Renzi e il pubblico, una rivoluzione. A rovescio

Finalmente è arrivata la riforma della pubblica amministrazione, ognuno di noi lo sa, c'è proprio bisogno. Quando arrivò Brunetta si conquistò la fama di più amato dagli italiani proprio dalla necessità che il settore pubblico fosse profondamente migliorato. Sappiamo come è andata a finire, le cose nonostante le promesse roboanti di una vendetta contro gli infami dipendenti pubblici, non sono migliorate. Ogni cittadino lo sa. Certo, i dipendenti pubblici non hanno il contratto di lavoro, la legislazione 

   

Brunetta ha riportato le lancette del tempo a prima della contrattualizzazione del rapporto di lavoro ma il miglioramento nel servizio non si è visto. E' tempo di mettere qualche piccola cosa a posto. Qui interviene Renzi il veloce stil novo. Conferenza stampa con la ministra Madia e via alle importanti novità: dirigenti tetto alle retribuzioni e valutazione rigorosa dell'attività; riduzione delle prefetture, riduzione degli uffici del tesoro, accorpamento dell'ACI con la motorizzazione. Questi i punti che più balzano agli occhi, ci sarà qualche altra cosa, ci sarà qualche twett che ci è sfuggito, ma come misure pratiche se dovessi dire sono queste le cose che rimangono impresse senza impressionare. Saremo chiamati a dire la nostra fino a metà giugno, noi cittadini saremo coinvolti. Se fossi un dipendente pubblico non avrei problemi a mettere le mani sull'organizzazione dello stato sul territorio, Renzi ha dichiarato che non sono in esubero. Se oggi lavoro per una amministrazione e domani lavorerò per un'altra, mi sta bene. Il veloce stil novo ha detto che se mi devono trasferire sarà ad una distanza ragionevole, mi sta bene. Mi sta bene tutto, magari mi faranno un po' di formazione. Se non ci rimetto i soldi come vogliono fare con quelli della croce rossa, se non mi licenziano come vogliono fare con quelli della croce rossa è già un bel passo avanti. Migliorare il servizio senza penalizzare i lavoratori, bisogna essere d'accordo, senza se e senza ma. Poi bisognerà capire se c'è qualche altra cosa, sul punto dei servizi a me cittadino sembra pochino, non direi una rivoluzione. Si può fare molto di più per fare in modo che quando si entra in una delle tante amministrazioni pubbliche, buongiono voglia dire buongiorno e non crepa. Piuttosto, quasi dimenticavo c'è una cosa che è già precisa: riduzione del 50 per 100 dei permessi sindacali.

Il veloce stil novo vuol fare una rivoluzione nel servizio pubblico e l'unica cosa veramente precisa riguarda la riduzione sostanziale di un diritto costituzionalmente garantito di quelli che devono garantire i diritti degli altri. Levi i permessi sindacali e indebolisci il sindacato, bravo. Se le cose non funzionano la colpa è dei sindacalisti. Le leggi scritte in ostrogoto non c'entrano niente, i regolamenti fatti per contraddire le leggi ostrogote non c'entrano niente, i sistemi informatici che non dialogano fra loro non c'entrano niente, la continua restrizione delle spese per il funzionamento materiale degli uffici non c'entrano niente.

 

Okkey Renzi, pensala come ti pare ma togliere diritti ai lavoratori non è la rivoluzione è lo sport nazionale.  

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Commenti: 1
  • #1

    Lorena (sabato, 03 maggio 2014 10:09)

    Le riforme un sindacato che opera per i diritti dei lavoratori e in difesa dei servizi , le discute , dando il suo contributo indispensabile , per far si che non siano fatte solo con la miope ottica del risparmio, non si risparmia tagliando i servizi, tanto meno quelli che garantiscono le fasce più deboli, che solo nel pubblico potranno trovare una risposta
    Quando una riforma , cavalcando la legge di mercato , determina danni ai servizi, mortificazione dei diritti e spregio delle leggi, non è una riforma
    La risposta, in questo caso dovrebbe essere determinata , dura e senza sconti, mettendone in discussione tutto l'impianto, altrimenti lo sport nazionale sarà sempre più diffuso e sempre meno arginabile