Maddechè: Renzi e la CGIL, le radici dell'odio

cittadini, può fregarsene di essere in sintonia con la più grande organizzazione dei lavoratori. Renzi lo sa che i lavoratori, anche quelli disgraziatamente iscritti alla CGIL, votano, mica è scemo, eppure non perde occasione di marcare le differenze, si può dire l'astio nei confronti della loro organizzazione. I sindacati vanno bene se danno una mano, se non danno una mano sono un danno. La CGIL di più. Per me non è uno scandalo il pensiero del Presidente del Consiglio,  di quelli che a parole dicono di rispettarti e nei fatti ti fregano ne abbiamo conosciuti a tonnellate. Renzi, fino a quando non lancia #cgilstaiserena non lo metto nel girone degli ipocriti. Piuttosto perché la CGIL è così ulcerante per l'ex sindaco e i suoi sodali?  Perché il sindacato di corso Italia con tutti i difetti e i limiti è ancora portatore di un cambiamento socialmente orientato. Il lavoratore è un cittadino, come il negoziante, come il professionista, quando si organizza in un sindacato e questo sindacato si chiama confederazione generale italiana del lavoro, diventa un cittadino che pensa in grande, vuole contare sia nel processo lavorativo sia nel processo produttivo. Un lavoratore che si organizza esce dalla sua condizione concreta, vuole contare in  quanto produttore di una ricchezza che non è equamente distribuita, vuole contare nella società. Dobbiamo proprio dirlo, quando i lavoratori si organizzano danno fastidio, il fatto che l'ex sindaco non abbia un curriculum da salariato in parte lo giustifica, non lo assolve. Ma torniamo alle elezioni europee, alla campagna elettorale: Renzi poteva non dirle quelle parole sul sindacato, se lo ha fatto era cosciente di una scelta di campo e voleva solleticare le pulsioni di qualche altro gruppo sociale. Poteva dire: sia chiaro chi vota PD non vota il partito di Genovese, chi vota PD non vota il partito di quello che si vendeva i posti nella guardia di finanza. Invece non l'ha detto.