Matteo e Matteo, i trionfatori

I risultati elettorali sono una disciplina scientifica e contemporaneamente esoterica. Li puoi rigirare più o meno come ti pare, puoi dire che hai preso il 40% ma se non dici se lo hai preso fra i votanti o fra gli aventi diritto al voto,



in realtà dici poco. Hai vinto e questo naturalmente cambia ogni prospettiva, rimangono i rosiconi, i gufi e quelli che si fanno qualche domanda. La rossa Emilia si presenta così, con una faccia nuova, non la tradizione, le solite buone maniere, il cambiamento senza scossoni, piuttosto il lampo improvviso che illumina il futuro in cui siamo precipitati. La democrazia non è solo voto, ma se togli il voto alla democrazia non si sa bene cosa rimane. Cos'è una elezione dove non va a votare neanche la maggioranza risicata degli aventi diritto? I referendum non raggiungendo il quorum perdono di valore, lo sappiamo bene. Le elezioni invece? Va tutto bene, madama la marchesa?

Chi ha partecipato e vinto, i due nuovi presidenti dell'Emilia e della Calabria hanno una bella responsabilità, la grande maggioranza del corpo elettorale non ha riconosciuto lo strumento della loro elezione, dovranno faticare per guadagnarsi la fiducia e la considerazione che al momento non hanno avuto. Chi ha partecipato e perso, a parte la vicenda Salvini che ci fa capire che c'è anche un problema psichiatrico fra gli elettori, dovrà ancor più interrogarsi sulla propria attività, penso alle varie formazioni della sinistra, al movimento cinque stelle. Se non riesci ad esprimere una forza neanche in questo periodo, vuol dire che c'è un problema e che quel problema non è esterno, non è il giovane cattivo, non è il vecchio malefico, è una cosa profonda e riguarda il nostro tessuto sociale, la speranza nel futuro. Siamo notevolmente più soli nelle nostre casette. Usciamo se ci conviene, altrimenti speriamo che non ci vengano a cercare a casa, ci piace maledire l'uno e l'altro ma da lontano, senza farci sentire veramente. Esplodiamo come petardi, lasciamo una bruciatura lieve e poi più niente. Rimane il conflitto fra i due Matteo: lo sbarazzino ragazzotto della ruota della fortuna e lo zazzeruto fancazzista de il pranzo e servito, uno inventa slogan ogni cinque minuti, l'altro affonderebbe i barconi dei disperati come risarcimento del fatto che siamo senza lavoro. In Emilia Romagna hanno trionfato. Sulle macerie.


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Commenti: 3
  • #1

    attikus (lunedì, 24 novembre 2014 20:49)

    mi piacerebbe renzi trovasse il tempo di ascoltare "smisurata preghiera' di De Andrè a ci riflettesse sopra per qualche secondo....
    potrebbe essere un buon esercizio di autoanalisi

  • #2

    Renato La Manna (lunedì, 24 novembre 2014 22:28)

    Il problema è più serio di quello che appare. L'astenzione implica una forte sfiducia. Ora, se si bada solo a vincere le elezioni va tutto bene, ma non è solo questo il problema. Il problema vero è che la gente ha perso fiducia nella politica. La gente è stufa di proclami relativi a vittorie elettorali. Se ve ne accorgete tutti dicono di aver vinto, ma in termini di voti ottenuti, sono tutti in perdita, tranne la lega. Questo dovrebbe far riflettere il Sud. Ma chi ha voglia di riflettere di questi tempi? Poi, non dimentichiamo gli spot creati ad oc dal Governo su "Quanto è bello lavorare in uno Stato europeo che non sia l'Italia. Ma ci rendiamo conto, o no??? Mandiamo gente al Governo per poi farci dire, da questi stessi individui queste baggianate. Mi sa che con questi tizi, presto i nostri figli riprenderanno ad emigrare.

  • #3

    elisa (martedì, 25 novembre 2014 10:49)

    tanto è solo un dato fittizio e non reale sul paese... alle prossime elezioni Renzi farà il botto in tutti i sensi e la sinistra crollerà sotto i minimi storici
    scommettiamo?!!