Contratto dei pubblici il capolavoro Renzi e Madia

Il blocco del contratto per gli statali, cioè per tutti i lavoratori che in un modo o nell'altro operano per rendere effettivi i diritti di enunciati nella nostra Costituzione, non è un fulmine a ciel sereno. I pubblici devono essere sterminati, sono il terminale 


di ogni frustrazione. Sei un lavoratore del settore privato e te la prendi coi pubblici che non fanno niente, sei un disoccupato e te la prendi coi pubblici che tanto si sa come sono entrati. Se hai un problema la colpa è dei pubblici, se hai un problema chiami il pubblico, il pubblico funziona e non ci fai caso, il pubblico non funziona e ti incazzi,  coi lavoratori, non con chi dirige, non con chi taglia personale e mezzi. I governanti degli ultimi anni hanno capito la lezione in maniera sopraffina,  con la legislazione Brunetta hanno punito i pubblici dal punto di vista normativo e bloccato i contratti da quello economIco, gli altri hanno seguito la scia. Ora c'è la Madia, raro esempio di meritocrazia abbinato alla personalità di una statista di prim'ordine. La Marianna aveva esordito dicendo che non voleva seguire la strada brunettiana, ha finito col tagliare i diritti sindacali ai rappresentanti dei lavoratori, cioè ai lavoratori. Ora, ultimo ma non ultimo, il diritto al rinnovo contrattuale. Capolavoro. Io direi che c'é una singolare coincidenza: prima i giovani governanti dicendo che dio lo vuole, tagliano le agibilità sindacali dei sindacalisti pubblici, poi ottenuto l'indebolimento della capacità organizzativa dei sindacati, dichiarano che non c'è una lira. In realtà rimangono gli 80 euro per chi ne ha diritto, per gli altri niente, neanche il diritto teorico al rinnovo contrattuale. Ci voleva proprio il duo Renzi- Madia Per arrivare a questo punto.

Ora veniamo al sodo, in questi anni non sono mancate le chiamate dei sindacati alla mobilitazione, da parte dei lavoratori sono mancate le risposte, questo ha portato i governanti a credere che i pubblici li puoi pure frustare, tanto non protestano.  I pubblici si lamentano, inveiscono contro i sindacati ma fanno la pecora davanti al padrone. Questo il punto, la triste realtà, i governanti l'hanno capito. Ora tutti devono cambiare atteggiamento, i sindacati devono prendersi le loro responsabilità, lo stesso devono fare i lavoratori.Se sarà proclamata la mobilitazione bisognerà farla, se si arriverà allo sciopero generale dei pubblici, bisognerà farlo, se la parola dignità ha ancora un senso. 

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Commenti: 7
  • #1

    ferruccio nobili (giovedì, 04 settembre 2014 16:38)

    "le chiamate del sindacati alla mobilitazione"? Ti riferisci alle pantomime degli ultimi 10 anni? quelle che vedevano la partecipazione media dei lavoratori pubblici al 10% e che invece i sindacati vendevano in bluff come: "ottima riuscita"? Oppure alle finte consultazioni sui contaratti separati che coinvolgevano meno del 10% ma che, in bluff, il sindacato di turno (principalmente la FP CGIL) voleva far "pesare" come plebisciti? O alle mobilitazioni finte che producevano finti contratti da 7 euro/anno? O alle "campagne" per eleggere le RSU per vedere "chi ce lo aveva più lungo tra CISL e CGIL" per poi mortificare le RSU elette rendendole di fatto inutili cancellando la loro titolarità al negoziato in sede locale centralizzando tutta la contrattazione e non dando possibilità a quelli, eletti direttamente dai lavoratori, di coordinarsi e presidiare anche i livelli superiori del negoziato? L'unica mobilitazione vera che ho visto oramai da tempo è stata dall'inizio di questa estate quando centinaia di distaccati, tagliati dal dimezzamento dei permessi retribuiti, sono finalmente tornati sui posti di lavoro per chiedere alle controparti ed in molti casi alle/i compagne/i dei posti di lavoro una raccomandazione per esssere assegnati nel posto meglio retribuito o più vicino a casa.
    Non sono molto meravigliato del fatto che i lavoratori non ci seguono e, ma è solo una mia impressione che spero sbagliata, non ci seguiranno!!!!!

