Non conoscevo il Cardinal Bergoglio.
Devo dire che per me, legata profondamente alla cultura latinoamericana ed all'Argentina, all'inizio è stata una gioia, anche se sono laica e non credente, sapere che il
nuovo Papa veniva da Buenos Aires.
Anche il nome che si è imposto, Francesco, mi ha fatto pensare bene.
Poi il dubbio: il dubbio per chi come me sa quali vergognose connivenze ci sono state tra i prelati in Argentina e in Cile, anche per vicende giudiziarie passate alla storia, durante le
sanguinose dittature di Videla e di Pinochet.
Ripenso ancora al momento in cui l'allora Papa Wojtila che si affacciò dal palazzo della Moneda insieme a Pinochet riconoscendo implicitamente lo status di Presidente a un golpista
sanguinario.
Amo l'Argentina, la sua letteratura e la sua gente. Amo la lingua dolce e strascicata degli argentini, il loro immaginario, la loro nostalgia dell'Europa.
Li amo anche se quando sono stata lì e volevo parlare di quella ferita ancora aperta e pulsante, mi rispondevano, soprattutto la classe media, sfuggenti, riottosi, giustificando la dittatura come la giusta risposta al terrorismo comunista. Come se non fosse successo nulla, come se di quel periodo fosse meglio non parlare. Un po' come se da noi, dopo gli anni di piombo, si fosse instaurata una dittatura colpevole della sparizione di migliaia di giovani, donne e uomini, preti e laici, cattolici e comunisti e tutti l'avessimo giustificata. Come il revisionismo sulla dittatura fascista.
Come può rimarginarsi una ferita tale? Come si può far finta di nulla quando ancora ci sono giovani nipoti in Argentina che incontrano le proprie nonne solo oggi, che solo oggi scoprono quali sono le loro vere origini e chi erano i loro genitori, scomparsi nel nulla in quegli anni in cui dalle caserme si sentivano in lontananza le grida dei torturati e parte dei cittadini si turava le orecchie per non sentire. Poi ci sono stati i perdoni, le riconciliazioni, le giornate nazionali della memoria.
Certo non si sa se le accuse che si muovono oggi al novello Papa sono vere; la questione è controversa, qualcuno dice che lui sia stato colluso con la dittatura militare, altri dicono l'esatto contrario, ovvero che si è opposto alla dittatura salvando alcuni preti.
Se si visita il sito ufficiale delle Abuelas di Plaza de Mayo, si trovano gli atti di un processo in cui lui fu testimone in relazione ad una sparizione. Ci domandiamo se sia vero che ha risposto alle "Madres de Plaza de mayo" che gli chiedevano la collaborazione per ritrovare figli e nipoti: "Non vivo nel passato, non ho niente da dire a riguardo". Certo, se fosse vero questa risposta non gli farebbe onore, e sarebbe alla stregua di quegli argentini che fanno finta di ignorare di aver convissuto anni con una sanguinosa dittatura e di aver chiuso gli occhi.
La questione è controversa, non ci sono certezze.
Però a me il dubbio è venuto subito, forse perché so che non tutta la chiesa si comportò bene in Cile e in Argentina in quegli anni bui. E che chi si opponeva non ha fatto 'carriera', anzi.
Il futuro ci dirà di questo Papa, forse sono calunnie, oppure si è pentito e sarà un vero Francesco riformatore.
Lo dico da non cattolica, perché ce ne sarebbe comunque un gran bisogno.
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