L'umanità della Cancellieri e la moglie di Cesare

 

«A me non piacciono le ipocrisie. Non conosco la vicenda giudiziaria dei Ligresti ma c’era una persona che non poteva stare in carcere per motivi di salute - spiega -. E questo è gravissimo. Se è stato necessario l’intervento del ministro Cancellieri non è lei che deve essere messa sotto accusa ma il sistema carcerario, la detenzione preventiva, i giudici». «Giulia Ligresti - aggiunge - è ricca e dunque, in nome dell’uguaglianza, dobbiamo lasciarla morire in carcere? La morte di mio fratello merita ben altra riflessione». Così Ilaria Cucchi. Lei ha titolo per parlare, ha conosciuto il dolore e la tragedia e può dirci parole da non disperdere. Il problema non è il ministro che interviene a seguito di una telefonata, il


problema è il sistema carcerario, la detenzione preventiva, i giudici. Il problema non è neanche la ricchezza del detenuto, l'umanità dei trattamenti carcerari è un valore universale deve essere uguale per tutti, se sei ricco e, a maggior ragione, se sei povero. Chi può opporsi ad un ragionamento di questa umanità? Nessun senziente. Eppure la nostra Ilaria sbaglia.

Gli amici della ministra non sono affar mio, i miei sarebbero molto meno commendevoli secondo la pubblica opinione corrente. E' affar mio il suo comportamento e ancor di più ciò cui allude il suo comportamento. Il procuratore di Torino ha già dichiarato che non ci sono state interferenze, questo ci tranquillizza, in caso contrario sarebbe dovuto intervenire il Tribunale dei ministri, ma della dichiarazione di Caselli per quanto qui necessario, con tutto il rispetto, ce ne possiamo pure impippare. Il presidente del consiglio Letta avrebbe per due volte respinto le dimissioni della ministra Cancellieri e anche questo depone verso un certo svolgimento della situazione legato al fatto che nulla di penalmente rilevante è stato commesso. Non così per la ministra Idem pericolosa sportiva distratta. Il peso politico diverso ha inciso, come minimizzare?

Dunque, lo dichiaro formalmente, il figlio della Cancellieri non c'entra niente, la compassione della ministra per la sorte di una ragazza in difficoltà non c' entra niente, il fatto che solo alcuni abbiano il telefono personale di una persona così in vista, non c'entra niente. Qui tutto è sotto gli occhi di tutti, un ministro, per quanto umano deve avere un altro metro di comportamento, a maggior ragione coi suoi amici, perchè quello che è successo, la trascrizione di una telefonata: “ è ingiusto, conta su di me per qualsiasi cosa possa fare...” ci riporta dritti dritti agli antichi romani.

Per i romani la moglie di Cesare non solo non doveva essere una mignotta, non doveva neancbe sembrarlo. Un presidente della Repubblica pochi anni fa ricordò questo principio ai magistrati, non basta essere indipendenti disse, occorre anche apparire tali.

Perchè tutto questo panegirico sul tema forma e sostanza? Perchè qui la forma è sostanza.

Un cittadino non deve essere sfiorato dal dubbio che un governante possa aver fatto, con le migliori intenzioni, un favore. Se questo dubbio si insinua e si insinua, è il luogo pubblico per eccellenza quello della imparzialità, ad essere messo in discussione. Davvero devo discutere con Brunetta sulla umanità telefonica di Berlusconi o con quegli altri sulla liquidazione del figlio della ministra? La politica, non questo pantano, avrebbe risolto tutto con poche parole: grazie ministra Cancellieri, la porta è quella, uscendo spenga la luce.

 

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