Ricciolid'oro

Nel marzo 2002 la mia vita era cambiata: un terromoto personale aveva
virato futuro e prospettive.
Non ero iscritta alla cgil, non più, da qualche anno. Per divergenze
profonde con una dirigente del mio settore
avevo disdetto la tessera dopo tormentate lettere a Cofferati e
insoddisfacenti colloqui con alti dirigenti. Ma la CGIL va molto oltre i
suoi dirigenti, che passano e cambiano, ed era rimasta dentro di  me.
Quando la CGIL chiamò quel 23 marzo io c'ero.
Erano venuti a dormire a casa mia cugina ed il fidanzato per venire alla
Manifestazione,  ci alzammo con calma e dopo qualche chiacchiera ci
avviamo a prendere la metro B, destinazione Piramide. La metro era
piena  di compagni accaldati e vocianti; scendemmo alla stazione di
Piramide e ci immergemmo nel grande flusso di bandiere rosse su viale
Aventino. Presto  ci rendemmo conto che non era possibile entrare a
Circo Massimo e ci sistemammo nei pressi di uno schermo per assistere al
comizio conclusivo. Circo Massimo e tutte le strade intorno vibravano di
un'unica essenza, giovani insieme a vecchi ed  adulti, allora, a difesa
di un diritto, a difesa della nostra storia. Il boato della folla, una
folla pensante e convinta,  alla fine del discorso di Cofferati.
Il giorno dopo andai dal compagno del mio posto di lavoro e mi feci
nuovamente la tessera.
Non sapevo, allora, che il 23 marzo 2002 avrebbe segnato l'inizio della
mia avventura in CGIL.