Desistenza

Da qualche giorno gira la voce della desistenza, non la specifico, perchè, in quanto voce, non è specificata. Viene buttata giù nel pastone televisivo accostata al PD e ad Ingroia. Orlando il sindaco di Palermo, che sta con Ingroia ha svelato che gli è stata proposta da Franceschini. Franceschini ha


negato, Letta il giovane ha confermato la versione di Franceschini. Orlando ha ribadito la sua rivelazione. Tutti democristiani, sarà un caso, accapigliati attorno ad una parola non specificata. L'impressione è la seguente: desistenza è una cosa brutta se tutti si ritraggono schifati. Orlando infatti ha fatto la rivelazione come se si trattasse di un patto disonorevole e contrario alle regole democratiche. Io trovo il balletto della desistenza diseducativo, provo a spiegare perchè: col patto Berlusconi – Lega e Berlusconi tutti gli altri, almeno due regioni fondamentali per il premio di maggioranza al Senato sono in bilico, forse tre o quattro. Il PD e SEL quindi, potenzialmente, non sono autosufficienti per avere la maggioranza in tutti e due i rami del Parlamento . Ingroia, con tutta la buona volontà, la sua faccia western e tutto il resto è destinato, se supera lo sbarramento, ad una opera di testimonianza, non è alle viste una cavalcata travolgente anche perchè c'è la concorrenza del movimento 5 stelle. Lo so ogni militante di partito o di movimento fino alla notte prima dell'apertura delle urne interpreta i segni del cielo e pensa che sarà il primo, il più votato. Non sarà così, questa è una campagna elettorale fra le più dure del dopoguerra, sarà quindi bene che prima di parlare ci si beva un po' su, si facciano allentare i nervi, si discuta facendosi scappare anche qualche risata.

E se fosse la strada giusta quella della desistenza? Ragioniamoci un momento, in Lombardia, nel Lazio, in Sicilia, in Campania si potrebbe decidere tutto per pochi voti, il PD con SEL partono, rispetto a Rivoluzione Civile, con molte più carte. Rivoluzione Civile non avrà una percentuale da prefisso telefonico e la percentuale che otterrà, non la porterà al governo ma potrebbe essere quella giusta per finire la partita con Berlusconi e pure con Monti.

Lo so, lo so, se fosse così semplice ci sarebbe stato un accordo prima, se fosse così semplice Orlando non avrebbe fatto gli occhietti furbi per la rivelazione, Franceschini non avrebbe negato un po' schifato. La politica non è una cosa semplice e neanche una cosa statica, dieci giorni fa la situazione era una , ora potrebbe essere un'altra, bisogna prenderne atto ed attrezzarsi.

La desistenza non è l'annullamento delle differenze, non è l'accettazione dell'altrui programma o degli altrui candidati e neanche delle altrui prospettive. Pensiamoci un secondo: sia il PD più SEL, sia Rivoluzione Civile vogliono mettere una pietra sul Berlusconismo, direi che è un buon punto di partenza. Ci sono divergenze sull'esperienza del governo Monti, queste divergenze non hanno impedito al PD e a SEL di allearsi, figuriamoci fare un patto di desistenza. Se fossi Ingroia, lo proporrei io il patto di desistenza, in maniera pubblica, e poi ne negozierei le condizioni di reciproca soddisfazione. Se andasse in porto l'operazione e non è una cosa semplice, significherebbe battere Berlusconi, battere la Lega in Lombardia, scacciare i venti secessionisti e mettere nell'angolo le componenti PD che vogliono il rapporto con l'agenda Monti. Se fossi Vendola non direi: “ tocca al PD decidere”, direi: “ è una buona politica quella che fa accordi alla luce del sole e per una buona causa”. Si sale in politica se si indossano le scarpe adatte.

 

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