Reggio Calabria: licenziateli. Senza lacrimuccia

Vivi al sud, magari ci sei anche nato,  lavori al comune,  un lavoro, ancora, sicuro. Finisci l'orario e puoi passeggiare sul lungo mare di Reggio Calabria, uno dei posti più belli d'Italia in questa stagione e anche nella prossima.  Decidi di rubare lo stipendio truccando sull'orario di lavoro. Sei scemo o scema non voglio


sembrare sessista. Devi essere licenziato perché non sai dove stai,  non sai quale tempo abiti, non ti godi la via Marina e le costardelle, le rapini.  Sei indegno di Reggio Calabria,  licenziato senza lacrimuccia. L'inchiesta "torno subito",con le garanzie che ci devono essere, quindi fatti salvi quelli incastrati per sbaglio,  apre poi altri squarci: ho sentito una volta Epifani in un drammatico direttivo parlare della crisi e di come, se al sindacato fosse posta l'alternativa fra salvare una fabbrica al nord oppure al sud, egli da dirigente del più grande sindacato confederale, avrebbe salvato quella del sud. Lo diceva con emozione, consapevole della gravità delle sue parole. Al sud è tutto più difficile diceva,  al sud un posto di lavoro vale doppio, al sud c'è la criminalita organizzata, un posto di lavoro è un appoggio su cui regge la coesione sociale. Un posto di lavoro pubblico pure di più.  Il lavoratore che truffa sull'orario merita il disprezzo sociale è  il primo alleato di quelli che vogliono privatizzare tutto è il primo nemico di quelli che si battono per i diritti dei lavoratori e dei cittadini. I sindacalisti hanno tanto da imparare da questa vicenda,  questo era un sistema non la somma di tante mancanze formali, dovevano denunciarlo loro.  I sindacati lo sappiamo non sono tutti uguali, neanche i lavoratori sono un insieme indistinto, il conflitto è anche nei posti di lavoro. E' ora che se ne prenda coscienza.  Si è alzato il sipario, non si abbassi velocemente.

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Commenti: 1
  • #1

    Ivan (giovedì, 18 aprile 2013 07:10)

    ... Quasi come sto dicendo io da anni.
    puoi firmare questo scritto?