrafici  a scapito dei diritti dei loro parenti più prossimi: i padri e i nonni.
Colpisce il conformismo, cianciano di economia ripetendo luoghi comuni appresi in dibattiti di quarta serie e appunto l'egoismo di cui trasuda ogni singola parola che hanno scritto .Va bene che ad un certo punto, secondo la psicoanalisi, bisogna uccidere il padre, ma è una cosa simbolica, bisognerebbe spiegarlo a queste piccole belve, perchè da come scrivono il prossimo passo sarà l'aggressione fisica.
Non avrei voglia di discutere seriamente, piuttosto un paio di schiaffoni dati in grande amicizia e solo a scopo pedagogico : 1) essere giovani non è un merito, è una condizione; 2) se qualcuno studia vuol dire che altri lavorano per lui, se questi studenti vogliono fare il cambio fra la loro condizione e quella di un privilegiato descritto nelle prime righe, penso che non dovrebbero aspettare molto per ottenere il tanto agognato cambio. Si accorgerebbero dopo pochi minuti che sti matti di operai si sono assegnati privilegi che solo un deficente può ritenere tali.
Per fortuna sti diciannove non rappresentano i giovani, ma soltanto l'imbarbarimento cui siamo giunti nella discussione sociale.Conosciamo tante persone sotto i trent'anni che comprendono  dove è il marcio e che, essere reintegrati in un posto di lavoro perchè il padrone ti ha licenziato, per capriccio, non è un privilegio, ma il prodotto di un movimento gigantesco di giovani operai e studenti, non scimmiette ammaestrate, che i loro diritti se li sono conquistati.