Viva la libertà. Un film ruffiano

Forse, solo così può cominciare, voleva dire altra cosa. Una cosa complicata specchi deformanti e riformanti che poi, come si sa sono uguali nell'astratto diverso da se. Non c'è il partito, non ci sono i militanti, c'è la folla che si beve la poesia d'un fiato, l'odioso cinico. Film ruffiano lo guardi in compagnia e ti vengono i lucciconi, voglia di contatto, pensi di uscire, subito, a distribuire un volantino col testo della poesia che hai riascoltato asciugandoti gli occhi. Di nascosto. Basta un mattarello coi piedi nudi  amante il ballo per


risalire nei sondaggi e infondere coraggio a poveri elettori che di loro, non sono capaci a fare niente, a dire niente. Tifosi, ma del candidato giusto però. Il Papa Francesco della sinistra. "Io uno come lei lo voterei" dice ad un certo punto il burocrate Mastrandrea. Avrebbe dovuto aggiungere: - io uno come lei, tanti come lei, li ho combattuti. Adesso regno sul deserto. Basta con le battute che non ci sono. Piace, come no, un cartone animato poeticamente e politicamente corretto. Servillo didascalico e sopra le righe un grande esercizio di istrionismo ma la recitazione, la grande recitazione di cui è capace è quella che sottrae non quella che carica. Se vi basta poco, se pensate che basti poco è il film giusto.
Meglio di striscia la notizia meno profondo de i simpson.

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