  • #2

    unonessunocentomila (giovedì, 04 settembre 2014 19:42)

    Che tristezza il commento di Ferruccio Nobili!
    Verrebbe da dire: da che pulpito giunge questa tiritera moraleggiante!
    Non voglio essere io a raccontare la sua storia, fatta anche di onesto impegno intellettuale e politico ma molto pratico in alcuni momenti di scelte importanti; sia lui, prima di parlare di altri, a raccontare per filo e per segno il suo curriculum sindacale e politico in tutte le sue fasi.
    Credo invece che sulla questione delle mobilitazioni, passate e future, ci sia da fare una profonda e seria riflessione.
    Spesso, in passato, ci si è nascosti dietro un dito (per usare un eufemismo!) e ha ragione Nobili quando sostiene la tesi della scarsissima partecipazione; per il domani le domande e i dubbi sono tanti.
    Possibile che ci si accorge solo oggi che, prima Letta e oggi Renzi, i rinnovi contrattuali siano sostanzialmente bloccati fino al 2020?
    Decreti che bloccano la parte economica per il 2013/2014; legge di stabilità 2014 che conferma il blocco e per il 2015/2017 non prevede neanche l'indennità di vacanza contrattuale; il documento di economia e finanza che conferma il tutto e prevede che per il periodo 2018/2020 forse ci sarà l'indennità di vacanza contrattuale.
    Il vero problema è forse questo, l'incapacità a rendersi conto di quanto accade e quindi l'incapacità ad una pur minima reazione qualsiasi essa sia; ma non, per carità di patria!, dichiarazioni tipo quelle che leggiamo sugli autunni caldi!
    La dimostrazione delle contraddizioni, dell'impotenza di una categoria è resa palese dall'intervista odierna a Landini; il segretario generale della Fiom che parla di sciopero degli statali, e il segretario generale della Cgil funzione pubblica dove è?
    Serve una riflessione seria e profonda che evidentemente il quadro dirigente sindacale dimostra di non sapere e non volere fare, certo è che la rabbia di Nobili non aiuta.

  • #3

    Pino del Mef (giovedì, 04 settembre 2014 22:09)

    Ferruccio mi dispiace vedere il tuo commento, anche se capisco la tua motivazione e la tua rabbia ma credo che tu la debba rivolgere al governo in carica, che con questi mezzucci del taglio del 50% dei distacchi crede di imbavagliare il sindacato in particolare la CGIL, facendo credere all'opinione pubblica che ci sono dei risparmi, quando avviene tutto il contrario maggiori spese per lo stato.

  • #4

    ferruccio nobili (venerdì, 05 settembre 2014 11:17)

    caro anonimo unonessunocentomila, visto che sai cose sulla mia (modestissima) storia, raccontale pure. Della tua invece non mi interessa nulla (e il tuo anonimato, comunque, da questo ti protegge) e mi limito (quando ne ho voglia) a rispondere a quello che scrivi. Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto (anche dei molti errori alcuni dei quali evitabili) in CGIL e nella mia ininfluente, per i più, esperienza politica che presuntuosamente considero attraversata da una testarda coerenza. Quindi racconta pure tutto quello che sai, se lo ritieni interessate. Il mio pensiero elementare è però questo: se le cose non mi piacciono provo a vedere dove ho sbagliato io o la mia organizzazione o il mio partito. Infatti penso che se le cose non piacciono a me, vuol dire che invece vanno bene ai miei avversari. e preferisco correggere, se possibile, i miei comportamenti invece di stare a piangere su quanto sono brutti e cattivi gli "altri". La crisi della CGIL (che considero l'unico sindacato) è la mia crisi e non mi tranquillizza vedere militanti del PD (la maggioranza assoluta dei funzionari di vertice della CGIL), che hanno scientificamente suicidato la CGIL facendogli ingoiare di tutto per una real politik usata per evitare che si scontrasse con i governi "amici", che oggi "tuonano" contro il Segretario del partito/Presidente del Consiglio. Mi viene da pensare che se non arrivano forze "libere" e fresche non sarà facile uscire dal pantano, Ma se la CGIL resta in mano a questi "gruppi dirigenti", dubito che possano arrivare forze fresche. Ecco, pessimista me lo puoi dire, ma non rassegnato o definitivamente sconfitto (anche se da troppo tempo ogni giorno lotto contro una parte di me che invece mi suggerisce di andare a giocare a golf)

  • #5

    povereparole (venerdì, 05 settembre 2014 11:39)

    Amministratore: cari, l'articolo parla del mancato rinnovo del contratto dei pubblici, il riferimenti ai sindacati era per tutti i sindacati, quello ai lavoratori per tutti i lavoratori. Non vogliamo farne una questione di singole persone o di singole organizzazioni. Grazie per l'attenzione.

