Renzi e il posto fisso, moderno come un dagherottipo

Se vai da un giovane e gli dici che per i prossimi quaranta anni lavorerà in fonderia perché gli prometti il posto fisso, se ha un po' di cervello in testa, ti maledice. Il posto fisso è la 


metafora di una vita che fra i tanti sconvolgimenti sempre possibili, mette almeno un punto fermo: se non ti comporti male, se il mercato tiene, se non ci sono sconquassi fra i capitalisti che ti sfruttano, porti a casa il pane, fisso. Nessuno ti dice che devi essere contento perché hai un posto fisso a raccogliere l'immondizia che buttiamo, ognuno pensa che col posto fisso puoi avere un mutuo per la casa, in cambio del tuo buon lavoro avrai di che vivere. Tanti anni fa quando si usava il rullino nelle macchine fotografiche, si aggiungeva pure l'esortazione a prendere il pezzo di carta per la possibilità di faticare di meno. Meno studi ora, più faticherai dopo si diceva, più o meno. Quando c'erano i gettoni e non c'erano i telefonini, si ragionava semplicemente, si lottava contro lo sfruttamento ma si cercava di avere la possibilità di essere sfruttati per poter campare decentemente. Il posto fisso, una vita faticosa ma sicura, questo fu il sogno italiano. Non essere licenziati a capriccio una evoluzione, si lottava contro lo sfruttamento non si voleva essere licenziati per questo. Ora si dice che il posto fisso non c'è più, lo dice il presidente del consiglio come critica a quelli che ancora vorrebbero far andare il giradischi e si radunano in una piazza, come si faceva tanto tempo fa. A me del posto fisso non fregherebbe niente e, giusto per citare uno molto antico come Marx, aspirerei a fare il cacciatore la mattina, il pescatore nel pomeriggio, l'allevatore alla sera e dopo pranzo il critico, senza per questo diventare, essere incasellato, cacciatore, pescatore, allevatore o critico. Non smanio per fare l'infermiere tutta la vita o l'addetto alla logistica nei mercati generali e neanche l'impiegato chiuso in un ufficio a timbrare carte di cui sono totalmente disinteressato. Quindi se mi dici che è finita l'epoca del posto fisso perché ognuno sarà libero di fare tante cose, mi dici una cosa fica, una cosa da telefonino ultima generazione. Se invece mi dici che è finita l'epoca del posto fisso perché ogni giorno dovrò pensare a come campare me e la mia famiglia allora la cosa non è fica, è una cosa da prima che inventassero l'aratro. Se mi dici che non devo lottare contro il precariato perché la precarietà è la nuova religione e io ci devo pure credere obbedire e combattere, ti dico che hai sbagliato indirizzo, tu pensi al dagherottipo e io alle foto digitali. E' finito il posto fisso ci dici, l'imprenditore deve poter licenziare a capriccio e lo stato deve prendersi cura del novello disoccupato, non mi meraviglio che Squinzi ti adori, mi meraviglio che ci sia qualcuno che ancora ti dia un briciolo di credito. Tu, l'unico assunto a tempo indeterminato in una azienda di soli collaboratori, ci vieni a fare la tiritera sul posto fisso? Il tuo argomentare è senza onore, hai voglia di fare battutine, i fatti hanno la testa dura. I fatti appunto: se è lo stato che deve prendersi cura di quelli che vengono licenziati si fa presto a vedere se fai sul serio o racconti storielle per gonzi: dagli i soldi per vivere e nessuno verrà a dirti che vogliono correre e lottare per continuare ad essere sfruttati. Invece, contro i manifestanti per lavoro dignità uguaglianza, non dici che lo stato tirerà fuori i soldi per farli campare, ci parli del telefonino e del gettone, del rullino e della macchinetta digitale. Tutte quelle persone, affezionati del mangianastri? Queste cose le pensi davvero o hai bisogno di aiuto psicotropo per raccontarle? Non è il posto fisso ad essere sparito, è la decenza. Quegli applausi,osceni.

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Commenti: 3
  • #1

    Marco (domenica, 26 ottobre 2014 23:19)

    Eh, sai, ma non sono nuove, né innovative questa idee dei profitti ai privati e dei costi allo stato, questa voglia di seminare incertezza tra chi lavora, con meno garanzie e meno spazio ai sindacati, fondamentalmente per indebolire e dividere. C'erano anche quando si usavano i gettoni, per telefonare. Ti faccio un esempio, ormai risalente a vent'anni fa.
    E' l'8 settembre del 1993. Al tradizionale seminario di Confindustria sulla politica economica alla ripresa autunnale arriva Mario Monti, economista e accademico, che presenta il programma economico del Centro. Nervi saldi, dice, non c'è bisogno di politiche espansive, l'economia migliora da sé. Non alimentiamo spese improduttive, ci vuole una manovra dura che eviti un'addizionale Irpef più avanti. Azzeriamo il disavanzo, diminuiamo le agevolazioni per i Bot, diamo maggiore flessibilità al lavoro, abbassiamo i sussidi e il carico fiscale per le imprese, con le imposte attiviamo circuiti di solidarietà e non prezzi politici. Ma soprattutto basta con il consociativismo e con la partecipazione delle parti sociali alla formulazione della politica economica, basta con il neocorporativismo che fa crescere il debito pubblico. Gli fa eco Innocenzo Cipolletta, allora direttore del Centro studi di Confindustria: basta col posto fisso, ci vogliono meno tasse, non solo sulle famiglie ma anche sulle imprese e meno spesa pubblica. Si taglino i livelli contrattuali, se si deve decentrare lo si faccia a livello di impresa e non di regione. Il governo sia autonomo e non ceda alle pressioni delle parti sociali, evitando il consociativismo.
    Non sembra anche a voi di aver letto idee e atteggiamenti simili nella cronaca degli ultimi giorni? E il partito nazione sarà un nuovo centro o cosa?
    Insomma, sarà che non c'è mai nulla di nuovo sotto il sole ma se Renzi non fosse nato ieri sicuramente al tavolo degli oratori di quel seminario del 1993 sarebbe andato anche a lui e ci scommetto che non avrebbe dissentito poi tanto. Magari avrebbe anche posato per i fotografi, che lo avrebbero immortalato su... una bella pellicola di celluloide!

  • #2

    Renato La Manna (lunedì, 27 ottobre 2014 09:03)

    Il posto fisso non esiste più? Torniamo agli anni 50...si dai, la mattina tutti in piazza a cercare il padrone giornaliero...Il posto fisso, una chimera? E' rimasto solo il posto a scadenza fissa! E, mi raccomando, chi non vota per qualcuno...non lavora....

  • #3

    Elisa (lunedì, 27 ottobre 2014 16:42)

    come non concordare con quello che dici... ciao Cosimo. Sei un grande, sempre