Sciopero generale: se quattro ore sembran poche

 

I sindacati hanno proclamato lo sciopero generale di quattro ore. Le modalità di svolgimento sono state scelte in ogni singola regione, può capitare in un gruppo di regioni che ad esempio i pubblici scioperino le prime quattro ore, in altre parti invece lo faranno per le ultime quattro. La scuola invece si trova in una forbice o sciopera per l'intera giornata oppure per una sola ora.


Dovessi dire se quattro ore di sciopero siano la risposta adeguata a tutto quello che ha combinato il governo nella situazione che viviamo, confessei di essere perplesso. Almeno otto ore dovevano essere, un bello scioperone classico con manifestazione a Roma. Dovessi dire se un bello scioperone classico con manifestazione a Roma sarebbe servito a modificare sostanzialmente la situazione che viviamo, confesserei di essere perplesso. Perplesso vuol dire insicuro, non certo.

Si può discutere ore e ore sulle ore di sciopero, la sensazione che rimane alla fine è sempre quella dell'incompiutezza, si sente che manca qualche cosa, si sente che a Huston c'è un problema. Lo sciopero andrà male, è stato preparato male, la sensazione è che non ci credano neanche tutti quelli che lo hanno proclamato. Si dice nelle stanze dei bene informati che la Cisl e la Uil abbiano tirato indietro la manina, in qualche caso hanno fatto mancare la possibilità di svolgere assemblee sui posti di lavoro, per molti giorni hanno fatto trapelare la possibilità che lo sciopero potesse essere revocato in cambio di un segnale da parte del governo. Ah i danni della semiotica.

La Cisl lombarda per non fare lo sciopero, aveva addirittura puntato i piedi ed è dovuto intervenire Bonanni in persona personalmente, per impedire una fatale dissociazione.

Nelle Marche si sono raggiunti livelli sottilissimi: siamo in possesso di un documento pubblico e perciò sconosciuto con il quale si esortano i pubblici a scioperare le ultime quattro ore e contemporaneamente si da loro l'appuntamento per una manifestazione da tenersi alle nove. Tutti i dipendenti pubblici che fanno il turno notturno sono garantiti, si fermano quattro ore prima, vanno a casa, una bella doccia e via alla manifestazione. Quelli che non hanno la fortuna notturna, dovranno prendere un permesso orario per  partecipare alla manifestazione e poi entrare in sciopero. Chiamerei questa situazione dell'ottimismo della volontà. Ma tanto ottimismo però. Le amministrazioni pubbliche nel 95 per cento dei casi non hanno fatto quello che la legge impone, non hanno fatto i presidi per i servizi essenziali, non hanno fatto le comunicazioni di loro pertinenza agli utenti. Lo sciopero fallirà, c'è poco da sperare. Sono proprio dispiaciuto per questa consapevolezza. Sarebbe stato diverso se la proclamazione fosse stata di otto ore? Non è detto ma sarebbe stato giusto. Perchè non sono state fatte allora le otto ore canoniche? Perchè due sindacati su tre non volevano farle. Perchè non sono state fatte le otto ore almeno nel pubblico impiego e nella scuola? Perchè la Cisl non ha voluto.

La Cgil poteva fare di più si dice in giro. Si, poteva fare di più. Ma parliamo sempre di inezie, non di questioni decisive. Ho sentito delle persone, degli iscritti al sindacato di Corso Italia, in polemica con la loro organizzazione non parteciperanno agli scioperi e alle manifestazioni. Fanno bene a far sentire la loro disapprovazione, fanno male a non fare lo sciopero. Mettiamo pure che due dei tre sindacati maggiori abbiano proclamato lo sciopero per motivi che esulano dalla piattaforma che hanno presentato, mettiamo pure che la Cgil abbia ceduto sulle ore di astensione dal lavoro per salvaguardare quest'unità sindacale di carta velina,mettiamo pure tutte le cose che ci passano in mente ogni volta che vediamo certe facce in televisione, alla fine c'è lo sciopero, in una situazione durissima per tutti, le parole finiscono. Ebbene c'è il mio compagno di lavoro, quello che ci prendiamo il caffè e l'arrabbiatura ogni mattina, fra tanti dubbi lo sciopero lo farà senza pensare ai leader sindacali, lo farà senza pensare alle astruserie sindacali, lo farà facendosi una risata di quelli che convocano una manifestazione per un'ora e lo sciopero per un'altra. Se lo fa lui, nel nostro ufficio saremo due. Io non lo lascio solo, non ci devo neanche pensare.

