Croce Rossa la poesia, lo stallo alla messicana, le manifestazioni

Oggi un po' in tutta Italia si sono svolte manifestazioni dei lavoratori della Croce Rossa, il 4 aprile ce ne sarà una nazionale davanti al ministero della Salute. Bandiere sindacali, fischietti, cappellini, da quanto ci hanno raccontato c'era gente più determinata che disperata. Questo ci piace. Questi lavoratori si battono per non essere licenziati, per evitare di essere


impoveriti e insieme alla carne e al sangue ci fanno intravedere un'altra cosa, la poesia: le convenzioni al massimo ribasso. Il paradiso dei liberisti funziona così: dato un servizio e le caratteristiche che vengono richieste lo deve fare chi offre il prezzo migliore, in questo modo i liberisti ci fanno vedere il loro paradiso: il servizio viene svolto, non importa se da un pubblico o da un privato, il costo diminuisce perchè si persegue l'efficienza e i cittadini pagano meno tasse. Zac. I liberisti mica sono scemi.

Purtroppamente non è così l'esperienza di questi anni ci ha fatto vedere che la migliore efficienza, la concorrenza fra imprese pubbliche o private non è fatta sul servizio migliore ad esempio su quante persone sono in ambulanza, è fatta su quanto paghi le persone che fanno il soccorso. Gli assessori alla sanità delle regioni si fanno due conti e se devono scegliere, scelgono il prezzo migliore, sulle altre cose magari chiudono un occhio o tutti e due. Dunque le convenzioni al massimo ribasso non sono la misura della efficienza del mercato a selezionare le imprese migliori, sono l'esercizio di taglio e cucito sulle retribuzioni dei lavoratori. A dire il vero il mercato presenta una stortura, nel settore del soccorso le retribuzioni fra la parte pubblica e quella privata sono molto diverse, un autista soccorritore cui viene applicato il contratto ANPAS – quello delle pubbliche assistenze – prende molto meno di uno che svolge la stessa attività della Croce Rossa. Questo è male. A parità di lavoro dovrebbe esserci parità di retribuzione, io penso che se ci fosse qualcuno con la schiena dritta che dicesse: riequilibriamo ste cazzo di retribuzioni fra pubblico e privato alla fine una soluzione si troverebbe. Se sortisse fora uno con la schiena drittissima e dicesse che la gente deve essere raccolta in mezzo alla strada dal servizio sanitario nazionale e per farlo costituisse una agenzia apposita con le persone che oggi garantiscono il servizio, penso che se anche aggiungesse che gli stipendi vanno aggiustati per tutti cioè un po' alzati quelli dell'ANPAS e delle Misericordie e un po' diminuiti quelli della Croce Rossa, penso che dopo il silenzio ci sarebbe la condivisione. Questo è il male delle convenzioni al massimo ribasso, alla fine mettono in concorrenza i lavoratori, uno contro l'altro. Su questo dato di fatto si gioca tutto: la Croce Rossa dice che non riesce a stare sul mercato con le retribuzioni che deve corrispondere, per questo motivo perde le convenzioni, se perde le convenzioni deve lasciare a casa quelli che vanno sulle ambulanze i famosi precari quasi nonni, quindi i lavoratori che protestano sono i responsabili del loro licenziamento. Tutto fila. C'è del vero e c'è del marcio in questa sequenza. Il vero: questa riforma la devono pagare i lavoratori, non c'entra niente il nuovo assetto istituzionale della nobile associazione, si tratta di soldi, punto e basta. Il marcio: questa riforma la devono pagare i lavoratori, al ministero della Salute, al ministero della Difesa, al dipartimento per la funzione pubblica, al ministero dell'economia, la pensano così. Ma torniamo a noi, alle nostre amene chiacchiere. Per mantenere il posto di lavoro i dipendenti CRI dovrebbero rinunciare a 3 o 400 euro, ci scusiamo per l'approssimazione 100 euro di differenza sono più di quanto dovrebbe arrivare da Renzi e non voglio scherzarci su. Meglio perdere 3 o 400 euro che tutto lo stipendio, direbbe il fresco licenziato. Non ci sarebbe dubbio, risponderebbe l'autista soccorritore. Perchè allora i maledetti sindacati e con loro i maledetti lavoratori non ci stanno?

Primo: perchè al peggio non c'è limite, oggi rinunci a 300 euro, domani, sempre per rimanere sul mercato, devi rinunciare a qualche cosa in più. Secondo: perchè non c'è neanche la garanzia di continuare a lavorare, per i precari la proposta è un'altro contratto a tempo determinato, per quelli di ruolo o sono scelti dalla nuova associazione oppure dopo due anni di mobilità saranno licenziati, senza se e senza ma. Lo scambio fra stipendio ridotto e certezza occupazionale non esiste e a quanto ci risulta, non è stato neanche proposto. I lavoratori difendono quindi la loro intelligenza, meglio lo stallo alla messicana che rimanere disarmati.

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Commenti: 1
  • #1

    elisa (giovedì, 03 aprile 2014 10:40)

    ma perchè non rinunciano loro per primi ai doppi incarichi invece di guadagnare oltre il lecito della vivibilità... invece di toccare gli stipendi del popolo ormai alla fame?