Legittimo impedimento e Corte costituzionale, libertà fino ad un certo punto

La Corte costituzionale si è pronunciata sulla famosa questione del legittimo impedimento di Berlusconi presidente del consiglio, a partecipare ad una udienza del processo Mediaset. Gasparri aveva promesso le dimissioni di tutti i parlamentari in caso di esito sfavorevole ma non è andato fino in fondo. Non riesce a fare cose utili. Doveva essere un terremoto politico ma ancora non si è realizzato, ci sarà tempo e altri processi per consumarsi su conflitti e rivoluzioni che si realizzano nelle dichiarazioni dei nostri 


giganteschi rappresentanti politici. Fra le dichiarazioni questa volta prendiamo quella della ministra Cancellieri, la Guardasigilli,  alla richiesta di un giornalista per avere un commento sulla sentenza che ha inchiodato Berlusconi è stata lapidaria: le sentenze non si commentano.
Se avesse detto che le sentenze si rispettano l'avrei capito, la legge è legge, da una donna d'ordine non mi aspetto afflati rivoluzionari. Invece ha detto che le sentenze non si commentano. Se avesse aggiunto: “da parte di un ministro,” l'avrei capito, sarei stato pure d'accordo. Il ministro ha altri mezzi per far valere le proprie ragioni e quelle del suo governo.
Per me la sentenza è giusta, sto facendo un commento. Per Gasparri la sentenza è sbagliata ha fatto un commento. Non mi piacerebbe un paese nel quale non si potesse esprimere un giudizio su qualche cosa, sia pure l'operato del giudice delle leggi. I giudici sbagliano, ci saranno cento sentenze che ho criticato, i ministri sbagliano, ci saranno cento proposte di legge contro le quali mi sono battuto,  sbagliano i parlamentari, ci saranno cento volte in cui li ho presi di posto, sbagliano i sindacalisti, li avrò criticati almeno una volta al giorno,  sbagliano i medici ed  e' forse l'errore più grave. Siamo d'accordo che gli umani sbagliano quindi. Però secondo la Cancellieri, solo l'azione dei giudici, in questo caso, costituzionali, non deve essere commentata.  La libertà di critica ed espressione si deve fermare sulla soglia dei luoghi dove si amministra la giustizia in nome nostro.  La ministra Cancellieri vuol dunque farci vivere in un paese a libertà di espressione limitata? È in buona compagnia, non la nostra. Berlusconi coinvolto non ci commuove e non ci fa tacere.

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