Processo Ruby, la giusta condanna

Se Berlusconi fosse stato un marocchino magari sbarcato clandestinamente sulle nostre coste e Ruby rubacuori una minorenne italiana di buona famiglia, il processo di cui tutti stanno parlando sarebbe stato diverso. Se il Silvio marocchino avesse detto che la ragazza si era dichiarata maggiorenne e povera, non gli avrebbero creduto. Neanche i suoi amici gli avrebbero dato credito. Borghezio e amici avrebbero tuonato dalle loro maleodoranti sedi, utilizzando l'armamentario della verginella italiana sotto le grinfie del mussulmano perverso. Avremmo


assistito ad un episodio minore della guerra di civiltà. Se la Ruby italiana avesse dichiarato che il Silvio marocchino era ignaro di tutto e che mai, mai e poi mai, le mani del vecchio si erano posate sulla sua pella liscia e bianca, non le avrebbero creduto.

A parti invertite: vecchio maschio extracomunitario e minorenne italiana, il processo si sarebbe svolto con l'imputato in gabbia, la condanna scritta prima ancora di cominciare.

Invece c''è voluto tempo.

La condanna c'è stata: vecchio italiano e minorenne marocchina, sette anni e l'interdizione dai pubblici uffici per sempre. E' una buona notizia per la giustizia italiana.

E' una condanna giusta, non ho letto le carte, lo dico così, a occhio. Sinceramente della quantificazione della detenzione che non sarà mai scontata sono disinteressato, l'interdizione dai pubblici uffici è più interessante perchè in questa legislatura scatenerà una bella discussione e dalla prossima, con Berlusconi prossimo ai cento anni, sarà concretamente operante. Io penso che la sentenza sia giusta perchè la difesa dell'ex presidente del consiglio meritava la sconfitta. La favoletta della parentela illustre è paradigmatica: una bella ragazza ti dice di essere la nipote di un presidente e tu ci credi fino al punto di intrometterti in vicende di questura, facendo muovere a tarda notte quell'esempio di virtù e di madrelingua inglese della signora Minetti. Per questo fatto, in qualunque paese del mondo a parte forse la Bielorussia, la vita politica di Silvio Berlusconi sarebbe finita ad opera dei suoi amici. Un settantenne che si fa mettere nel sacco da una minorenne per quanto procace, non può dirigere e governare nessuna cosa pubblica, non sapendo badare neanche al proprio privato. Ruby poteva essere chiunque: una spia venuta dal caldo, la pedina di una organizzazione criminale, una squilibrata. Avrebbe potuto determinare problemi enormi e non sappiamo se già non l'abbia fatto. Tutte le scuse sull'avvenenza della ragazzina, sulla sua furbizia levantina come improvvidamente dichiarò la Bocassini, non valgono niente. Era una ragazzina, per definizione in condizioni di svantaggio nei confronti del mondo degli adulti, non ci sono attenuati possibili, oppure buttiamo a mare tutto quello che si dice sul sesso e più in generale sulle relazioni fra adulti e minori. Sallustri, Belpietro, Feltri, Ferrara fra quelli che hanno tanto scritto,  tutti i parlamentari che ora fanno parte del governo e quella sera hanno votato per Berlusconi contro il buonsenso, si sono coperti di ridicolo in maniera imperitura. Il loro slogan si potrebbe così riassumere: prima il padrone poi il paese. Detto questo, la condanna di Berlusconi è quindi la condanna di una intera parte politica, la certificazione che c'è del marcio in Danimarca. Questa certificazione la cosa più importante. Bene, anzi benissimo che si sia trovato un giudice a Berlino. Ci rimane solo di guardare come va a finire  la convivenza fra Enricuccio e Angelino.

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Commenti: 1
  • #1

    Bombolo (martedì, 25 giugno 2013 00:14)

    Anche se non è del tutto inesatto che per nessun altro la procura della repubblica avrebbe speso quei milioni di euro per la raccolta del materiale probatorio. E allora il sospetto di una magistratura non super partes c'è, eccome.
    Fermo restando che il B. è un pirla.