Maddechè: non chiedete il contratto ci sono i disoccupati, l'uscita di Renzi

“Devi mangiare tutto! Pensa ai bambini del Biafra!” Effettivamente ci pensavi, le immagini dei corpi seminudi, di quelle pance innaturalmente gonfie entravano nelle nostre case e ci dicevano del nostro privilegio: essere nati poveri in un mondo in cui c’erano quelli ancora più poveri. Istintivamente non eravamo convinti del paragone, mangiavamo o no a seconda del genio del momento, non sulla base di quello che tecnicamente si può definire un ricatto morale.  Mi è venuto in mente questo antico ricordo  quando ho sentito Renzi apostrofare più o meno nello stesso 


modo, quelli del comparto sicurezza, difesa e soccorso, che minacciavano lo sciopero generale. “E’ immorale chiedere aumenti quando ci sono persone senza lavoro”. In effetti ad uno senza lavoro mica gli vai a dire che tu vuoi gli aumenti, quello ti risponde che lui gli aumenti non li può chiedere. Marx chiamava i disoccupati esercito industriale di riserva, le armate di quelli che sono pronti a fare il tuo lavoro anche per meno soldi. L’esistenza della disoccupazione serve a tenere i salari e gli stipendi degli occupati, entro un certo limite. Certo, l’argomentazione di Renzi non dice questo in modo esplicito, si pone al livello dell’immediata comprensione dell’opinione pubblica, siamo tutti sulla stessa barca, la politica fa sacrifici, al sindacato sono stati imposti sacrifici, gli stipendi dei manager pubblici non possono essere sopra una certa cifra, eccetera eccetera. Se hai la fortuna di lavorare non puoi reclamare un tuo diritto perché ci sono gli sfortunati che non lavorano. I meccanismi sociali diventano un gioco, se lavori sei fortunato, quindi devi stare zitto. L’affermazione di Renzi è universale e si accomoda per qualunque contesto. Per questo  non parlerò del fatto che i vigili del fuoco non c’entrano niente con le forze dell’ordine o con quelle armate. Non parlerò di quelle dichiarazioni dei rappresentanti dei poliziotti che reclamano la loro estraneità al restante  mondo dei  dipendenti pubblici. Mi limito a sottolineare che anche gli infermieri sono speciali e sono speciali anche gli insegnanti e sono speciali anche quelli che lavorano nella raccolta dei rifiuti e se vogliamo andare avanti sono speciali quelli che lavorano nella Croce Rossa e gli ispettori del lavoro o quelli dell’inps e ora mi fermo perché in una società organizzata sono speciali tutte le professioni . Mi permetto di dire che se il governo trova una soluzione solo per quelli che vanno in giro armati, la situazione diventa ancora più storta. Ma torniamo al Biafra, è esistita davvero una repubblica con questo nome, durò poco ma il tempo necessario per divenire un brand della disperazione, come si direbbe oggi.  Quando sentivo la storia dei bambini poveri mangiavo secondo il genio del momento, ma rimanevo col dubbio: che è colpa mia?

 

Crescendo ho visto giovani disoccupati organizzarsi per avere il lavoro, ho visto lavoratori occupati che nelle loro piattaforme rivendicative mettevano il rilancio dell’occupazione. Se ci sono i disoccupati non è colpa di quelli che lavorano, quelli che lavorano possono dire con serenità: Renzi ,ma che è colpa nostra?

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Commenti: 1
  • #1

    Stormy weather (lunedì, 08 settembre 2014 16:28)

    Nello slang sindacalese odierno, di fronte alla difficoltà di reiterare impunemente il refrain dell'assoluta uguaglianza tra impiego pubblico e impiego privato, si cerca semplicemente di dimenticare che la questione esista.
    Lo STATO non è il padrone della ferriera che schiavizza i suoi dipendenti. Non lo è mai stato.
    Prima degli anni '90 la classe politica teneva gioco a questa mistificazione incomprensibile e del tutto italiana...ora è solo un caso che possa passare a tratti inosservata.
    Non so dove abbia parlato Renzi e io sono tra quelli che pensa male di lui, che non si aspetta nulla di buono e che sa che presto si dovrà sgonfiare quasi tanto velocemente di quanto ci abbia messo a gonfiarsi!
    Non so dove abbia parlato ne a chi, ma qualcosa mi dice che doveva avercela con i lavoratori del pubblico.
    Allora, mio malgrado, sento che un pò egli abbia avuto ragione a far riflettere che lo STATO, da buon padre di famiglia, non può fare "figli e figliastri".
    Pertanto se ci sono folle di disoccupati, e quindi di indigenti, per i quali non può fare nulla in quanto STATO, in quanto sistema politico di governo, in quanto apparato di gestione delle risorse anche economiche del paese, questi non può spostare qualcosa delle esigue e residue risorse verso chi ha già qualcosa.
    Il taglio degli stipendi da applicare in ragione di quanto siano privilegiati gli attuali impiegati rispetto a chi non ha avuto raccomandazioni, a chi non ha avuto chiamate dirette, a chi non ha trovato santi in paradiso o nella iconostasi di famiglia, a chi non è stato "baciato" da nessuna 285, sarà una misura estrema che non auguro nemmeno al comune pubblico dipendente scansafatiche nutrito a "nonmicompete" e "questononlosofare", tantomeno ai numerosissimi indefessi e solerti che pure esistono (ne conosco e ne ho visti, per questo posso dirlo), però si dovrà prima o poi cominciare a grattare e scavare la montagna dei privilegi accumulati a cominciare dalle pensioni (nessuna oltre i 3000 euro o si dica una cifra non molto più alta).
    Lo so, se voi sindacalisti e Co. sapeste chi sono mi additereste ad esempio negativo o forse, astutamente, cerchereste di ignorarmi.
    Sbagliereste comunque.
    Questo è il vento che tira, e nonostante non sia il migliore, comunque ogni tanto alza una veste e scopre cosa c'è sotto!