All'elettore di Berlusconi

Il voto io lo rispetto. Tutti devono potersi candidare, tutti devono poter votare chi gli pare. Il voto è un diritto, mi batterei, non a chiacchiere, per far votare uno che la pensa diversamente da me.

Certo poi questo diritto ti ha fatto votare per Berlusconi, hai votato per il successore  di Formigoni, ci penso e


confermo il mio pensiero, rispettoso, sul voto. Però te lo devo dire, la tua scelta la rispetto di meno. Non sei solo tu, non sei solo l'industrialotto brianzolo, non soltanto il parassita che campa nel sottobosco delle prebende politiche, non soltanto l'irriducibile anticomunista, il tifoso milanista ultimovenuto,l'evasore fiscale che ha il terrore di finire la sua bella carriera. No, non sei l'insieme di figure sociali e psicologiche buone per il copione di un film di Albanese, sei parte di un popolo, siete, tutti insieme uno per l'altro, i corrotti e i corruttori di un paese che non riesce ad uscire dal tunnel nel quale si trova. Avete votato sostenendo che quella minorenne fosse una nipote, che la Minetti avesse un curriculum, che la Lega fosse un partito e non una ditta familiare. L'avete fatto perchè credete, per vocazione o convenienza, al pifferaio magico. In primo luogo io sono contro di voi, non siete un branco di ingenui, no, siete un gregge di profittatori. La politica è uno scontro di interessi sociali e visioni del mondo, del futuro. Sono contro i vostri interessi sociali, sono contro la vostra visione del mondo e del futuro. Non sono spaventato dai vostri comportamenti e dalle vostre azioni io le combatto, per quanto mi è possibile. Come me la pensa molta gente che lavora a stipendio fisso, gente che non riesce e non vuole, saltare le file agli ospedali, gente che non ha e non vuole, la raccomandazione per trovare un lavoro, tanta gente che, senza farla tanto lunga, pensa al diritto e non al favore.

Si lo so, andiamo a votare e ci troviamo personaggi e non persone , un linguaggio da preti: un colpetto al cerchio, un colpetto alla botte. Oppure il Messia, capelli e barba bianca, capelli e occhialetti che bacchetta, strilla, insulta e infine dichiara: a me il 100% dei voti. Non ci meritiamo gli uni, non ci meritiamo quest'altro, eppure gli uni e l'altro sono anche il prodotto nostro, del nostro essere così: ragionevoli e/o apocalittici.

Ora, tu corrotto e corruttore sei alle corde, il pifferaio si è pure ammalato per la disperazione, li hai visti pure tu quei manichini in gregge nel Tribunale di Milano, è finita. Hai capito? E' finita.

Cioè, non proprio, sarebbe finita se noi, quelli che hanno eletto Fioroni e il ragazzo dei microchip nel corpo, riusciremo a essere ragionevoli e radicali, se noi, quelli che hanno eletto tante persone e non solo i personaggi, riusciremo a darci fiducia e a fare un passo nella stessa direzione. Basta vedere dove stai tu, noi dobbiamo andare dall'altra parte.

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Commenti: 1
  • #1

    Ivan (mercoledì, 13 marzo 2013 07:08)

    Attenzione. L'elettore del PDL può annidarsi dovunque.
    (scusatemi la scrittura telegrafica, e' lo smartphone che non mi consente di più).
    Abbiamo visto gente insospettabile assumere posizioni per noi inaccettabili ed anche con una forza che ha persino sorpreso.
    Oltre le battute velenose, la rabbia che sentiamo crescere dentro, dovremmo forse interrogarci sul vuoto che quelle persone hanno creduto di colmare, a torto o a ragione.
    Nei primi anni dicevamo che si stava dando voce e autorevolezza ad una parte da tempo relegata nei bassifondi della politica, dell'opinione in tutti i campi.
    Oggi dovremmo superare quello stadio e fare un'analisi più profonda, senza trascurare l'autocritica.
    Restare sul piano della stolida contrapposizione non giova a quelli che hanno interesse a comprendere ed agire di conseguenza.