Colosseo chiuso non è un giallo, i lavoratori rinunciano a 80 euro. Per sicurezza. - di Nonpercaso -

 

Voi direte, com'è possibile si possa chiudere il Colosseo? Se lo è chiesto il neo ministro Franceschini, con finto stupore.

Si, perché è proprio strano che il nostro monumento simbolo rimanga chiuso la notte dei musei, un evento europeo. Non è un giallo ad effetto e il colpevole, subito individuato, è,


classicamente, il maggiordomo.

Ma rimane uno strano caso, pieno di misteri. Il primo mistero è di sapere come mai un lavoratore rinunci ad ottanta euro, sì proprio 80, per una serata di sabato di 4 ore dove guadagnerebbe dando lustro alla nostra italietta nel mondo.

Negando il Colosseo a un euro a migliaia di turisti.

Non è un giallo. Non solo perché sappiamo da subito il colpevole, ma proprio perché è sceneggiata, fiction.

Il Ministro Franceschini è entrato nell'agone della cultura mutuando l'aforisma del petrolio, in verità discutibile quanto trito, ed è convinto sostenitore della renziana slot machinizzazione del patrimonio. Ha poi per la verità moderato i suoi eccessi concettuali, ma la sostanza è rimasta.

Il Colosseo rende 5 milioni e mezzo di visitatori, 40 milioni di euro di incasso, Obama lo va a vedere, mamma mia che figata.

Insomma, la classica macchinetta per far soldi. Il brand attira, Della Valle ci spende 25 milioni per il restauro.

Irresistibile, come Pompei, gli Uffizi, i Musei Vaticani e qualche altro tra i siti sterminati, spesso oscuri, di un patrimonio talmente diffuso da sollevare il legittimo dubbio su cosa cazzo abbiamo fatto per meritarcelo.

Il delitto, per Franceschini, è un Colosseo chiuso. Su questo costruisce il suo paradosso mediatico.

Allora, questo caso strano?

Mettete un monumento importante, che ne so, il Colosseo. Aggiungeteci un governo ambizioso, giovane, veloce. Ed anche i media, investigatori appassionati dalla notizia, pronti ad azzannarla. Eppoi metteteci i lavoratori, che appunto lavorano e non vogliono lavorare per l'apertura a un euro di notte, hanno timore a gestire una serata con migliaia di visitatori a prezzo politico. Di chi lavora dentro ne bastano 5 su 15, per l'accordo contrattuale. Solo 5 che conoscono le procedure di sicurezza, cazzo, se succede qualcosa? Se ne fottono degli 80 euro, mica c'è solo il Colosseo, a Roma. Poi il sindacato, infido e resistente alla modernità, che non impone a questi lavoratori di aderire, ai propri iscritti, invitandoli ad un gesto di generosità e responsabilità.

Eccola la trama, efficace. Si svolge sul palcoscenico dei media, chi invoca i volontari, un politico di vaglia si propone addirittura come volontario, sindaci indignati, tutti ad aprire bocca e dare fiato. Per la verità non solo fiato. Illustri politici progressisti si lagnano che non possono precettare, che in fondo i lavoratori i loro diritti li devono rimodulare sulle priorità, che il sindacato, anzi la CGIL, sono un ostacolo allo sviluppo. Toh.

Per la verità questa trama tanto efficace non è. Insomma, sembra avanspettacolo, di quelli mediocri, da passerella di fronte ad un pubblico ululante.

Un giallo non giallo con colpevole dichiarato, i media attizzati dal monumento famoso, la passerella dei testimoni indignati a riempire la scena.

Una torsione democratica. Mi piace questa espressione. È la chiave del giallo, quella che gratta gratta ti scova il colpevole.

Si sa, i media sono curiosi, pettegoli. Si chiedono come mai di questi tempi un lavoratore rinuncia a 80 euri, mica cazzi. E chiedono, domandono, alcuni non si accontenano delle risposte scontate, i tagli, le carenze. Alcuni chiedono come mai in altre sere il Colosseo rimane aperto, se in fondo non sia vera irresponsabilità, o peggio un dispetto al Ministro incazzato. Niente di questo, il Colosseo apre per poche persone e non tutto. Altro che migliaia. Qualcun altro si ricorda che altre volte il Colosseo è rimasto chiuso, per gli stessi problemi. Altri ancora constatano che anche altri siti rischiano di rimanere chiusi, siti di grande appeal, come Galleria Borghese e Castel Sant'Angelo, perché non ci sono adesioni sufficienti a garantire la sicurezza. Il sindacato specifica che il problema non è sindacale, che laddove possibile si apre.