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Commenti: 2
  • #1

    ferruccio nobili (martedì, 12 novembre 2013 09:12)

    Sono iscritto ala CGIL dal mio primo giorno di lavoro e in questi oltre trenta anni ho assunto anche incarichi dirigenti nell’organizzazione. Ho quasi sempre avuto posizioni critiche verso al mia organizzazione ma ho sempre rispettato le decisioni prese. Da dirigente non ho mai nascosto le mie opinioni ma ho sempre rappresentato le decisioni della maggioranza. Ho fatto tutti gli scioperi che la CGIL ha indetto anche quando avevo perplessità sulla loro efficacia e sulle piattaforme. Ma questa volta mi sento in dovere di non aderire al cosidetto “Sciopero Generale” che nel Lazio prevede 4 ore di astensione il prossimo 13 novembre. Penso che questo Paese meriti la proclamazione di un vero Sciopero Generale oramai da molto tempo per mobilitare le lavoratrici ed i lavoratori contro le politiche “bipartisan” che, ordinate dalla finanza internazionale, continuano a scaricare su redditi da lavoro, pensioni e diritti gli sforzi per ridurre il deficit e garantire sopravvivenza a finanza e banche. E quindi le enormi risorse sottratte progressivamente ai soliti noti con tagli di salari e pensioni e con le tasse, non servono a sostenere il lavoro, i disoccupati, i precari o i cassaintergrati. Ricchi sempre più ricchi, poveri sempre di più e più poveri. Ed il mio sindacato non è stato capace di mettersi alla testa di una rivolta popolare neanche quando hanno cacciato dalle fabbriche i suoi delegati, quando hanno portato a 65/67 anni l’età di pensionamento delle donne, quando hanno “esodato” decine di migliaia di uomini e donne, quando hanno decretato la fine del welfare e del lavoro pubblico con il pareggio di bilancio ed il fiscal compact etc etc. Solo quando lo psiconano ha minacciato di far cadere questo Governo la mia CGIL ha minacciato manifestazioni in sostegno di Letta. Ed ora, solo un mese dopo, chiama allo sciopero articolato poco generale (ogni regione deciderà il suo giorno e alcune categorie sciopereranno in altra data) su una piattaforma che per non urtare nessuno dice cose banali (alcune preoccupanti come la difesa della indennità di vacanza contrattuale per i pubblici e la richiesta di vendita del patrimonio pubblico) e non cita la patrimoniale nè affronta il tema della redistribuzione del reddito. E nel Lazio la FP fa i suoi comitati direttivi di preparazione dello sciopero su un documento della segreteria regionale che esprime soddisfazione per la fiducia ottenuta del Governo di servizio perché così “sono prevalsi gli interessi dell’Italia su ogni altra questione" e perché "Approvare le riforme costituzionali a partire dalla riduzione dei parlamentari e dal superamento del bicameralismo perfetto deve essere obiettivo prioritario del Governo insieme alla legge elettorale che consenta la governabilità e la scelta dei cittadini sui loro rappresentanti.” Questo sciopero non è inutile, è deleterio. Si trasforma lo strumento del conflitto per antonomasia in un rito vuoto ed inutile. Si rappresenta il sindacato, strumento di emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, come una lobby che prova ad ottenere dal Governo qualche piccola elargizione (quale? a chi?).

    Stare zitto mi farebbe sentire complice, mi farebbe sentire come quelli che per conservarsi qualche piccolo privilegio o postazione fanno finta di non vedere che il Re è nudo o come quelli che sciopero non lo fanno perché “tanto non serve a nulla”. Lo sciopero serve e Di Vittorio ci insegna che “È attraverso lo sciopero che i lavoratori – poveri e deboli isolatamente – affermano la propria potenza e l’indispensabilità della loro funzione sociale.”
    Ed è per tutto questo (ed anche per altro che sarebbe troppo lungo scrivere) che, seppure con grande dolore, stavolta non sciopererò perche non mi rappresenta la piattaforma ne chi lo ha indetto. E il mio non scioperare non è il tirarmi fuori, anzi è un atto politico di opposizione, il primo atto, alla deriva del mio sindacato. Mantengo il rispetto di chi ancora si sente di scioperare in buona fede come mantengo la tessera di un sindacato che però , come dice Landini, “o cambia o è destinato a morire ".
    Ferruccio Nobili

  • #2

    ferruccio nobili (martedì, 12 novembre 2013 09:12)



    (CONVINCETEMI)



    Datemi almeno un motivo, convincente

    fino all’angolo estremo della mente

    motivatemi, sto attento, in ascolto

    sono fermo, niente da fare, solo accogliere

    con fiducia, quanto avete da dire

    ma non mi venite a parlare di dovere

    di essere fedele, alla linea, nei secoli

    non mi spettinate i sensi, respirandomi

    addosso le verità più svenevoli

    convincetemi, che è giusto il momento

    retta la via, idonea la compagnia e

    non sarà solo un istante

    una botta e poi nulla, via

    e Parigi val bene una messa

    e tutte le strade portano a roma

    i luoghi comuni, fin troppo affollati

    sto qui, fermo, attento, attendo

    quel certo argomento che, di sicuro

    sfoltirà di rassegnazione ogni futuro

    in cui non danzeremmo mai con le iene

    non strisceremmo inermi assieme ai vermi

    non canteremmo il canto stonato

    degli sciacalli

    e quando, compagni di lotta,

    nella lotta ci conteremo

    sarà finalmente in uno sciopero vero,

    uno di quelli in cui ancora sgomiteremo, ribelli, libere scelte, compagni

    per cui manca poco, siate convincenti, ditemi

    che il popolo non sarà, in questo gioco

    un’inutile comparsa e che la storia

    non sta scivolando ancora nella farsa.

    (Giuseppe Spinillo)