Legge di stabilità e nuovo calcolo delle pensioni. Il caso di Rocco - di VDB -

Rocco è un mio vecchio amico, di quei pochi che si possono definire tali; una persona della quale ti puoi 

   

sempre fidare e sulla quale puoi sempre contare, una rarità oggi.

Ci sentiamo spesso per scambiare opinioni sulla politica (con risultati disastrosi), sul calcio (meglio non parlarne: lui è iuventino!) e su tanti altri argomenti compresi i ricordi della nostra adolescenza.

Era un po’ di tempo che non ci sentivamo, quando ha squillato il cellulare e ho visto il suo numero mi sono preoccupato pensando al gran cazziatone che mi sarei dovuto sorbire.

Mi ha chiamato per dirmi che aveva letto quanto ho scritto a proposito delle nuove norme sulle pensioni, chiedendomi, con il suo fare gentile di sempre, che cazzo significasse per lui tutto ciò e di tradurglielo in parole semplici.

Rocco è un mio carissimo amico che, guarda caso, è nato nel 1960 ed ha iniziato a lavorare molto presto nel 1976; perché non aveva voglia di studiare, nonostante la sua grande intelligenza, ma, soprattutto, perché in famiglia, numerosa, c’era bisogno di maggiori entrate e più soldi.

È stato fortunato (!?) a trovare subito lavoro, un lavoro importante che soddisfaceva il suo talento e tutt’ora continua con voglia e impegno convinto di fare sempre meglio, ma anche per necessità: ha tre figli giovani che studiano con ottimi risultati e vorrebbe consentire loro di raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati, ma per questo potrebbe aver bisogno di lavorare fino a 67 anni.

A Rocco ho dovuto dire, con delicatezza e con mio grande rammarico, che lo Stato lo sta tradendo (e, forse, truffando!) ancora una volta.

Con le sole parole ho tentato di spiegargli tutto il meccanismo, rendendomi presto conto però di girare a vuoto fino a quando Rocco con i suoi modi gentili non mi ha mandato “solennemente affanculo”! Un vaffanculo a me e a tutte le mie cazzo di parole, chiedendomi di tradurgli il tutto in numeri secchi.

Ho preso alcuni dati di Rocco e l’ho fatto e, sempre nel caso di una rigida interpretazione delle norme, questi sarebbero i nefasti risultati:

Date queste condizioni base:

  • Reddito € 25.000,00

  • Inflazione media 1,5%

  • PIL nominale medio 2,5%

  • Crescita media reddito 1,5%

  • Coefficiente di trasformazione per i 67 anni di età 5,826%

  • Accesso alla pensione nel 2027.

Con 11 anni nel sistema contributivo: Montante contributivo non utile a pensione € 110.663,00. Quota pensione persa € 6.447,00.

Con 16 anni (dal 1/1/2012 al 2027) nel sistema contributivo: Montante contributivo non utile a pensione € 177.804,00. Quota pensione persa € 10.358,00.

Nel sistema retributivo, 5anni per la parte mancante ai 40 (=40-35):

  • aliquota di rendimento maturata fino al 31/12/2011 pari al 70% con 35 anni;

  • aliquota residua = 80% - 70% = 10%

  • reddito medio ultimi 10 anni € 27.449,97

per una Quota pensione = 27.449,97 *10% = € 2.745,00.

Oltre al Montante contributivo, la perdita di pensione annua è di € 7.613,00.

Hanno fatto proprio un bel cazzo di capolavoro!

 

Non ho il coraggio di richiamarlo per dirgli tutto questo, e mmo’ chi cazzo glielo dice a Rocco?

vuoi condividi?

Scrivi commento

Commenti: 0