Caso esplusioni: i poteri paranormali di Alfano

Indimenticata e indimenticabile la faccetta di Giuliano Amato quando in un giorno di tanti anni fa, mentre tangentopoli arrivava a Bettino Craxi, quasi gridava davanti al suo capo di allora: “ se sei colpevole tu, allora tutti noi – rivolgendosi al gruppo dirigente del partito socialista – lo siamo”.

Sappiamo come è andata a finire, Craxi si trovò a morire in Tunisia, il dottor sottile si riciclò. Storie vecchie. Mi è tornato in mente l'episodio perchè la seconda volta che si presenta la storia essa assume la forma della farsa. Enrico Letta fa sapere a


proposito del caso Kazakistan che se Alfano è colpevole allora è colpevole anche lui, se è colpevole anche lui lo è anche il governo. Chi attacca il ministro degli Interni attacca Letta, quindi il governo. La stabilità, indispensabile, per la ripresa economica, la credibilità internazionale anch'essa indispensabile, eccetera, eccetera, eccetera. Per questi motivi, per senso di responsabilità, la maggioranza del PD con varie sfumature al proprio interno, non voterà la sfiducia individuale al ministro Alfano. Ci si aggrappa  alla seguente motivazione: ormai sembra acclarato che il ministro sia stato tenuto all'oscuro di tutte le cose importanti che sono successe nel ministero che dirige gli ultimi giorni di maggio. Come fai a prendertela con un ignorante? Alfano non sapeva quindi non è responsabile. A questo proposito, sillogismo per sillogismo, non si capisce perchè si sia dovuto dimettere il capo di gabinetto Procaccini anch'egli dichiaratosi ignorante dei dettagli dell'espulsione. Ignorante per ignorante dovrebbe essere perdonato anche Procaccini.

La relazione del capo della polizia letta da Alfano in Parlamento sul punto è chiarissima: la fase della ricerca del latitante è stata seguita anche dagli uffici politici del ministero, quella dell'espulsione della donna e della bambina no. Interrogati i questurini rispondono: tutto era ordinario, non abbiamo capito che fosse una cosa straordinaria, pensavamo che l'aereo offerto per il rimpatrio non fosse specifico per l'espulsione ma dovuto alla fortuna dell'autostoppista.

Ricapitoliamo: se Procaccini non sapeva niente dell'espulsione, le sue dimissioni dovevano essere respinte. Se la sua colpa è stata quella di non interessarsi ulteriormente alla vicenda una volta appurato che il latitante era sfuggito alla cattura, allora alle sue dimissioni si devono aggiungere quelle del ministro Alfano. Infatti dalla relazione del capo della polizia vediamo come, con una costruzione logica straordinaria, Alfano c'entri senza entrarci e di come il medesimo sia dotato di poteri panarormali.

Dice il capo della polizia nella sua relazione:

Mattinata del 28 maggio l'ambasciatore Kazako cerca di contattare il ministro dell'interno, non ci riesce e chiede appuntamento alla questura.

Alfano non parla con l'ambasciatore.

Serata del 28 maggio

il ministro dell'interno a seguito di ulteriori telefonate dell'ambasciato cui non ha risposto, fa incontrare lo stesso con il suo capo di gabinetto.

Alfano pur non parlando con l'ambasciatore, lo fa incontrare col suo capo di gabinetto.

Alfano è telepatico, se non telepatico minimo minimo paranormale di tipo B.

Letta per questo non vuole perderlo, chissà cosa è capace di scatenare un tipo così se rispondesse al telefono.

Ultima cosa per i fedeli servitori della questura: chi hanno servito?

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