  • #6

    Vincenzo Di Biasi (lunedì, 08 settembre 2014 11:40)

    Alcuni amici, pensando che gli argomenti potessero interessarmi, mi hanno invitato a leggere dei post su questo blog.
    Premetto che, pur nella consapevolezza della loro grande potenza, non sono un patito di questi mezzi per confrontarsi e non ho piacere a intervenire in questi dibattiti; comunque incuriosito e superando le mie resistenze ho letto gli interventi e ciò ha confortato, ancora di più, la mia idea: rischiano quasi sempre di essere utilizzati per sfogarsi e per alcuni, nascondendosi, per screditare altri.
    Vincendo tutte le mie resistenze intervengo in questi dibattito che, depurato da alcune forzature, potrebbe rilevarsi stimolante e chiedo scusa, all'Amministratore del Blog e a coloro che leggono, per questa intromissione e per questo gesto di vicinanza a Ferruccio contro gli anonimi.
    Ho avuto il piacere di lavorare per lungo tempo insieme a Ferruccio Nobili apprezzandone capacità politica, onestà intellettuale e determinazione; non sempre ci siamo trovati d'accordo, ma sempre abbiamo cercato la sintesi costruttiva e utile per il lavoro sul quale eravamo impegnati.
    Accogliendo l'invito dell'Amministratore, vengo al dunque e offro la mia opinione su rinnovi contrattuali e mobilitazione.
    L'esperienza mi porta a dire che se la chiamata alla mobilitazione è ideologica, allora hanno e avranno ragione i numeri di Ferruccio e i lavoratori pubblici continueranno a non rispondere.
    Se la chiamata è su argomenti concreti e cifre plausibili e con obiettivi raggiungibili, allora si può pensare, fermo restando un grande e capillare lavoro di informazione, condivisione e partecipazione, ad una risposta diversa del lavoro pubblico.
    Un lavoro pubblico che ha la necessità di ritrovare punti di riferimento credibili e autorevoli.
    Penso però, e leggo i riferimenti normativi sui blocchi contrattuali citati da 'unonessunocentomila', che ai lavoratori pubblici non si possano offrire illusioni sui rinnovi contrattuali. Il contesto dato lo conosciamo tutti (?!) e se qualcuno, senza distinzione di sigle, pensa di sostenere come obiettivo plausibile il recupero integrale del potere d'acquisto a partire dal 2009, allora nessuno si potrà meravigliare della scarsa partecipazione alle mobilitazioni.
    Spero tanto di sbagliarmi, ma ........ vedremo!

  • #7

    Renato La Manna (lunedì, 08 settembre 2014 19:03)

    Condivido il post in toto, ma le responsabilità sono tante e di tutti: dei sindacati (tutti) che non hanno saputo vedere la crisi, dei lavoratori che non partecipano agli scioperi per non perdere lo stipendio. Condivido le amarezze di quanti hanno scritto. Insomma, condivido tutto...ma proprio tutto (tranne il non firmarsi). Detto ciò, cominciamo a riprendere in mano la situazione, facciamo capire che un pò di forza, ancora, l'abbiamo. Insomma... voglio dire: "Ma lo vogliamo capire che chi ci ha preceduto (molto probabilmente) si rivolterebbe nella tomba? Lo vogliamo capire che chi ci ha preceduto non aveva uno straccio di diritto ed è arrivato allo Statuto dei Lavoratori? Lo vogliamo capire che, forse, la colpa è di tutti noi che continuiamo a litigare tra di noi, invece di sbracciarci e cominciare a lottare? (certo, è molto più comodo limitarsi a discutere)".