Renzi, la sfida. - di Nonpercaso -

 

Glub, glub, pssssss.

 

Cazz, son tutti renziani?

Manco il tempo di un'apnea e mi ritrovo con una nuova marea montante, una segreteria di freschi ex bamboccioni convocata alle 7.00 di mattina. Vecchi leaders imbalsamati, correnti spazzate via da


un giovane imbonitore che dice cose vecchie con linguaggio nuovo e accattivante, persino il Landini a colloquio.

L'irruzione di una nuova classe dirigente che rende vecchia persino quella che prorompeva nove mesi fa, smart, friendly.

In mezzo un trasloco di grandi dimensioni, affannati portatori di voti dell'ultimo minuto e insieme disperati della speranza di trovare finalmente qualcuno capace di dare uno straccio di prospettiva collettiva.

Roba da far impallidire persino il Grillo trionfante, che mantiene il consenso, ma la cui visione del mondo è imitata nel peggio da un trend collettivo di rincorsa alla pancia che mischia pulsioni ribelliste. Un disperatismo dissonante in cui ciascuno agita masse inesistenti e rivoluzioni scarceranti. Concorrente, in cui ritrovi persino Silvio.

E invece il Renzi rassicura, suade. Viene bene, ha le battute efficientiste. In 40 minuti di discorso sistema tutti, dai sindacati ai soprintendenti dei beni culturali, passando per legge elettorale e riforma istituzionale, trova pure il tempo di cazzeggiare. E si appropria della tua appartenenza, ti dichiara decaduto, out.

Strano popolo il nostro. Perennemente orfano di leaders, si offre con generosità se pensa di trovarne uno. E, se corrisposto, si affeziona, a dispetto dei santi.

Ma io certo non voglio sottovalutare il Renzi, le sue idee. Anzi, mi stimola la nettezza con la quale indica avversari e ostacoli, quali vincoli superare per raggiungere quella modernità di cui si è conquistato il titolo di levatore.

E mi dona il senso della sfida, l'idea di una condizione nuova in cui si chiarisce quello che è stato in questi anni per me un distacco progressivo dalla politica di appartenenza del mio sociale agire. Quasi un senso di libertà.

Quello che giustifica ora il mio agire subacqueo.

 

Ieri Roma respirava aria pesante.

Nessun forcone. Lavoratori davanti il Ministero dell'Istruzione e studenti all'Università, meccanici itineranti con montagne di aziende in crisi. Polizia con i caschi inastati. Il mondo subacqueo della spending review.

Poco smart e niente friendly.

 

Glub, glub, glub, psssss

 

 

 

 

 

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    Renato La Manna (venerdì, 13 dicembre 2013 14:07)

    Mi accorgo che è inutile, sto perdendo le speranze. Ci provo per l'ultima volta e come si è soliti dire in questi casi: "Sarò breve":
    Divide et impera
    Quando Giulio Cesare si metteva in testa di combattere un popolo, adottava la strategia del “divide et impera”. E Cesare non era esattamente un cretino. Ogni avversario preso singolarmente era più una seccatura che un problema, e se ne liberava rapidamente e con poche perdite. Una volta divisi anche i Barbari più temibili erano poco più che una banda di scalmanati. Al contrario i Romani che erano organizzatissimi, uniti e contraddistinti da un sistema di comunicazione fenomenale agivano come un sol uomo, facendo “il mazzo a cappello di prete” a chiunque.
    Rigiriamo il concetto e applichiamolo ai giorni nostri: Qualcuno l’ha capito che dividendoci ci “frega”, e l’ha capito benissimo.
    Infatti: 1. vede che qualcuno sta organizzando una manifestazione in grande stile e quindi invita i “caporioni” accarezandoli; 2. parla di rivoluzioni in suo appoggio; 3. infiltra suoi fedelissimi in mezzo alle “forche” , facendogli prendere una certa direzione; 4. aspetta che “gli altri” comincino a litigare tra di loro; 5. se qualcuno pensa che la spaccatura nel suo partito sia come quelle spaccature che si verificano in altre “sedi”, si sbaglia di grosso. Lui non fa niente per niente (e neanche chi gli è stato vicino da sempre, compreso chi non ha mai preso nemmeno un voto, e solo grazie a lui è diventato qualcuno).

    Insomma: "Ma li sappiamo fare due conti oppure continuiamo a distruggerci tra di noi, in attesa che gli altri si organizzino e ci facciano in tanti pezzettini “piccoli piccoli”???

    p.s. ATTENTI...SE LA STORIA CI HA INSEGNATO QUALCHE COSA...RIFLETTIAMOCI SOPRA!!!