Alla fine poi capace che qualcuno si ricorda che noi i monumenti li dobbiamo tutelare, che forse hanno ragione coloro che sostengono che ci sono problemi di sicurezza, che tutti i siti aperti a un euro a Roma garantiscono ai turisti di non bivaccare impotenti e frustrati, che i lavoratori sono generosi e responsabili perché rinunciano a 80 euri 80 preoccupati della sicurezza loro, di quella dei turisti e del Colosseo.

E vai a vedere che qualcuno non scopra il colpevole vero, l'insospettabile, quello a cui non avresti mai pensato.Tirando fuori la trama vera, il filo logico.

Lo so, sono un sognatore e mi conforta pensare alla libera stampa, credo nella democrazia e mi piacciono i gialli, quelli veri.

Non quelli costruiti su trame incerte senza intrecci. Che alla fine rivelano colpevoli di torsione democratica, un reato inutile e depenalizzato. Con cui si fanno i conti.

 

 

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Commenti: 3
  • #1

    Marco (mercoledì, 14 maggio 2014 13:09)

    Capisco l'ironia ma diamo anche le notizie... o è davvero un giallo ancora da risolvere? E se il problema ovvero il delitto delle mancate aperture serali si ripresenta spesso perché l'adesione è solo volontaria, non sarà che qualcuno si è dimenticato di prevenirlo, organizzando l'apertura serale che so io, in termini di turni lavorativi o altro istituto contrattuale che dia certezze e compensi il personale, oltre che il demanio?

  • #2

    nonpercaso (mercoledì, 14 maggio 2014 15:19)

    caro Marco,
    sarò meno ironico e, spero, più chiaro. Stiamo parlando dei siti statali che in generale sono aperti per 363 giorni l'anno per undici ore al giorno. Quindi l'apertura al pubblico è garantita da turnazioni su h.24 in quasi tutti i siti. Le aperture serali si fanno laddove ci sono le condizioni di sicurezza e con il personale in straordinario, non essendoci numero sufficiente per garantire il tutto in ordinario. Ti ricordo che il patrimonio culturale è soggetto a vincoli di tutela e conservazione che sono primari, non si può pensare pertanto ad uno sfruttamento eccessivo in particolare in siti già esposti, come nel caso del Colosseo, ad un livello di fruizione che è il massimo in rapporto alle sue condizioni di conservazione Il problema, di converso, è di come assicurare la conoscenza e la fruibilità dell'intero patrimonio, non solo dei siti al limite delle loro possibilità. Cosa che queste politiche spot non contribuiscono certo ad assicurare. Quindi, in tale caso, è del tutto strumentale e propagandistica la posizione del Franceschini, e della nuova(?) filosofia del nuovo governo che pensa di tirare sangue dalle pietre. Accanto a questo c'è un problema occupazionale grande come una casa, dovuto a politiche sbagliate di compressione lineare degli organici che impediscono oggi di assumere giovani per garantire un servizio come questo, a parole definito strategico. Quindi come puoi notare non è un problema di organizzazione del lavoro, ma la somma di problemi strutturali con cui si fanno i conti riuscendo ad assicurare comunque un'ampia fruibilità del patrimonio. Da cui il paradosso mediatico ingenerato dalla propaganda sui fannulloni e dall'idea sbagliata e ignorante che esistano monumenti simbolo e un patrimonio sconosciuto ai più.
    ciao

  • #3

    Elisa (giovedì, 15 maggio 2014 15:09)

    adesso è tutta colpa dei dipendenti ovviamente...la solita caccia alle streghe.
    Mi domando perchè nessuno si domandi come mai il personale è appena indispensabile a coprire la turnazione lavorativa e come mai ci sono persone che vi lavorano pagate dalla Francia, sissignori, dalla Francia per lavorare nel nostro Colosseo. Validi archeologi italiani stipendiati dai francesi per fare un lavoro che dovremmo garantire noi. Chiediamoci perchè all'estero investono sul personale dentro casa notra e nostro per valorizzare un monumento di cui noi ci ricordiamo solo per fare retorica?!