Landini ha ragione ! Landini ha torto! Preferisco la Sacher

Allo scopo di sgombrare il campo da ogni fraintendimento dichiaro, anche se non ci sarebbe necessità, che  la riforma del lavoro presentata dal governo, è largamente insufficiente rispetto alle necessità che ci sarebbero, per rilanciare l'economia. Dichiaro inoltre che, una riforma e la manomissione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, stanno insieme solo per le ragioni ideologiche del padronato italiano. Non centra niente la creazione di opportunità per i giovani e, neanche, l'attrazione degli investimenti esteri o la fine del nanismo industriale italiano.
Dichiaro infine che Landini mi è simpatico e frequentemente dice cose giuste, in questo articolo uso il nome Landini a parte l'inizio, per discutere con un moto dello spirito presente in ognuno di noi che, a volte, non ci fa apprezzare le cose buone.
Sono contro il pessimismo cosmico, sono per il bicchiere mezzo pieno, mi piace pensare che certe cose cambiano perchè ho fatto qualche cosa positiva,non che sono incapace perchè non cambiano come vorrei esattamente io.
Sistemato chi deve essere rassicurato, possiamo discutere del momento che si è aperto con la presentazione dell'articolato di riforma del lavoro.
La proposta del governo, sul punto che, subito, aveva catalizzato tutte le attenzioni, cioè la manomissione dell'articolo 18, si è modificato su un nodo fondamentale: la possibilità che il licenziamento illegittimo, riconosciuto come tale dal giudice, possa essere sanzionato col reintegro.
Monti e la Fornero avevano stabilito e dichiarato, che  fosse previsto soltanto un risarcimento per i licenziamenti disciplinari o per motivo oggettivo economico.
Il testo licenziato invece, prevede che il reintegro abbia ancora cittadinanza nel nostro ordinamento, seppur con una formula  non proprio chiarissima. L'unica cosa certa, rispetto alla prima versione, è che il giudice non ha più solo la strada del risarcimento.

A questo punto il grande dilemma: come leggere questo fatto? È positivo, è negativo?
La CGIL ha proclamato 16 ore di sciopero, contro l'insieme della manovra del governo e naturalmente contro il tentativo di eliminare l'elemento di deterrenza ai licenziamenti a capriccio, cioè per mantenere il reintegro. Ora,  un primo bilancio deve essere fatto: sugli ammortizzatori sociali e la lotta alla precarietà non si sono fatti passi avanti, sui licenziamenti a capriccio e stata modificata l'impostazione governativa e padronale. Certo non pienamente nel senso da noi auspicato, ma non si è rimasti fermi. Tutto ciò non è piovuto dal cielo, i lavoratori organizzati dalla CGIL hanno svolto la loro bella parte spostando gli altri sindacati e l'equilibrio delle forze di governo.
La FIOM sostiene che,a parte tutto il resto, c'è stata la manomissione dell'articolo 18 quindi la lesione inaccettabile dei diritti dei lavoratori. Per dimostrare questa asserzione, Landini usa parole forti: il reintegro praticamente è sparito, rimarrà solo per casi estremi, il resto è fumisteria. Il problema è che questa è la tesi del Presidente del Consiglio Monti.
Nessuno però, non Landini, non Monti sono  in grado di spiegare perchè, rispetto all'inizio, sarebbe cambiato il testo sul quale tutti, a parte Susy, si erano dichiarati d'accordo.
Scarterei la modifica del testo per motivi estetici o formali, quando si tratta di diritti dei lavoratori, il fenomeno, non ha pudore come ha già dimostrato.
Landini, va bene che sei modesto, però te lo devo dire, sei stato anche tu a far cambiare quel testo, il testo nuovo non è come quello vecchio, anche grazie a te,Landini.
I padroni lo sanno bene,  quando si scrive una legge, vale quello che scrivi, sulla base dello scritto i giudici  devono interpretare i casi concreti.
Nella prima versione non c'era nulla da capire, il reintegro per i disciplinari e gli economici non era previsto. Su questa versione almeno i giuristi si stanno accapigliando. La cosa che mi colpisce però è l'uso, da parte di Landini, delle dichiarazioni di Monti per giustificare la propria posizione: se lo dice il nemico allora è vero. Secondo me questo è un procedimento logico sbagliato. Altrimenti deve valere anche il contrario: visto che la Mercegaglia strepita come una gallina strozzata, allora hanno ragione quelli che dicono che l'art.18 non è stato toccato. Confindustria addirittura ha

sostenuto: meglio niente che questa riforma.
Con queste argomentazioni non facciamo passi avanti.
Dobbiamo considerare il contesto per capire un testo e il contesto non è un bosco incantato, ma un prataccio pieno di rifiuti. Vogliamo parlare del governo, degli altri sindacati, della situazione sociale? Non c'è bisogno, vero, di dire che non c'è la sinistra in Parlamento e neanche nel paese sta tanto bene.
Non c'è bisogno.
Lo scrivo per ricordarmelo ogni momento e misurare, insieme a Landini, anche grazie a Landini, i passi che facciamo per cambiare la situazione.
La domanda che dovremmo porci è: l'articolo 18 è stato manomesso?
Si, altrimenti non si discuterebbe neanche. Landini hai ragione!
Questa manomissione rappresenta lo smantellamento della funzione dell'art.18?
No, perché, in quanto, è prevista la reintegra, pur nella forma nebbiosa con la quale è stata scritta, il padronato non ha via libera per i licenziamenti a capriccio. Landini hai torto!
 In ogni caso, oggi, con la formulazione fumosa che abbiamo letto, i lavoratori sono più forti o più deboli rispetto alla prima stesura? Secondo me sono notevolmente più forti e tutti gli altri più deboli. Vogliamo regalare questo risultato, dire che non è cambiato nulla e che le manifestazioni di questi giorni non sono serviti a nulla? Non si deve fare,  chi lo fa, con le migliori intenzioni, rischia di sprofondarsi e sprofondarci in una sconfitta psicologicamente infinita.
D'altra parte, mettiamo l'ultimo punto sulla lavagna, la CGIL non ha firmato un accordo, non ha concordato il testo, ha registrato il passo avanti e, ritiene che si sia raggiunto, nella condizione concreta,  non in quella immaginaria, un punto di equilibrio. La CGIL non ha revocato le ore di sciopero proclamate, non ha smobilitato, ha dichiarato che occorre presidiare l'attività parlamentare, per tutte le questioni ancora aperte e, giova ricordarlo  neanche questo primo passo  è sicuro. Non è cambiato l'atteggiamento nei confronti del governo e delle misure che ha preso e che vuole prendere. Ci piace la celebre torta di Moretti, non vogliamo continuare a farci del male.