PD: correnti sinistre. - di Metis -

Di questi tempi si fa un gran parlare di correnti nel Partito Democratico. Le famigerate correnti che sarebbero la principale causa di lacerazione interna del partito. Come tutte le cose che vengono “martellate” in continuazione, questa è entrata nell’immaginario comune e pertanto ora viene accreditata come verità e causa primordiale dello sfascio della sinistra. Ci marciano gli avversari, supportati anche dalle testate giornalistiche televisive, che fanno passare in prima serata servizi inguardabili sull’organigramma interno del partito. Una mostruosa pletora di caselle e tabelle dai


nomi improponibili: bersaniani, lettiani, bindiani, dalemiani, renziani, franceschiniani, fassiniani, fioroniani, gentiloniani, e molti altri ancora. Ci sono anche i Giovani Turchi.

Essere “giovane” al momento è il requisito fondamentale. Tanto in Italia sei considerato eternamente giovane. E non è mai stato un complimento. In attesa della crescita, se ti va bene, passi gli anni a fare assistenza al capobranco fino a diventare un ex-giovane, come molti tra quelli parcheggiati in queste correnti, e impropriamente definiti “giovani”. Marionette di sé stessi.

Ho pensato di avere visto un servizio televisivo demenziale. Opera di un giornalista viziato. Ho creduto ad un caso fortuito. Così sono andata, per curiosità, a verificare su Wikipedia. E invece ho trovato pure lì un lunghissimo elenco di tutte le correnti con nomi e cognomi degli adepti.

La prima imperdonabile considerazione è sempre la stessa. Come abbiamo fatto in Italia a cadere così in basso? Considerazione masochista. Ma sarebbero queste le correnti? Corrente è un termine nobile. Richiama la rottura creativa. Pensieri. Contenuti. Principi. Ideali. Programmi. Pensiamo al Futurismo, giusto per volare in alto. Queste non sono correnti. Sono concrezioni di tartaro che si aggrumano attorno ad un contenitore di potere, di cariche, di merce, di scambio di favori. E’ l’uomo di partito a prevalere, non il pensatore o il filosofo dei tempi antichi. E’ spesso uomo di partito, non più Politico o uomo delle istituzioni nel senso alto del termine. Da’ il nome al partito. Si presenta in tutto e per tutto come il barone universitario. Questi sono clan, e l’associazione mentale successiva sorge spontanea.

Questa è la vera rovina della sinistra e del nostro paese. Non è questione di età, né di appartenenza politica o culturale. E’ il “sistema Italia” che presenta questa griglia in ogni settore della conoscenza e del lavoro. Quando entri nel sistema capisci in breve tempo come stanno le cose. Hai due possibilità. Ti adegui e rinunci alla tua dose di personalità e indipendenza, per fare o sperare di fare carriera. Oppure ti tieni i tuoi principi, lotti e vieni espulso. Se provi a resistere ti ritrovi isolato e dolorante a combattere una battaglia ai margini. Sei deriso, umiliato, considerato ridicolo.

Conosco una persona di valore che ha sempre affermato quanto contasse solo la gerarchia dell’intelligenza. I fatti dimostrano spesso il contrario. Quando questa persona si è trovata a rivestire, per merito e competenza, una carica di prestigio, non ha riscattato dall’anonimato i collaboratori capaci. Non l’ha fatto perché ha capito di essere invischiata in questo sistema di bande, d’intrecci perversi, e pur di sopravvivere e non essere sommersa dalle rogne e dalle conseguenze dell’apparato di potere, ha deciso di lasciare tutto come stava. Ha rinunciato. E’ rimasta una persona di valore, ma non ha fatto nulla per cambiare le cose. Non ci ha neppure provato. E ora rischio di farmi sommergere da un’ondata di amarezza. Servirebbero una corrente d’aria calda, una tisana fumante e biscotti al cioccolato.

Purtroppo non esistono soluzioni individuali per problemi globali. Bisogna pur cominciare a cambiare da qualche parte, ma dobbiamo “solidarizzare” e perseguire obiettivi comuni con forza e slancio. Le correnti di pensiero hanno sempre arricchito la storia dell’umanità. Dobbiamo recuperare il pensiero, la storia e l’umanità. Ma possiamo fare a meno della corrente.

 

 

 

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    Ivano (lunedì, 29 aprile 2013 19:55)

    Ed ecco dove porta il filo di Arianna.I valori, gli ideali sembrano essere esclusi da questa nostra realtà. Questo è un mondo imperfetto.Possiamo ricorrere al racconto della volpe e dell'uva di Fedro. La volpe, non riuscendo a raggiungere l'uva, andò dicendo "sarà acerba..sicuramente non è molto saporita..". Non è amarezza.. è sconfitta. L'ovvia morale del risentimento.