Il caldo non risparmia, guardando il telegiornale, uno qualunque, speri di imbatterti almento in una dichiarazione di Papa Francesco. Ti aspetti un po' di frescura dalle parole di questo simpatico buontempone argentino, una volta ci augura buon pranzo, una volta ci dice che San Pietro
non aveva una banca. In mezzo al chiacchiericcio non è poco. L'abbiamo visto portarsi la borsa dei documenti, l'abbiamo sentito dire di non essere in grado di giudicare un gay. Non è poco con questo caldo. Il papa argentino ci parla di una religione senza troppi orpelli, sei credente e lo dici, non ti metti troppo a rompere quelli che invece non credono. Manca ancora un passo, almeno oggi parliamo di questo, del passo che manca oggi.
Mea maxima colpa, il silenzio nella casa di dio è il film documentario che racconta la vicenda degli abusi della chiesa sui minori. La vicenda muove i suoi passi da l'istituto per sordi St. John's School di Milwaukee nel Wisconsin dove un prete affabile, fra il 1950 e il 1974, ha abusato sessualmente di circa duecento bambini sordi. Si chiamava Lawrence Murphy, morto, prete, nel 1998. Da questa vicenda raccontata dalle vittime ormai anziane si snoda il racconto che poi, per questo parliamo della chiesa e non del singolo prete, tocca l'Irlanda, altri paesi europei e sfiora l'Italia con l'istituto per sordi Antonio Provolo di Verona anche qui fra gli anni 50 e il 1984. La pedofilia religiosa ha colpito migliaia di bambini, quelli di Verona 67, negli USA più di 1500, per l'Irlanda il papa tedesco fece una lettera di scuse specifica. Parliamo di chiesa e non soltanto di preti corrotti perchè il documentario racconta il tentativo da parte del Vaticano di coprire tutto ciò che è stato possibile e quando parliamo di Vaticano parliamo degli ultimi due pontefici: il polacco perchè coprì i Legionari di Cristo e il tedesco perchè pur a capo della congregazione della dottrina della fede ed essendo informato passo passo dell'intero fenomeno della pedofilia nella chiesa, fino alla morte del suo predecessore, non ha fatto ciò che doveva fare. Il documentario ci parla degli arcivescovi, del diritto canonico, dell'odore di incenso e della condizione dei bambini sordi, del loro essere più indifesi fra gli indifesi, della vergogna della vittima dell'abuso e poi anche della lenta e difficile risalita fino alle lettere al cardinale Sodano e alla causa intentata negli USA al Vaticano.
Potremmo parlare delle questioni politiche, della potenza secolare di una credenza che si è fatta cultura e poi dominio, ma non è questo, ora il punto. Il punto è che fa caldo, e le dichiarazioni dell'argentino non bastano a rinfrescare questi pomeriggi afosi. Il punto è che di queste cose, anche se torride, se ne parla poco. Il documentario uscito nel marzo di quest'anno non ha fatto lo scalpore che merita l'argomento e l'attenzione dovuta alle vittime degli abusi. Erano bambini, magari alcuni lo sono ancora, sarebbe urgente capire se il fenomeno è ancora esteso e se sono state prese misure per allontanare i predoni e metterli in condizione di non nuocere. Ecco, se Papa Francesco parlando della chiesa dicesse: non lasciate che i bambini vengano a me, state attenti. Sarei meno oppresso dal caldo.
Cercate questo documentario ma non guardatelo con lo spirito militante di quello che sa sempre tutto, si parla della chiesa e la chiesa ha la sua millenaria particolarità, ma si parla anche dei meccanismi del potere e pure del potere che hanno le persone che non si arrendono, in questo caso Terry Kohut, Gary Smith, Pat Kuehn e Arthur Budzinski.
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