Non me ne sono accorto, Bonanni, il cornuto e l'AMA

Intervistato sulla manifestazione della CGIL di sabato 20 ottobre a Roma, - il lavoro prima di tutto -, il segretario generale della CISL Raffaele Bonanni, non si e' lasciato sfuggire la battuta di cui e' maestro: non me ne sono accorto.

In serata ha rettificato il tiro e ha detto di aver rispetto per chi protesta.

Chi protesta non rispetta Bonanni, ma questo e'un dettaglio in questo contesto.

Il simpatico Raffaele non si smentisce mai, ogni volta che c'e' una manifestazione di qualcuno diverso dalla CISL o la manifestazione e' inutile, oppure non se ne accorge nessuno, naturalmente lui per primo. Si era persino inventato, con l'altro battutista Angeletti, le manifestazioni di sabato oppure la sera. Mah.

Ma a parte le manifestazioni della CGIL che non hanno bisogno dell'attenzione dell'arguto leader della CISL, vorremmo sapere se il buon Bonanni si e' accorto di come la sua organizzazione si comporta all' AMA di Roma. I giornali a partire da una vicenda di promozioni per sindacalisti, CISL, UIL, UGL, hanno fatto  emergere una realtà più accecante di una bella manifestazione trattata con disprezzo. La CISL, nell'azienda che tratta i rifiuti a Roma, secondo le ricostruzioni, ha messo in piedi un sistema di potere insieme all'amministrazione, capace  di stabilire un tariffario, per gli avanzamenti di carriera di chi e' disposto a pagare. Per ogni livello un prezzo. Come si dice: e' il mercato bellezza. Sciascia ne "il giorno della civetta" mette in bocca al boss mafioso la seguente definizione di cornuto: se la moglie di uno lo tradisce, il tradito non e' cornuto, ha avuto una disgrazia. Ammazza moglie e amante della moglie, e nessuno può canzonarlo. E' cornuto se, tradito, non fa niente. Ho riportato il senso della parole di Sciascia, non la loro esatta disposizione e certo non voglio dire che Bonanni sia mafioso o paragonabile a un mafioso. Può succedere che un pezzo grosso della tua organizzazione, sia un poco di buono e utilizzi la carica che ricopre per farsi gli affari suoi. Questa e'una disgrazia. L'unica cosa che non puoi fare, tu che sei il capo del sindacato, e' tacere. Non puoi dire che non te ne sei accorto perché, ora  anche i giornali te lo dicono, parlano di te. Mica vogliamo pensare che un poco di buono, capo di 2900 iscritti, sia in grado di condizionare un grande sindacato confederale. Perfino il segretario generale dell' UGL ha cacciato quelli dei suoi che erano coinvolti. In ogni caso sia la CISL, sia la UIL sono già in grave ritardo. Questa vicenda comunque ci dice un'altra cosa, i lavoratori dell'AMA di Roma iscritti alla CISL, se non si ribellano, sono complici. Prigionieri dell'illusione che con i favori, anche se a pagamento, si possano fare passi avanti duraturi. Infine, ma certo e'una posizione estrema, io se fossi la CGIL non mi siederei, a Roma, a nessun tavolo con la CISL e la UIL, fino ad un chiarimento sul tema della legalità nei posti di lavoro. Va bene l'unità sindacale ma non a qualunque costo, non con qualunque persona. La CGIL non ha partecipato alla spartizione proporzionale delle promozioni per i sindacalisti, non ho dubbi che se fosse successo, il responsabile sarebbe stato sospeso cinque minuti dopo la denuncia pubblica, neanche quella penale. Tuttavia non ci si può accontentare, bisogna andare in fondo a questa vicenda e spingere anche le altre organizzazioni a comportamenti coerenti con la storia del sindacalismo confederale. Se necessario in maniera brusca, poi, dopo la pulizia, tornare a difendere il loro diritto di essere disattenti quando si svolgono manifestazioni che raccontano la crisi che colpisce i lavoratori che non pagano per il passaggio di livello.

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