Campagna elettorale tre cose che ho capito, una richiesta

La campagna elettorale che sfocera' nel voto del 24 e 25 febbraio può essere rubricata sotto la voce non esaltante del meno peggio. Ovunque ti giri, in luogo dell'entusiasmo trovi la mestizia a volte mascherata da aggressività. Io sono più di sinistra, tu oggettivamente aiuti il nemico. Vuoi vincere per fare l'inciucio, tu invece non puoi vincere e ci condanni ad un nuovo governo delle destre. Questi i lampi di entusiasmo.


Messe così le cose la grande parte dell'elettorato, quelli che non leggono i nostri giornali, quelli che cambiano canale ogni volta che vedono un politico parlare, quelli che un politico non l'hanno mai visto, se non su un manifesto una volta ogni cinque anni, questa gente che non si incontra mai e che tutti i giorni é con noi, da una campagna elettorale fatta di formulette e schieramenti a tavolino, é respinta. Pensa che è tutto uguale che tutti dicono le stesse cose. La mia breve riflessione è rivolta ai nostri, lo sapete chi, tutti i nostri.

Dirò tre cose di quelle che ho capito io, non da questa campagna elettorale.
La propaganda é una cosa seria, serve a mettere in evidenza le magagne dell'avversario e per contrapposizione le tue cose migliori. A me sembra che la propaganda sia diventata una brutta parola, per attaccare gli altri, schifati, diciamo: sta facendo propaganda. Per noi se non possiamo imbastire un bel dibattito di ore e ore, si è semplicisti. Una campagna elettorale serve a contare i voti, non a pesarli, una buona propaganda conta. Poche parole semplici, pochi concetti chiari, roba che si capisca e sia orecchiabile, che possa passare di bocca in bocca. Non mi sembra si sia perseguita questa strada. Ragionamenti spesso fumosi, a volte contraddittori.
La politica, i rapporti di forza concreti, cosa fare, come farlo, con chi farlo. C'è bisogno di dirlo?Ragionamenti spesso fumosi, a volte contraddittori.
Infine la cosa più importante, quella che rende comprensibile sia la propaganda che la politica: la visione, la prospettiva.
Perché devo votare l'uno  o l'altro ?
Senza la visione la politica diventa amministrazione, ma se ci fate caso, anche l'amministrazione, la buona amministrazione non è più monopolio della nostra parte politica. Una volta c'era la diversità, una volta c'era l'esclusiva dell'onestà, ora no, sul punto non c'è bisogno di dilungarsi, voi i giornali li leggete. Era buona amministrazione quella della nostra parte, quando era sostenuta da una visione, c'era la prospettiva di un paese diverso, di un rovesciamento di potere sociale. Voto da una parte perchè i nostri amministrano in nome di un ideale, io il sindaco lo incontro in sezione, se si comporta male, lo attacco al muro. Sta roba non c'è più. E non c'è la visione ora che anche Napolitano ha certificato la fine del comunismo. Questo il punto di crisi. Irreversibile? Mah non sono in grado di dirlo, però voglio dire una cosa più semplice, in una competizione elettorale si può essere anche meno millenaristici, si può evitare di farla lunga sui massimi sistemi o su quando saremo tutti morti, si può fare una operazione più semplice sul terreno squisitamente riformistico.

Basterebbe che qualcuno dicesse vota per me, io voglio inverare la Costituzione Italiana, la voglio togliere dalla bacheca delle celebrazioni, dei discorsi accorati e impotenti, non un singolo articolo per quanto nobile, il primo, il terzo, l'undicesimo, la voglio inverare tutta, il mio programma politico è scritto li, da tanti anni. Sono stati fatti passi avanti, sono stati fatti passi indietro, io voglio riprendere in mano quella bandiera, quell'incontro. Ogni articolo preso in se è nobile, qualcuno naturalmente fa storcere il naso, ma presa nel suo insieme nei valori fondamentali, la Costituzione del 1948 è la prefigurazione di una società infinitamente migliore di quella attuale. La visione è appunto l'annuncio di una società nuova rispetto a quella attuale, una società per la quale sarebbe giusto, appassionante,divertente lottare e certo, siamo in campagna elettorale, votare.

 

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Commenti: 8
  • #1

    daniela capacci (domenica, 10 febbraio 2013 22:35)

    Mi Sono trovata anch io a fare considerations simili penso che la politica sia una diretta conseguenza Di un cambio radicale che sta avvenendo nell umanita il forte individualismo e l attaccamento morboso a tutto cio che e materiale mettono in evidenza gli aspettI peggiori dell essere umano .....e molto difficile diffondere l idea che il tornare indietro in realta sarebbe andare avanti e ancor piu difficile sarebbe applicarlo nel mondo Di vivere dando l esempio alle nuove generazioni come genitori insegnanti semplici cittadini....troppo spesso ce la prrndiamo con I giovani ma gli stiamo consegnando un mondo che fa schifo...la colpa e solo dei politici ?????

  • #2

    Fabrizio Modoni (lunedì, 11 febbraio 2013)

    Concordo pienamente. Dopo anni e anni di Berlusconismo e pochi mesi di liberismo sfrenato, il programma elettorale della sinistra, tutta la sinistra, è scritto nella costituzione, dal primo all'ultimo articolo. Non a caso da più parti si cerca di modificarla. Certo che il pareggio di bilancio in Costituzione ha consentito di giustificare un asservimento della politica alle leggi della ragioneria, e questo incide anche sul limite di una concezione prospettica della politica, anche a livello puramente amministrativo.
    Spero che quest'ultimo scorcio di campagna elettorale sia messo a frutto per convincere gli elettori "distratti", con messaggi e parole semplici, chiare e dirette, piuttosto che per aggredire e riconvertire quelli convinti.

