Lincoln

Per me, Spielberg, gli Oscar li può andare a prendere a Forcella. E' un film, intendiamoci. Prende una porzione della vita di Abramo Lincoln, lo santifica, giustamente, lo inquadra stilizzato come un'ombra gigantesca su tutto e tutti, ma non merita gli Oscar a parte quello, ma sarei prudente, per il protagonista. Rari spruzzetti di sangue, montagne di pistolotti, la vita coniugale difficile, il figlio col complesso dell'eroe.


La politica si, la politica si vede, come visione di uno che ci ha visto lungo e come rappresentazione della sua parte più oscura e necessaria: la corruzione, le minacce, le manovre. Abramo, l'unico uomo tormentato, lui, il lungagnone interpreta, col XIII emendamento, le ragioni morali che  giustificano la fine della schiavitù e quelle economiche che la rendono indispensabile. Manca il movimento della società, ciò rende tutto con il respiro corto. Poca guerra, poco conflitto e relegato solo nel salone della politica dei politici. Complessivamente godibile da guardare esclusivamente in inverno, attenti però, concentrati, perchè ci sono frasi da riciclare in ogni scena. Se imparate bene allieterete i vostri compari di desco per serate intere. Vi ricorderà la gioventù passata. E' un film, detto nel senso migliore del termine e in grande amicizia, parrocchiale.

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