Arafat, il polonio, la verità dell'omicidio.

 

Secondo un laboratorio svizzero Yasser Arafat morto nove anni fa proprio in questi giorni, è stato avvelenato col polonio. Era il presidente dei palestinesi, la persona che pure in mezzo ai problemi più grandi era in grado di tenerli insieme. Non farò il panegirico di una personalità gigantesca capace di presentarsi all'ONU dichiarando di avere nelle mani un ramoscello d'ulivo e un un mitra, non dirò del premio nobel per la pace ottenuto per gli sforzi effettuati allo scopo di arrivare ad una soluzione della questione palestinese. No, mi interessa un'altra cosa. Mi interessa il polonio,


l'assassinio di un leader politico assunto ad una dimensione istituzionale, la più alta, nel suo paese e ad una dimensione internazionale per la valenza anche simbolica della lotta del popolo palestinese. Il presidente Arafat, lo dice il nome stesso aveva a che fare con altri presidenti, con i leader mondiali, era un uomo politico, anche il ricorso alle armi era funzionale ad un disegno politico. E' una cosa naturale, la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi diceva un classico, vale anche il contrario: la politica è una guerra con mezzi non cruenti. Tutta la vita di Arafat ha oscillato fra queste estremità del pendolo: la diplomazia, le fucilate. I leader della vecchia guardia israeliana hanno avuto esperienze sovrapponibili a quelle del defunto presidente palestinese. Quello che mi incuriosisce è la trattazione della notizia da parte dei nostri principali organi di informazione, le edizioni online del Corriere della Sera e della Repubblica hanno la notizia dopo le varie e il gossip.

L'omicidio di un leader che ha segnato la seconda metà del novecento, simbolo di una ferita ancora aperta non merita uno straccio di inchiesta? Chi ha ucciso Arafat ? Sono stati gli israeliani oppure gli iraniani? E' stato qualcuno dell'autorità nazionale palestinese cui la figura del presidente faceva ombra? In tutto questo i servizi segreti dei paesi amici del popolo palestinese non hanno saputo niente e non hanno fatto niente? Per i nostri giornali sembrano interrogativi ormai sbiaditi, si limitano al minimo sindacale, riportano le dichiarazioni, mettono un paio di date a suffragio, ricordano quella spia russa uccisa allo stesso modo.

Okkey, la questione certo è complessa, se non salta fuori un altro mattarello che libera qualche milione di files sui rapporti segreti fra stati, sarà difficile venirne a capo, tuttavia almeno una cosa dovrebbe essere affermata dagli osservatori giornalistici non coinvolti: “signori lettori, tutto quello che leggete sulla cooperazione fra stati, tutto quello che leggete sulla diplomazia, tutto quello che leggete sul nuovo ordine mondiale che avrebbe espunto il conflitto sociale e fra modelli di sviluppo, è falso. Ad un certo punto se c'è bisogno, si ammazza.” Non è una gran novità, ma è vero.

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