Landini, sei sicuro?

C'è un guaio in corso a Corso Italia, l'ultimo direttivo della CGIL convocato per ratificare il regolamento attuativo degli accordi sulla rappresentanza fra CGIL, CISL, UIL e Confindustria, si è trasformato in uno psicodramma. Landini ha accusato la Camusso di aver fatto un nuovo accordo e non un regolamento attuativo, violando lo statuto dell'organizzazione, prerogative sindacali, di autonomia delle categorie e la sentenza della Corte Costituzionale sul caso 

   

FIAT. Camusso difende puntigliosamente il lavoro fatto e respinge tutto, nel merito e nel merito. Il direttivo vota, finisce tanti a pochi. L'area che si chiama lavoro e società decide di non partecipare al voto, cinquanta membri del direttivo assenti. Dimmi tu che aria tira.

 

C'è un problema di democrazia nella CGIL? Può darsi, sembra che valga tutto in questo momento. Certo è strano, il sindacato di Corso Italia è alla vigilia del congresso, sono stati presentati due documenti: quello proposto da Susy nostra conta più o meno il 98% del comitato direttivo, Landini sta con Camusso, l'area programmatica Lavoro e Società sta con Camusso. Non lo sapevano che c'era un problema di democrazia quando hanno messo la loro firma al documento della stragrande maggioranza? Bah. Sembrano parole buone per ogni occasione e buone per ogni occasione sono le semplificazioni polemiche. Landini ha appoggiato gli accordi del 2011 e del 2013 dai quali deriva il regolamento attuativo dei giorni scorsi, possibile che si sia arrivati ad un nuovo testo addirittura contro la Costituzione? Fra quelli che hanno votato si al nuovo testo unico sulla rappresentanza, ci sono i rappresentanti delle categorie del commercio, dei pubblici, dei muratori eccetera eccetera, possibile che tutti questi siano così distratti da votare un testo che alla fine li ingabbierà invece di far fare un passo avanti? I meccanici della CGIL sono importanti per la confederazione, non sono una categoria come le altre, sopratutto nel bene. Tuttavia, non mi sento di pensare che la FIOM abbia il monopolio delle ragioni e tutti gli altri quello del torto. Lo sconquasso che si è verificato per me però non è nel merito, uno dice una cosa, l'altro ne dice un'altra, credo nelle ragioni pure di ognuno. Il problema arriva quando uno dice che non crede più nella democrazia dell'organizzazione e dichiara di non sentirsi vincolato dalla votazione del direttivo di cui fa parte. Landini, ti vogliamo tutti bene, quindi prendi queste parole affettuosamente: l'atteggiamento democratico si misura quando ti trovi in minoranza, non può essere che se ti danno torto i tuoi compagni, quelli che definisci i tuoi compagni, decidi che il voto non vale aprendo una voragine che sarà difficile colmare.

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