Fra le candidature del partito democratico almeno una salta agli occhi: in Campania é candidato
Guglielmo Epifani, l'ex segretario generale della CGIL. Fra i tanti elettori del PD scene, giustificate, di giubilo. Se ci pensi esce Inchino, entra Epifani e, se vuoi votare PD,
l'anno
comincia meglio, passi sopra a tante cose. Epifani é un militante del partito democratico fa bene a scegliere quello che gli va, detto questo, propongo una riflessione.
Il sindacalista non si discute, ha raccolto l' eredità pesantissima di Sergio Cofferati e ha condotto la sua organizzazione in un periodo particolarmente difficile. Fu fra i primi in Italia e in Europa, anche a sinistra, a parlare della crisi economica, mentre la CISL e la UIL facevano il coro al governo Berlusconi. L'uomo non l'ho conosciuto, la mia conoscenza si fonda sul racconto di chi l'ha frequentato. Interista, cortese, colto, accorto. Se si potesse votare con le preferenze chi lo scegliesse farebbe una scelta buonissima. Chi voterà PD in Campania potrà farlo con animo leggero, contribuendo ad eleggere una persona degna. Bersani ha fatto un affare, in mille posti solo nominandolo, farà un figurone.
Non sono sicuro che valga lo stesso per Guglielmo.
Se fossi io, mi sarei candidato? Io l'ex segretario generale del più grande sindacato italiano?
Non sono sicuro ma penso di no. Spiego perché, da analista. Io non sono Epifani, per fortuna della CGIL e anche del PD.
Epifani è in lista insieme a persone con storie, nel campo delle relazioni sindacali e del lavoro, molto diverse dalla sua, per certi versi antagonistiche alla sua. La sua candidatura eleva il direttore di Confindustria al suo livello, entrambi parlamentari. Se i gruppi parlamentari dovranno decidere qualche cosa che riguarda il lavoro, Epifani e Galli valgono alla stessa maniera. Giusto cosi', per carita'. Pero' non conviene a Guglielmo.
Facciamo un altro esempio: Bersani Presidente del Consiglio, ha Epifani fra i suoi parlamentari pero' anche l'ex sindacalista CISL, e il direttore di Confindustria, non può scegliere nessuno dei tre per non fare l'equilibrista. La persona che ha retto l'opposizione al governo Berlusconi, non potrà essere scelta per rappresentare la discontinuità alle politiche che abbiamo visto fino a questo momento. Il ministro del lavoro sara' un altro, si parla di Dell'Aringa, in continuità, non in rottura con il pensiero dominante. Epifani non ci guadagna niente, e cosa più importante non avverrà quello che sarebbe giusto e necessario, per il lavoro e lo sviluppo, a parere della stragrande maggioranza degli elettori del PD. Infine, sempre da analista, introduco un argomento borderline: uno abituato ad essere decisivo mal si adatta ad essere un comprimario. Il parlamentare, se non ha un incarico adeguato dal punto di vista istituzionale é, alla fine, tutto considerato, un comprimario. Guglielmo non merita questo e confido che non si adegui.
Bersani ha fatto bene come ha fatto dal suo punto di vista, però il suo punto di vista è sbagliato. Parliamo di competenze e attitudini, non di giochetti a riempire liste per dare ad ognuno un santino e nessuna scelta. Spero si possa recuperare in questo modo: si voterà in qualche regione importante, Epifani potrebbe fare il presidente di regione. Si voterà in qualche città importante, Guglielmo potrebbe fare il sindaco. Attitudini e qualità. Non ne abbiamo molte, non dovremmo sprecarle.
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