Maddechè: l'amnistia serve ai ladri ma pure alle guardie

Si avvicina a grandi falcate la scadenza che l'Europa ha posto all'Italia in materia di carcere. Le soluzioni strutturali non sono alle viste semmai qualcuno di quelli che possono decidere, 

   

le avessero pensate. Cambiare le leggi sull'immigrazione e quelle sulla droga dovrebbe essere la prima attività da compiere, tuttavia rimane l'urgenza del sovraffollamento delle carceri, il trattamento inumano ormai certificato. L'unica soluzione possibile è l'amnistia. Oltre 60 mila persone detenute in posti che potrebbero contenerne 40 mila, violano la legge dell' impenetrabilità dei corpi, non si possono far scomparire neanche se intervenisse Matteo Salvini in persona. Ma voglio segnalare anche un altro aspetto che deve essere considerato: accanto ai detenuti ci sono i poliziotti penitenziari.

Premessa doverosa: ho conosciuto persone di alta qualità con la divisa azzurrina, ho conosciuto delinquenti e aguzzini con la stessa divisa. Tanti anni fa avrei parlato solo degli aguzzini, di quelli che in squadrette andavano a picchiare i detenuti. Tanti anni fa avrei parlato della canzone di Claudio Lolli, di quando i poliziotti penitenziari erano secondini e erano chiamati dai detenuti “superiore”. C'è stata la rivoluzione anche fra chi porta la divisa, è uno stupido chi non lo capisce, sono contento di non pensare più quelle cose. Torniamo ai nostri grandi aggregati concettuali:

ci sono più detenuti di quanti se ne possono accogliere, ci sono meno poliziotti penitenziari di quanti ne servirebbero. Diciamo che mancano più o meno 7000 agenti rispetto a quelli previsti dalla normativa. Più detenuti, meno guardie. Le guardie lavorano, per questo motivo, tanto di più di quanto sarebbe giusto secondo le regole e il buon senso. Detenuti in divisa azzurra. I trattamenti rieducativi e di sorveglianza, non serve neanche dirlo, sono compromessi.

Qualcuno si ammazza.

I dati sono variabili, 80 o 90 agenti della polizia penitenziaria si sono suicidati negli ultimi dieci anni. Otto nel 2013. Io non faccio una relazione diretta fra aumento dello sfruttamento e suicidio, tuttavia neanche si può essere indifferenti perché non c'è la controprova.

L'amnistia serve a tutti, ai detenuti che subiscono oltre la pena dovuta anche una tortura non dovuta. Ai poliziotti penitenziari che ad un lavoro delicato uniscono turni che diventano massacranti. Alla società che in attesa dei provvedimenti strutturali, può vergognarsi un po' meno.

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    attikus (giovedì, 09 gennaio 2014 09:32)

    Sento (s)parlare dell'affollamento delle carceri da quando avevo i pantaloni corti....... e sono passati nolti anni!!!
    Assodato che la popolazione carceraria italiana si aggira fisiologicamente sui 60000 detenuti, ho l'impressione che i parassiti che stanno a roma non hanno adeguato la capacità ricettiva delle prigioni per timore di andarne a fare parte prima o poi, senza poter sperare in una amnistia......