Perchè Salvini non doveva essere toccato

Salvini il provocatore ha preso la sveglia come si dice a Roma. E' andato in un campo Rom a Bologna dove una consigliera leghista qualche giorno fa, aveva preso un ceffone non metaforico, con lo scopo di vendicare mediaticamente l'affronto. Ha trovato un bel gruppetto di ragazzi che non hanno perso l'occasione di dimostrare la loro avversità al razzismo. Secco e preciso.C'è un però in questa storia tutta sbagliata. Salvini lo conosciamo e se non lo conosciamo ci siamo risparmiati un po' di bile, è stato consigliere comunale di Milano, candidato al parlamento padano, figuratevi, nella lista dei comunisti padani, figuratevi ancora di più.



E' diventato segretario della Lega e non parla più di padania, parla di italiani da aiutare prima degli stranieri ad esempio di facendo affogare la gente in mare. Un tipetto così, furbo dal suo punto di vista, con un attivismo che lo sta lanciando ad essere un punto di riferimento dei movimenti xenofobi europei e addirittura il prossimo leader del centro destra italiano. Un tipetto che mentre dice di voler controllare che i soldi degli italiani siano spesi bene, rinuncia a costituirsi parte civile contro il tesoriere del suo partito che i nostri soldi li metteva in brillanti. Tutto quel clamore sulla pulizia che doveva esser fatta nel carroccio e poi quando il gioco si fa serio, quando il povero tesoriere Belsito deve essere processato, dici che hai cose più importanti da fare. Salvini intransigente

Ebbene il Salvini Matteo in pompa magna annuncia che va al campo Rom, organizza il tam tam mediatico e ottiene proprio quello che vuole: diventare il martire del pensiero libero, ottenere la solidarietà di tutti e i titoli sui giornali. Ragazzi di Bologna che vi volevate cavare un dente, avete fatto una fesseria sotto diversi punti di vista. Prima questione: Salvini va al campo Rom ma non è armato, non ha portato le truppe cammellate, non fa una spedizione punitiva. La reazione deve essere proporzionata all'offesa, si va al campo Rom e gli si dice davanti alle telecamere che è un razzista, non lo si tocca neanche con un dito. Tu non meni, io non meno. Tu parli, io parlo. Tu dici la tua, io dico la mia. No, non sto dicendo che tutte le opinioni sono meritevoli allo stesso modo, sto dicendo che la reazione ad una opinione espressa come opinione o posizione politica, deve essere contrastata in maniera adeguata ma non con la violenza di tanti contro pochi. Seconda questione abbiamo visto la macchina circondata, i pugni sulla carrozzeria, il lunotto spaccato, a parte il fatto che ci si può far male, a parte il fatto che per queste cose si corrono rischi giudiziari assolutamente sproporzionati alla statura del contestato, si verifica un altro fatto: le ragioni della contestazione diventano invisibili, vanno sottocoperta. I ragazzi di Bologna con la loro azione non hanno messo il silenziatore al messaggio di Salvini, l'hanno messo a se stessi e siccome le ragioni dell'antirazzismo non sono solo le loro, hanno fatto male a tutti meno che ai razzisti.

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