Renzi il lavoro ai giovani e l'articolo 18

 

Non lo so se è chiaro, quando uno cerca lavoro è come un lupo, gli occhi stanno spalancati e aperti, le narici fiutano gli odori, tutti i sensi all'erta, bisogna sbaragliare la concorrenza. Per il posto di lavoro fai discorsi pratici,


pensi al salario che se lavori arriverà, non pensi troppo alle mansioni che dovrai svolgere, non pensi troppo all'orario che ti propongono. Quando cerchi lavoro, vuoi uno che ti dica cosa devi fare per avere alla fine la paga. Poche persone e solo in certi momenti possono permettersi di rifiutare il lavoro, di considerarlo troppo faticoso, degradante addirittura. Non è questo il momento, la gente cerca di fare qualche cosa che insieme al necessario per spesarsi conferisca quel po' di identità che ti fa camminare in mezzo agli altri alla loro stessa altezza. Cammini e pensi: anche io lavoro, adesso mi sono adattato ma le mie qualità usciranno fuori. Posso raccontare un aneddoto sul collega scemo, posso parlare male del capo. Si, magari spendo poco ma è una mia scelta, si sto dai miei ma perchè non ho ancora trovato la persona giusta, io ho la busta paga, posso chiedere un prestito, posso comprare il nuovo televisore, accendere un mutuo. Io ho uno stipendio, servo a qualche cosa da qualche parte.

Renzi il giovane virgulto pare stia pensando a noi giovani, siamo disoccupati, siamo precari, basta con tutto questo, facciamo un bel contratto a garanzia crescente, dopo tre anni che sgobbi diventi anche tu veramente uguale ai vecchi, ti danno l'articolo 18. Ho scritto pare perchè effettivamente a parte qualche dichiarazione ancora di articolato e ufficiale non c'è niente. Favorire il lavoro, favorire le imprese.

Da parte mia lo dico chiaramente sono disoccupato, ditemi dove si firma per avere le garanzie crescenti, voi dite tre anni ma per me potrebbero essere anche cinque. Se oggi non lavoro il mio obiettivo è cominciare. Questo è il vantaggio mio un bel contratto a tempo indeterminato, no diavolerie no termini no scadenza. Il vantaggio per l'impresa è rappresentato che viene tolto l'articolo 18 per i famosi tre anni. Sai che me ne frega, il 18 è un numero, da disoccupato mica ero tutelato da questo famoso articolo 18, se non lavori ti manca la tutela alimentare figurati che mi frega della tutela aritmetica.

Detto questo detto tutto, uno che cerca lavoro vuole lavorare, l'impresa deve poter licenziare senza troppi lacci e lacciuoli, mi pare di averla già sentita questa: da disoccupato c'ho avuto tempo per leggere i giornali e vedere qualche manifestazione di vecchi. Il vecchio articolo 18 non c'è più ora c'è una forma più blanda di tutela eppure, anche se i vincoli sono stati allentati, la gente è stata licenziata. Sono disoccupato, io la televisione la guardo, tutti che parlano di perdita di posti di lavoro, della crisi, del dramma dei cinquantenni esodati. La modifica dell'articolo 18 non ha portato bene alle imprese, in generale pure che hanno spappolato il mercato del lavoro, i mercati non sono ripartiti, direbbe qualcuno che se ne intende: non è aumentata la competitività.

In finale, roso dalla curiosità e smanioso del mio primo giorno di lavoro che presto arriverà grazie al nuovo che avanza, mi sono andato a leggere cosa cavolo dice questo famoso articolo 18 dello statuto dei lavoratori, mi accorgo che è una cosa lunghissima, mi bastano le prime righe: parlano del licenziamento discriminatorio e di come decide il giudice una volta che lo ha accertato, mi pare che una volta c'era l'obbligo del reintegro, ora è diventata una cosa più complicata.

Ebbene, mi spiegate quale è il vantaggio dell'impresa a non veder punito, con il reintegro, un licenziamento dichiarato discriminatorio? Ci vado al manicomio. Giustifichiamo il licenziamento a capriccio, se sono simpatico bene, se non sono antipatico male? Ma che idea è questa? Dov'è la novità? Giuro che ci divento matto.

Io sono disoccupato e se qualcuno mi chiama corro, io sono un lupo, non mi dite che è pure giusto però. Non mi dite che è una bella pensata, non mi dite che così freghiamo la crisi. E' una bella cazzata, detta in fiorentino ma sempre cazzata.

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Commenti: 2
  • #1

    Renato La Manna (giovedì, 19 dicembre 2013 21:13)

    Concordo in pieno. E' assurdo parlare di come l'abrogazione dell'art. 18 aiuti la crescita economica (ma, dico ci siamo rinco...sul serio?). Ma non lo è dire che ci siamo dimenticati che in periodi di crisi, lo Stato deve aiutare ed incentivare le assunzioni non studiare come rendere più semplice i licenziamenti (per che cosa? Per rendere la vita più semplice a pochi eletti e più difficile a varie migliaia di persone?), ma poichè tutti i partiti sembra che stiano scegliendo di fare a gara a chi smantella di più lo Stato sociale e che bisogna "incentivare" i licenziamenti, io a questo punto dico: "Mi spiegate perchè dovrei votare un partito che fa gli interessi di tutti ma non quelli della mia categoria?". Ecco, smettiamola di fare i furbi e di discutere del nulla. Ricominciamo a fare gli interessi degli italiani. Perchè a questo punto forse serve solo una cosa: "Che i vari politici di qualunque colore essi siano non si sognino neanche di chiedere il voto a quelle categorie che hanno danneggiato da anni e che vogliono danneggiare ulteriormente.

  • #2

    Elisa (lunedì, 23 dicembre 2013 16:25)

    A me sembra che Renzi continui ad aprire bocca e dar fiato.
    Diceva cazzate prima e continua a spararle adesso.
    Questa è la vera tragedia.