  • #3

    Stormy Weather (lunedì, 11 febbraio 2013 21:00)

    A parte che dette così mi viene da pensare "come non essere d'accordo con queste parole".
    Puttosto sento che ad essere inadeguate sono le barriere che dividono la politica dai cittadini. Quelle invisibili ed invalicabili barriere che un tempo ponevano i politici in un empireo che era possibile solo contemplare dal basso. Basti solo pensare al "cursus" lungo e difficile che si doveva seguire per poter essere tra i "presentabili" del Partito.
    Oggi questa visione non trova più lo stesso radicamento. Oggi il cittadino vuole provare a metterci le mani, direttamente, anche e soprattutto spinto dal desiderio di "mettere a posto" di "fare bene" dopo decenni di disordine e malapolitica.
    Rimangono sacche di nostalgici ed incalliti sostenitori del solito partito di sempre. Gente che sa già cosa andrà a votare tra cinque anni... l'inconsapevole rendita di posizione di un'intera classe di governanti e in-governanti. Lo zoccolo duro che a fronte di tanta cultura "progressista" ora si erge di fronte al nuovo che avanza.
    La difesa della Costituzione, della democrazia, della libertà e dei diritti non si discutono. Ma non riempiamocene la bocca pensando di averne l'esclusiva. Il mondo non si divide più in centro-sinistra e centro-destra. Questa è una logica errata, imposta da chi vuole semplificare il controllo delle coscienze...
    Lo so che non sarò compreso... con la scusa di avermi compreso benissimo sentirete di potermi incasellare a piacimento...
    Dal mio canto posso solo dire che mi dispiace. Non posso accompagnarvi più... e non sapete quanto mi dispiace girarmi indietro ogni tanto e non vedervi intraprendere la stessa strada.

  • #4

    Claudio (lunedì, 11 febbraio 2013 23:02)

    Beh, in effetti si fa fatica a comprendere la tua visione degli altri. Come fossero una massa informe e manovrata a cui si applicano regole di finta democrazia per tenerli buoni e dargli l'illusione di decidere. E questo tuo girarti dietro mi suona vecchio. Sei avanti, ma forse su una cosa ti sbagli: per noi la Costituzione è proprio di tutti, anche di quelli che non l'hanno voluta ieri e di quelli che non la vogliono oggi. E questo per noi è il discrimine fondamentale, culturale, con la destra.

  • #5

    Stormy Weather (martedì, 12 febbraio 2013 17:47)

    Caro Claudio "noi",
    non giudico gli altri come dici tu, e non capisco da cosa lo hai dedotto.
    La massa informe esiste, e ne facciamo parte sia io sia tu. Quel che c'è di peggio è che qualcuno se n'avvantaggia, ci sta guidando o ne sta traendo auspici e segnali per volgere in proprio profitto i cambiamenti.
    Non pretendo di essere avanti, mi piacerebbe vedere altri amici fare lo stesso percorso. Solo questo.
    Sulla Costituzione sfondi una porta aperta.
    E' sul partecipare la politica che tento di mandare dei messaggi.
    Una volta uno strano signore mi disse: la politica in Italia è soprattutto un grazioso diletto per folle di sfaccendati impiegati statali.
    L'ho odiato per anni.
    C'ho messo decenni per capire cosa voleva dire.
    Aveva ragione.
    Non te la prendere... è come dici tu, sono vecchio.

  • #6

    Claudio (mercoledì, 13 febbraio 2013 18:19)

    Caro Stormy,

    Mi fa piacere vederti un po' piú 'umano' , il tuo post precedente sembrava disceso dal cielo e, da quello che ho capito, questa è una combriccola di miscredenti.
    Ma adesso tocca a me spiegare: il noi discende da una identità collettiva, quella che tu confermi vedere come massa informe, e quindi mi è venuto naturale contrapporlo al tuo io. Quindi io ho una opinione diversa delle masse e la tua mi pare elitaria.
    Il cambiamento assume sovente forme impreviste e sono spesso le masse informi a determinarlo, molto più delle classi dirigenti. Occorre lavorare per fare emergere i bisogni collettivi e tenere conto del contesto nel quale essi si calano, se si è disposti ad ascoltare e a imparare si può fare molto. E questo è il nostro sentire il cambiamento e la partecipazione.
    E a me francamente il giudizio dello strano signore mi pare infarcito di luoghi comuni, sulla politica e sugli impiegati statali. Ma forse mi manca qualche decennio di riflessione sopra.
    Ma non mi mancano riflessioni sulla strana idea del potere che è radicata nel comune sentire, una idea di sopraffazione e non una condizione decisoria. E che in qualche modo trovo legittimata nel metodo dei tuoi ragionamenti.
    Non te la prendere tu, anche io sono vecchio.



  • #7

    Stormy Weather (venerdì, 15 febbraio 2013 08:00)

    Sicché la mia idea di massa ti pare "elitaria"?!
    Strano modo di apparire dopo aver partecipato e condiviso e lottato assieme agli altri e poi... aver cominciato timidamente ad esprimere qualche piccolo dubbio...
    Li conosco quasi ad uno ad uno quelli che hanno un cassetto pieno di etichette da appiccicare su cui è scritto "antipolitico" "populista" "fascista mascherato" "liberista" etc etc.
    Non bisogna lavorare per far emergere i bisogni, questo lo fanno gli sfaccendati cui alludevo. Impieghiamo le energie per risolverli i bisogni, subito e direttamente.
    Sembra niente, ma è tutta lì...

  • #8

    Claudio (venerdì, 15 febbraio 2013 11:26)

    Mi dispiace ma io non ho etichette. solo opinioni, molti dubbi e poche certezze. e tanto lavoro...
    a presto