3 leggi senza firme, tortura carceri e droga, un fallimento?

Non lo sa quasi nessuno un certo numero di associazioni ha promosso una campagna finalizzata alla presentazione di tre leggi di iniziativa popolare allo scopo di: 1) introdurre il reato di tortura, 2) ridurre l'affollamento carcerario 3) depenalizzare l'uso delle droghe e ridurre l'impatto penale. Per la precisione trovate tutto sul sito www.3leggi.it. Non sono un tecnico, ho visto che la sorella di Stefano Cucchi ha fatto un appello. Lei se ne intende, purtroppo. Ho visto che degli attori hanno  prestato la loro notorietà: Ascanio Celestini e Elio Germano, magari anche altri lo avranno fatto ma io non lo so. Ho visto l'appello di uno dei pochi don degni di questo titolo,  Luigi Ciotti. Ebbene direte siamo tutti d'accordo,  quale è il problema?

Lo sanno tutti la tortura fa schifo, le carceri fanno schifo, una canna non ha mai ammazzato nessuno.  Il problema è che le firme raccolte, secondo le mie informazioni non bastano, saremmo poco sopra la metà delle cinquantamila necessarie. C'è da diventare matti, la raccolta è stata prorogata al 20 settembre e in tutto il mese di settembre sono stati fatti in tutta Italia tre soli banchetti, uno a Viterbo e due a Empoli. Questo si legge sulla agenda delle iniziative. Non chiamo in causa gli organizzatori, quelli che conosco io hanno fatto tutto il possibile, ce l'ho con tutti gli indignati da salotto e tastiera. Dove state mentre fallisce una iniziativa seria? Ce l'ho con le organizzazioni promotrici, sono piu di trenta, quasi quaranta, molte francamente sconosciute anche ai parenti dei fondatori, altre importanti, gloriose, con molti aderenti e prestigio. Fra le organizzazioni promotrici c'è la CGIL. Questo fatto mi manda proprio fuori dai gangheri. Come si fa a fallire quando fra i promotori c'è il più grande sindacato italiano? Dove stanno i cinquecentocinquantamilionidimilionidimilioni di iscritti? I cittadinini italiani non sono stati informati e questo lo capisco, mica solo su questo non sono informati i nostri vicini di casa, ma gli iscritti alla CGIL sono stati informati dalla CGIL? Mi sa di no. Con tutte le cose che sono successe nel mondo del lavoro, sarà sfuggito. Devo dire che il mio uscire dai gangheri è dovuto al fatto che nessuno costringe il più grande sindacato italiano a promuovere una cosa, sia pure questa cosa una battaglia di civiltà democratica. Però cavolo una volta che metti la tua adesione assicurati che non sia in calce ad una sconfitta. Niente, togliete questa ultima frase, non si perde mai. Possiamo sempre dire che se ci fosse stata più informazione, la raccolta delle firme sarebbe riuscita in maniera trionfale perchè gli italiani sono contro la tortura. Ecco, possiamo prendercela con l'informazione di regime, tutto a posto. Ci basta poco, in fondo.

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Commenti: 1
  • #1

    Il Maratoneta (mercoledì, 18 settembre 2013 08:55)

    Sono uno di quelli che credono che quelle tre leggi sia giusto approvarle, sono uno di quelli che crede nelle forme di partecipazione che la costituzione offre ai cittadini, come la promozione di leggi di iniziativa popolare, sono uno di quelli che ci crede e che ha dato una grossa mano alla raccolta delle firme ed in questi giorni è alle prese con i fax dei certificati elettorali che arrivano da tutte le parti della mia regione per poi allegarli ad i moduli. Credo che, in questa situazione la colpa non è dell'informazione. Non credo che possiamo pretendere che ci siano degli spot televisivi che pubblicizzano la campagna, ci sono quelli sul web ed il sito internet è ben curato, del resto le TV ed i giornali hanno dato un buon spazio alle iniziative territoriali. Credo il problema attualmente in Italia sia dei militanti, poco serve avere quaranta associazioni se poi ci si impegna in pochi e tanti sono "gli indignati in salotto e tastiera" e non credo il problema sia in un maggior coinvogimento dei quadri della CGIL, "i problemi del paese sono tanti". La CGIL, però, poteva promuovere maggiormente tra i propri iscritti la campagna, ma i militanti andavano cercarti al di fuori del sindacato. Comunque, non perdiamoci d'animo e continuiamo a promuovere i banchetti.