Una giusta causa

12 febbraio 2012

Non leggo abitualmente il giornale che fu di Eugenio Scalfari e ora di Ezio Mauro, quando Francesco Merlo lasciò il mio amato Corriere, soffrii,non vacillai.
Oggi, 12 febbraio lo scoop in prima pagina: il fenomeno, Monti il giusto, si sarebbe incontrato in un luogo segreto, ma neutro, con Susanna, l'irriducibile.
Lo scopo : trovare un accordo sul celeberrimo art. 18 allo scopo di salvare l'Italia, una via d'uscita che, attraverso un paio di accorgimenti tecnici e un po' golpisti, renda più semplice licenziare.
Gli accorgimenti tecnici sono presto detti: 1)per i precari neo assunti una sospensione temporanea, tre o quattro anni, della possibilità di essere reintegrati sul posto di lavoro in caso di licenziamento senza giusta causa, 2) per i giudici del lavoro la possibilità di interpretare meno rigidamente la giusta causa per licenziare.
Che ci vuole? un po' di buona volontà!
Facciamo finta, è una finta siamo chiari, capito?una finta, che Susy possa essere disposta ad accedere al primo punto: chi garantisce che esso possa tradursi in una vendemmia di assunzioni fra i precari? Dovrebbe esserci una legge che in primo luogo agisse nei confronti del datore di lavoro pubblico. E' credibile che il governo promuova una legge per far assumere sia pur con diritti ridotti, temporaneamente, alcune centinaia di migliaia di precari? Per il privato non ci sarebbe problema, ci si affiderebbe alle previsioni: se togliamo l'articolo 18 le imprese assumeranno, dicono speranzosi i professori, lo dicono con le migliori intenzioni, per carità, ma chi farebbe un accordo sulle intenzioni di soggetti estranei alla trattativa?
In primo luogo manca la carne a questo presunto accordo, siamo alle chiacchiere da salottino di seconda classe. Poi c'è la parte propriamente golpista per come c'è stata raccontata dal giornale di E.S.: l'interpretazione dei giudici.
I giudici interpretano una legge, quindi bisogna mettere mano alla legge per rendere meno stringente la possibilità del reintegro o allargare per gli imprenditori, l'invocazione della giusta causa e anche per questa via rendere più semplici i licenziamenti.
Se non fai una legge, suggerisci. Faresti un accordo sulla base di un suggerimento che potrebbe non essere accolto?Se pensi che possa bastare un suggerimento del governo per ottenere una interpretazione alla magistratura, vuol dire che la magistratura è sottoposta al potere dell'esecutivo.Ci fanno venire i dubbi sull'allontanamento  di Berlusconi dalla cosa pubblica.
Dato per buono, sempre per finta, che Susy possa accettare il primo punto, sul secondo pensiamo ci sia poco da fare : una legge sulla materia dei licenziamenti con le caratteristiche che ci ha raccontato il giornale di E.M.sarebbe effettivamente troppo.
Ora però usciamo dallo scherzo, Susanna Camusso ha smentito l'incontro segreto, anche il Fenomeno l'ha fatto, per quanto quest'ultima cosa abbia per noi importanza relativa.
La Repubblica conferma l'incontro e attribuisce l'informazione ad una fonte sicura, rileggiamo l'articolo allora e ci accorgiamo che : 1)non c'è una data, 2)non c'è un luogo,3) non c'è un testo. Nuovo stile dell'informazione.
Giornalismo un tanto al chilo verrebbe da dire e però bisogna dire anche di più: se anche, e il periodo ipotetico deve essere sottolineato una trentina di volte, Susanna Camusso avesse trovato un accordo col Fenomeno sui contenuti citati dall'articolo, essa non sarebbe la sola a decidere una cosa del genere. Bisognerebbe passare per i direttivi di categoria ad ogni livello territoriale e poi al direttivo nazionale confederale, infine si passerebbe per una consultazione con i lavoratori e le lavoratrici. Io, chiunque fossi, non scommetteri sul successo di una consultazione per la modifica dell'art.18 dello statuto dei lavoratori, in Italia, il paese del 23 marzo 2002.
 E' probabile, che l'articolo sia uscito per vedere le reazioni della CGIL di fronte ad una proposta ritenuta di mediazione e, in caso negativo, tirare la volata ad un nuovo accordo separato.
Susy, in un solco che viene da lontano, ha dichiarato che l'art.18 è una questione di civiltà, non un capriccio, è pronta a rigirarsi il cappelletto rosso a metterlo con la visiera al contrario e a tornare dove è già stata. In piazza. Non da sola.