Maddechè: primo giorno di scuola, non a norma

Stamattina è cominciata la scuola, l'eccitazione degli studenti, i problemi di sempre per gli insegnanti, i dibattiti sul futuro della formazione delle giovani generazioni, i dibattiti sull'utilità di certe materie e poi i servizi giornalistici più o meno sempre uguali. L'inizio della scuola è sempre un avvenimento, guarda i ragazzi e le ragazze e la società immagina il loro futuro, il proprio futuro. Okkey basta con la retorica. Questa mattina il Corriere della Sera nella cronaca romana parlando degli istituti della capitale scrive: il 40 per 100 non è a norma.

Quarantapercento, non quattro.

Se a norma significa secondo la legge, non a norma significa fuori dalla legge, ditemi voi se si può sensatamente scrivere una cosa del genere e immediatamente dopo non chiamare i carabinieri, la protezione civile, l'esercito, la croce rossa.

Se ti beccano con l'automobile fuori norma che cioè non ha


passato la revisione prima quadriennale e poi biennale, te la sequestrano. L'auto potrebbe non essere sicura per te e gli altri. Fanno bene, mi darebbe molto fastidio avere un incidente perché uno non ha fatto controllare i freni.

Invece per la scuola ci basta scrivere che il quaranta per cento degli istituti di Roma è fuori legge. Ogni tanto crolla un soffitto, ogni tanto un cornicione, lavori a volte spiccioli a volte impegnativi, lavori che non sono eseguiti con danni per l'economia e cosa ancora più grave per gli abitanti della scuola. Non sono mancati negli anni scorsi in occasione delle tragedie che ci sono state, gli annunci di piani straordinari per l'edilizia scolastica, se oggi si titola ancora su scuole fuori norma evidentemente non si è fatto molto. Sarebbe una cosa positiva se ogni tanto alle parole si facessero seguire i fatti, se le parole avessero il peso che compete loro. Non a norma, non a norma, non a norma. Si potrebbe smettere di dormire per le implicazioni di questa espressione oppure no, si può continuare a dormire, aspettare un tragedia e poi convocare una conferenza stampa, annunciare severità verso i responsabili, un nuovo piano per l'edilizia scolastica e via andare con la lacrimuccia. In questi giorni gruppi di genitori si sono organizzati e in certi posti hanno ritinteggiato e pulito i luoghi che accoglieranno i loro figli, hanno fatto bene, dimostrando nei fatti cosa significa bene comune. Se proprio non si può fare altro bisognerebbe incentivare queste esperienze. Magari nella dichiarazione dei redditi per le spese sostenute o in termini di permessi sul lavoro. Però bisognerebbe fare sopratutto altro: se una scuola è fuori norma si deve mettere a posto perché i nostri figli devono stare sicuri. Oppure, siccome è pericolosa deve essere chiusa perché i nostri figli devono stare sicuri. Aspettare i disagi o peggio le tragedie è così poco social.

vuoi condividere?

Scrivi commento

Commenti: 1
  • #1

    elisa (venerdì, 19 settembre 2014 18:14)

    In un paese in cui la parola delinquente è lecita e soprattutto tollerata se riguarda alti vertici non vedo come possa sconvolgerlo il non a norma
    fa tutto parte del pacchetto dittatura-democrazia finta
    siamo prigionieri senza potere e parola
    tanto pure a parlare che si rivolve a fare? Nulla
    Indifferenza totale
    Nessuno dei dirigenti o governanti ha più timore della parola popolo... forse perchè abbiamo perso il furore strada facendo?